Capitolo 62

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«Vedendolo così, non saprei che cosa dirti. Magari è vero, nasconde qualcosa. Magari non nasconde niente e ti stai facendo mille problemi per il nulla. Ho analizzato diversi libri nella mia carriera» spiegò Rolf arrotolandosi un baffo sul dito indice. «Non mi sono mai capitati libri così, ma in passato venivano usati per fare dei regali simpatici o degli scherzi agli amici.»

«Non credo che sia questo il caso.»

«Ho un biglietto per l'apertura della Future Library a marzo, me l'hanno regalato degli sponsor, quindi sarò in città due giorni prima dell'inaugurazione. Potrei passare da te con i miei strumenti e controllare se c'è qualcosa di nascosto o un indizio che ti aiuti a collegare il manoscritto a qualcos'altro di sepolto da qualche parte.»

«Se ti dicessi che avrei l'urgenza di scoprire subito se c'è qualcosa dietro, cosa mi risponderesti?» chiese Erik.

«Ti chiederei perché così tanta fretta. Dopo tutto non manca molto al vernissage.»

«Perché dovrei rimetterlo al suo posto» sputò Erik tutto d'un fiato.

«In che posto?»

«Nella Silent Room.»

«In che senso? Non avevi detto che lo avevi preso a casa dello scrittore?»

«Si ma...» Erik fece un respiro profondo e si sfregò le mani sul viso. «Qualcuno ha rubato la copia originale.»

«Stai scherzando?» chiese Rolf agitandosi e facendo traballare tutto l'ologramma.

«Se riusciamo a scoprire i segreti che Ezelstain ha nascosto nel suo libro, ti racconterò tutta la storia.»

«Affare fatto. Prendo un volo domani e sarò da te il prima possibile» concluse l'esperto su di giri.

«Non lo devi dire a nessuno!» gli ribadì Erik.

«Avevo già fatto la croce sul cuore» rispose sarcastico Rolf.

«Grazie.»

«A domani allora!»

«A domani.»

Erik stava per concludere la telefonata quando gli balenò una domanda per la mente.

«Rolf, aspetta!»

L'esperto lo guardò con aria interrogativa.

«Da quale parte della Norvegia arrivi?» chiese poi il ragazzo.

«Sono di Kristiansand, perché?»

«Semplice curiosità.»

Erik spense la videochiamata chiedendosi se avesse fatto una sciocchezza a chiedere l'aiuto di quello sconosciuto rivelandogli un particolare molto scottante, ma poi si disse che da solo non sarebbe andato da nessuna parte.

Aveva quasi concluso il suo vagabondaggio e con Runestavano per riordinare le pagine del manoscritto trovate nello scantinato di unautore praticamente invisibile e impossibile da stanare, quindi perchépreoccuparsi? Era la parola di Rolf Bakke contro la sua, a meno che l'espertonon avesse registrato la conversazione. A quel pensiero Erik iniziò apreoccuparsi e ad immaginare un futuro dietro le sbarre ma cercò ditranquillizzarsi in fretta perché l'agitazione era solo un nemico che glimangiava tutte le energie. 

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