Capitolo 02

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Dopo aver chiuso in modo sicuro la Silent Room e la Future Library, Erik e Rune si avviarono per le strade norvegesi.

«Pensi che nevicherà ancora?» Rune alzò il naso al cielo. La barba incolta puntò verso le nuvole e i capelli spettinati lasciavano trasparire la sua non più giovanissima età.

Erik rispose con un grugnito ed un'alzata di spalle. La sua silhouette emaciata continuò a guardare in davanti mantenendo le mani nel giaccone blu pesante che lo riparava dal freddo. I piedi camminavano automaticamente e calpestavano la neve facendola scricchiolare sotto le suole degli scarponcini. Alcuni bambini giocavano a palle di neve poco distanti e un ragazzino non mancò di colpire Erik che alzò gli occhi al cielo. Sbuffando, si spazzolò la giacca dal ghiaccio mentre da lontano arrivavano delle scuse soffocate.

«Che ti prende oggi?» chiese l'uomo con una cantilena.

«Sono molto stanco. Non ho dormito molto stanotte.»

«Lasciami indovinare» Rune afferrò il collega per un gomito fermandosi in mezzo al marciapiede. «Hai fatto un'altra maratona di Becoming the Maze?»

Erik si girò verso il collega e annuì pigramente.

Becoming the Maze era la trilogia thriller psicologica preferita dal ragazzo e non importava l'ora o il giorno in cui veniva proiettata in tv o caricata su un sito di streaming, Erik avrebbe smesso di fare qualsiasi cosa e l'avrebbe guardata.

«Sono andato al Capitol e li ho visti tutti e tre di fila» disse il ragazzo. «Era il ventesimo anniversario del primo capitolo!»

«E c'era qualcuno in sala con te?» Rune sghignazzò.

«Solo una persona» rispose Erik con il petto in fuori, per niente imbarazzato.

«Come immaginavo» L'uomo scosse la testa e riprese a camminare. Il ragazzo lo seguì strisciando i piedi creando dei solchi lunghi e stretti nel manto bianco.

I due camminarono in silenzio per qualche minuto. I nasi gli erano diventati rossi e il fiato caldo creava del fumo attorno a loro. Erik aveva stretto le spalle nel giubbotto blu, le mani in tasca e un berretto di lana gli copriva la testa e le orecchie. Rune indossava un giaccone verde militare con il cappuccio, non nascondeva le mani nelle tasche ma le aveva coperte con un paio di guanti di lana rossi e un capello fatto a maglia adornato da due trecce che gli penzolavano dalle orecchie fino all'altezza del mento.

L'uomo si fermò all'improvviso e iniziò a toccarsi le tasche dei jeans.

Erik si arrestò poco più avanti e si girò verso Rune che sembrava stesse mettendo in scena una sorta di Macarena mal riuscita.

«Cosa stai cercando?»

«Il telefono» rispose l'uomo che stava perquisendo le tasche del giaccone. «Credo di averlo lasciato nella Silent Room» imprecò a bassa voce e il collega non lo sentì.

«Vuoi che torniamo indietro?» Erik trattenne il respiro.

«Non ti preoccupare» Rune guardò l'orologio analogico. «Katie sarà ancora in ufficio. Chiederò a lei» concluse alludendo al fatto che avrebbero provveduto loro due alla procedura di apertura.

«Sei sicuro?»

«Certo, Erik.»

«Non credo che Katie abbia mai aperto la Silent Room» disse il ragazzo pensieroso.

«Non importa, la guiderò io.»

Erik fece spallucce per acconsentire e salutò ilcollega che fece dietrofront per tornare alla Biblioteca Pubblica di Oslo doveera costudita la Future Library. 

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