Capitolo 07

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«Mi stai dicendo che hai letto quel libro?» Erik era viola dalla rabbia, agitava le mani come un direttore d'orchestra sconclusionato e la voce era salita di un mezzo tono.

«Ero solo curioso» rispose Rune in un sussurro. «Era l'unico scritto in norvegese.»

«E cosa c'era scritto da essere così importante da essere definito un segreto?»

Rune cercò di tornare in sé, abbassò lo sguardo e agitò la testa in un no appena accennato. Erik sapeva molto bene che cosa significasse quel gesto e ricordava di averglielo visto fare in diverse occasioni quando l'imbarazzo lo mangiava da dentro.

«Rune, devo sapere se è una questione di vita o di morte o soltanto un capriccio di uno sbandato!»

«Contiene la presunta verità su un omicidio» rispose subito l'uomo continuando a tenere la testa bassa.

«Dico seriamente, cosa c'era nel libro?»

«Te l'ho detto, la presunta verità su un omicidio irrisolto.»

La faccia di Erik cambiò di nuovo colore passando dall'indaco al verde asparago e infine all'ocra gialla, spalancò la bocca esterrefatto e, nauseato, gli venne un conato di vomito. Si avvicinò al lavandino e uno strappo allo stomaco provò a farlo rigettare senza però avere successo.

«Stai dicendo sul serio?» Erik alzò adagio gli occhi con le mani appoggiate al lavello della cucina e le gambe tremanti. In quel momento riuscì a mettere a fuoco la preoccupazione di Rune verso quel libro e pensò al ladro. Quasi sicuramente il colpevole aveva a che fare con l'omicidio di cui aveva letto il collega. «Di che omicidio si tratta?»

«Di un vecchio.»

«E poi?»

«La sua amante scopre che qualcuno lo ha ucciso anche se l'autopsia dice che è morto di vecchiaia.»

«E chi è la presunta vittima?»

«Non ricordo!» rispose Rune a denti stretti all'ennesima domanda di Erik. «Quando troveremo il libro, ti saprò dire qualcosa di più.» L'uomo sembrava non ricordare i dettagli dell'omicidio ma era determinato a trovare lo scritto per salvare la Future Library e salvare il suo posto di lavoro.

Erik si rimise composto, sembrava tornato in sé.

«Ma come fai a sapere che non è solo una storia inventata?»

«Perché all'epoca il telegiornale ne aveva parlato, c'era stata un'indagine che si era chiusa subito dicendo che l'uomo era morto di vecchiaia. I nomi del libro sono gli stessi della tv.»

«Allora dobbiamo cominciare a cercarlo. E lo faccio solo perché voglio vedere se questa storia è vera per davvero.» Erik roteò gli occhi e si annodò le braccia sul petto.

«Bene, da dove iniziamo?»

«Sicuramente dalle telecamere» replicò Erik dando per scontata la risposta.

«Quali telecamere?»

«Quelle davanti alla biblioteca, quelle davanti al portone della Future Library e quelle all'interno della Silent Room.»

«Non funzionano.» Rune fece spallucce.

«Spero che tu stia scherzando! Siamo nel 2114, non esiste che le telecamere non funzionino!»

Rune incurvò la schiena cercando di chiudersi a riccio per proteggersi e provò a spiegare ad Erik che le videocamere di sorveglianza non funzionavano a causa della forte tormenta abbattutasi sulla città qualche mese prima. I tecnici della Cyberforsvaret, la Forza Informatica Norvegese, avevano solamente riattivato i pass per le chiavi dei Voktere - impronte digitali, scansione della cornea destra e sinistra, riconoscimento facciale - e il tastierino per disattivare l'ologramma antifurto all'interno della Silent Room.

«Con tutte queste precauzioni, sono riusciti lo stesso a rubare uno dei libri. Io ancora non me ne capacito» Erik scosse la testa. «Sei proprio sicuro che non ci sia più quel libro?»

«Sicurissimo, l'ho cercato ovunque» rispose di rimando Rune.

Il ragazzo era spazientito. Da vero miscredente, voleva verificare di persona l'accaduto perché se non lo avesse visto con i suoi occhi, non sarebbe stato reale. Arrivò a pensare che Rune stesse mentendo o semplicemente che il libro fosse caduto dalla mensola, o spostato sovrappensiero, e che adesso fosse ancora lì, nella Future Library, magari nascosto e dormiente in attesa di essere salvato da un lettore impaziente o un guardiano ansioso.

«Andiamo» disse Erik afferrando il suo piumino. La sua mossa fece vacillare l'attaccapanni relegato nell'angolo buio accanto alla porta d'ingresso.

«Ma oggi è chiusa, è il nostro giorno di riposo!» si lamentò Rune indignato.

«Sono certo che il libro è ancora al suo posto!»

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