Capitolo 70

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Rolf Bakke aveva ascoltato con la bocca aperta tutto il racconto. Erik sudava freddo e gli tremavano le mani. L'esperto gli sfilò la luce dalle dita e la tenne puntata sul libro.

Il ragazzo lesse l'e-mail che la protagonista, la signora Larsen, aveva mandato ad un certo Jensen e rabbrividì. La schiena gli si incurvò sulla sedia dove era e i brividi gli percorsero la colonna vertebrale senza avere un minimo di pietà. Erik arrivò in fondo al libro, lo aveva letto tutto con occhi sbarrati e con la voce rotta.

«Tutto bene?» chiese Rolf al ragazzo al suo fianco. Gli mise una mano sulla spalla e iniziò a sfregarla sopra la maglietta.

Erik aveva lo sguardo perso nel vuoto.

«Hey?» disse nuovamente l'esperto scuotendo con forza il suo interlocutore per farlo riprendere.

«Devo dirti una cosa» confessò subito Erik guardando negli occhi Rolf Bakke, che sembrava preoccupato.

«Mi stai preoccupando, adesso» esordì l'esperto mettendosi eretto.

«Io conosco tutti i protagonisti di questa storia» ammise poi il ragazzo con gli occhi lucidi.

«Stai scherzando?» gli chiese Rolf inarcando un sopracciglio.

Erik abbassò la testa e la scosse in un no, poi all'improvviso il suo telefono iniziò a squillare.

Erik lo andò a recuperare dal divano.

Era un numero sconosciuto.

Lo fissò per qualche secondo.

«Non rispondi?» gli chiese l'esperto con ingenuità ancora seduto sulla sua sedia della cucina.

Allora il ragazzo obbedì, premette il tasto verse e si portò il telefono all'orecchio.

«Pronto?» disse.

«Buonasera, parlo con il signor Erik Harris?» gli chiese una voce maschile e gutturale dall'altro capo.

«Si, sono io. Con chi parlo?»

«Sono il Capo della Polizia di Oslo. Le vorrei chiedere se, cortesemente, potrebbe presentarsi in commissariato.»

«Potrei sapere il motivo?»

«In realtà è una situazione piuttosto delicata» affermò il poliziotto. «Gliene parlerò quando sarà qui.»

«Devo chiamare un avvocato? Volete arrestarmi? Forse è per quello che è successo a Bergen?» domandò Erik con tono agitato mentre si muoveva avanti e indietro proprio accanto al sofà.

«Bergen? Cosa è successo a Bergen?» chiese l'uomo dall'altra parte con fare curioso.

«Nulla» rispose prontamente Erik. «Allora? Avrò bisogno di un avvocato?» interrogò nuovamente il suo interlocutore.

«Questo dipende da lei.»

«In che senso?»

«Lei si presenti in commissariato il prima possibile. Se vuole chiamare un avvocato, è libero di poterlo fare. In caso contrario si volesse presentare senza un difensore, non c'è nessun problema. Potrà richiederlo quando vorrà.»

«Questo vuol dire che sto per essere arrestato!» disse Erik portandosi la mano sinistra sulla bocca per torturarsi le pellicine delle dita.

«Stia tranquillo. Non la arresteremo. Avremo solo bisogno di farle qualche domanda.»

«Riguardo che cosa?»

«Gliel'ho già detto. Quando arriverà qui, saprà tutto. La aspetto.»

Il poliziotto riagganciò il telefono senza nemmeno salutare.

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