Capitolo 27

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Erik decise di sedersi proprio ad uno di quei tavolini in modo che se fosse arrivato Ezelstain lo avesse visto subito. Il Verge si perse per un momento nei suoi pensieri quando si stupì per essersi ricordato che lo scrittore non gli aveva dato un orario preciso per l'appuntamento e che lui non sapeva nemmeno che viso avesse questa persona, così decise di mandare nuovamente un messaggio al numero della sera precedente:

"Sono all'indirizzo richiesto. Sono seduto sul portico del Gammel Fisker."

Poi premette invio.
Sperava che quelle parole potessero accelerare il suo incontro di oggi in modo tale da chiudere tutta quella storia e tornare al suo vero lavoro, abbandonando così quello dell'investigatore in erba che, dopotutto, sembrava quasi calzargli a pennello dato che fino a quel momento non aveva sbagliato un colpo.
«Vuole ordinare qualcosa?» Un cameriere si era avvicinato ad Erik per chiedergli se voleva ordinare qualcosa. L'uomo, in un primo momento sobbalzò pensando che lo scrittore fosse già arrivato e la sua ansia non si placò quando realizzò che il ragazzo stava solo facendo il suo lavoro. Fece in respiro pronto ed annuì.
«Per me un caffè, senza liquore, e due Lefse: uno con il salmone affumicato e l'altro con prosciutto e formaggio, grazie» disse Erik.
«Arrivo subito!» disse il cameriere appuntandosi tutto ciò che il cliente aveva richiesto.
Dopo pochi minuti, con stupore di Erik, arrivò la colazione al suo tavolo e il profumo ottimo di quel cibo gli aveva inondato le narici facendogli dimenticare per un secondo che era lì per uno scopo ben preciso. Divorò tutto senza ritegno, lo stomaco gli brontolava, i pensieri non smettevano di girare nella sua testa come auto da corsa impazzite e iniziava anche ad innervosirsi: non aveva ricevuto risposta al suo messaggio e pensò che quel Ezelstain doveva essere proprio un grandissimo maleducato, ma si disse che si sarebbe morso la lingua davanti allo scrittore pur di riavere il libro entro l'apertura della Future Library, in fondo, cafone o no, lo scritto doveva ritornare a casa e non poteva permettersi di perdere un'occasione d'oro come quella.

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