Rune era arrivato davanti alla porta d'ingresso con il fiatone e le scarpe innevate. La guardia della biblioteca aveva già chiuso tutto così l'uomo dovette cercare il suo mazzo di chiavi palpeggiandosi ancora un po'.
Una volta trovate le chiavi nella tasca interna del giaccone, si aiutò con tutte e due le mani per trovare quella giusta. Quando la trovò, la infilò nella toppa e le fece fare due giri. L'uomo spalancò la porta ed entrò in biblioteca.
Le luci erano spente e l'allarme non era inserito, prova che Katie era ancora nel suo ufficio.
Rune si richiuse la porta alle spalle facendo girare ancora le chiavi nel buco della serratura, allungò la mano sinistra verso il muro e premette un interruttore: un faretto non molto lontano si illuminò lasciando però la stanza nella penombra. Si tolse le scarpe lasciandole vicino all'uscio, poi si avviò a passo svelto e si avvicinò al quadro elettrico generale. Aprì lo sportellino e alzò un paio di levette che rischiararono l'ambiente circostante.
La biblioteca era silenziosa ma Rune era a suo agio: avrebbe anche potuto evitare di accendere le luci perché ricordava la strada a memoria e avrebbe potuto farla ad occhi chiusi, camminando all'indietro e su una gamba sola, ma forse così avrebbe spaventato Katie.
L'uomo camminò scalzo per diversi metri fino a quando non arrivò davanti alla porta socchiusa dell'ufficio della donna.
Bussò con poca energia e Katie sobbalzò dietro la scrivania portandosi una mano al petto.
«Cosa ci fai ancora qui? Mi hai fatta spaventare!» esclamò con il cuore a mille. Katie indossava un tailleur blu e degli occhiali da vista oro.
«Devo aver dimenticato il telefono nella Silent Room» spiegò Rune.
La ragazza abbassò leggermente in mento e alzò le sopracciglia guardandolo perplesso.
«Vorrei riprenderlo adesso.»
«E come posso aiutarti?» lo interrogò Katie mettendo le braccia conserte e dondolandosi sulla sedia.
«Dovresti venire con me, lo sai che la stanza non si apre solo con me.»
La ragazza alzò un sopracciglio. Aveva la scrivania piena di carte raccolte un po' alla rinfusa e diversi evidenziatori che erano i protagonisti della scena.
«Per favore...» continuò Rune.
La ragazza spostò lo sguardo su un angolo dell'ufficio e ci pensò un attimo. Sbatté un paio di volte le palpebre truccate e arricciò le labbra coperte dal rossetto porpora.
Perdere del tempo per recuperare un telefono o continuare con il lavoro?
Non aveva mai capito perché la sua bisnonna avesse voluto predisporre l'entrata in coppia e non singolarmente.
«Va bene» disse Katie alzandosi dalla scrivania.
Rune la guardò con un sorriso appena accennato.
I due uscirono dall'ufficio e percorsero ancora qualche metro. Rune era scalzo e i suoi passi erano felpati, quelli di Katie, invece, ticchettavano sul pavimento. La donna sfilava con passo deciso e l'uomo si disse che probabilmente l'autostima e la sicurezza veniva venduta insieme alle Louboutin che portava ai piedi.
I due arrivarono davanti al portone della Future Library in una manciata di secondi e Rune iniziò a spiegare a Katie la procedura per aprire il portone. Solo Rune ed Erik avrebbero potuto aprire la Silent Room, ma la donna, bisnipote dell'ideatrice del progetto, avrebbe potuto sostituire uno di loro in quanto capo della biblioteca del futuro e terzo possessore delle chiavi.
«Adesso lo faccio io» le disse. «Ti guiderò per poter ripetere i miei gesti.» Rune abbassò leggermente il capo e alzò le sopracciglia interrogandola per vedere se aveva compreso.
Katie annuì di malavoglia roteando gli occhi.
L'uomo seguì la procedura in modo sbrigativo, voleva essere veloce per evitare di impegnare troppo Katie, ma voleva anche darle il tempo di memorizzare i passaggi.
Il lettore emise un bip appena accennato, confermando a Rune il riconoscimento.
«Bene, ora tocca a te» disse l'uomo a Katie. La donna si spostò i lunghi boccoli biondi dietro una spalla e si preparò a seguire le istruzioni del guardiano.
L'uomo guidò Katie fino all'ultimo passaggio: aspettò che il portone si sbloccasse e, con una mano, spinse l'anta di destra e la spalancò. Rune camminò deciso dritto davanti a lui ma dopo un istante si bloccò.
«Non vieni?» chiese voltandosi verso la donna.
«No, ti aspetto qui.» Katie lo liquidò con un gesto della mano a mezz'aria ed incrociò le braccia sul petto.
«Sicura?»
«Devo tornare al lavoro il prima possibile!» sbuffò lei.
Rune fece spallucce.
Accese le luci schiacciando l'interruttore che aveva sulla sinistra e successivamente iniziò a cercare il cellulare. Controllò prima le sedute, magari gli era scivolato dalla tasca, ma non trovò nulla. Cercò sul pavimento, negli angoli della stanza, ma anche lì non vi era niente. Perlustrò la piccola zona dell'archivio dove non tenevano nessun tipo di documento ma bensì fogli di carta riciclata e qualche penna, ma sembrava essere tutto vano.
Guardò ogni mensola accorgendosi che Erik non era stato così bravo a spolverare.
Durante la ricerca del telefono, controllò tutti i novantanove libri. Si disse che un occhio in più non avrebbe fatto di certo male.
Rune trovò il cellulare appoggiato sopra una biscottiera.
Era posizionata sulla seconda mensola dello scaffale più o meno all'altezza del petto.
Gli scrittori ingaggiati per quella iniziativa erano piuttosto particolari e spesso sceglievano di conservare i propri libri all'interno di scatole non convenzionali, come in quel caso.
Rune raccattò il suo telefono in maniera maldestra e fece cadere per terra il contenitore con un rumore sordo. L'uomo ripose il cellulare nella tasca dei jeans e si inginocchiò per raccogliere la scatola di metallo ma qualcosa gli non tornava.
La prese tra le mani e la soppesò per qualche secondo.
Sembrava troppo leggera per essere piena; eppure, durante la caduta gli era sembrato che qualcosa al suo interno fosse rimbalzato.
L'uomo si alzò in piedi con la biscottiera in braccio e si guardò attorno sospettoso.
Aprì la biscottiera, anche se non avrebbe potuto, e viguardò dentro.

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FUTURE LIBRARY
Misterio / Suspenso2114, Oslo. La Future Library sta per aprire le porte a tutta la popolazione mondiale: una biblioteca composta unicamente da 100 volumi, scritti a partire dal 2014 - uno all'anno - e custoditi gelosamente per non farli leggere a nessuno prima del p...