Capitolo 06

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Un rumore sordo proveniente dal marciapiede sottostante, fece sussultare Rune che si portò una mano al petto.

La neve cadeva inesorabile su Oslo ed Erik decise di condividere le uniche due opzioni che gli erano balzate in testa qualche minuto prima.

«Se lo scrittore è ancora vivo, possiamo andare da questo Ezelstain e chiedergli una copia del libro. Se è morto ne scriverò uno io e lo metteremo sullo scaffale.»

«Tu sei pazzo!»

Rune ricominciò a camminare avanti ed indietro dinanzi la porta d'entrata con passo svelto. Le assi di legno scricchiolavano in una melodia aleatoria.

«Non possiamo chiedere ad Ezelstain di darci una copia del libro! Come fai a dirgli che qualcuno ha rubato un'opera che doveva essere custodita gelosamente e che invece i Voktere, ovvero noi, ce la siamo fatta fregare da sotto al naso?» chiese Rune agitando le mani per aria.

«Allora facciamo finta di niente. Ci sarà un libro di meno in quella cavolo di libreria!» concluse Erik massaggiandosi le mani. Il ragazzo aveva il naso quasi appiccicato alla finestra e il suo alito aveva creato un alone di condensa sul vetro imbrattato dalla neve.

«Non possiamo non fare niente» Rune si fermò di colpo battendo con forza un piede sul pavimento.

L'esecuzione di John Cage era finita.

Erik si girò e guardò l'uomo tutto sudato e in fibrillazione. Appoggiò la schiena al vetro dietro di lui ed incrociò le braccia ma si rimise eretto e composto dopo aver sentito il freddo penetrargli nella pelle attraverso gli indumenti.

«Se Ezelstain è morto, lo scriveremo noi un libro» Erik non vedeva il problema come insormontabile ed era sicuro che avrebbero trovato quel dannato libro.

«No, dobbiamo recuperare l'originale, non possiamo lasciarlo nelle mani sbagliate.» Rune scosse la testa.

«È solo un libro» continuò Erik facendo spallucce.

«Non puoi fare questo a tuo nonno.» Rune aveva giocato la carta sbagliata. O forse era quella giusta?

Il nonno di Erik era morto all'improvviso in una gelida giornata d'inverno. Si era trasferito ad Oslo dopo la pensione per poter seguire il progetto della Future Library. Lo aveva promesso alla moglie defunta, Hannah, amante dei libri, che avrebbe desiderato vivere trecento anni per poter vedere il progetto realizzato ed avere anche il tempo di leggerli tutti. Ma era volata in cielo, come avevano detto ad Erik, e forse avrebbe letto tutti i libri in anteprima dal paradiso, mentre gli scrittori erano in fase di stesura delle bozze. Andrew, un uomo americano - texano - sulla settantina, aveva ricominciato la sua vita in una fredda città del Nord Europa insieme alla sua piccola famiglia. Erik, con i genitori e il nonno, era stato obbligato a trasferirsi nella capitale norvegese ma quando l'anziano raggiunse la nonna, i genitori di Erik tornarono in Texas. Il ragazzo decise di rimanere e portare avanti il desiderio di due persone a lui molto care e contattò Katie per diventare Verge. La ragazza lo accolse a braccia aperte dopo aver saputo della morte di Andrew. Si era chiesto che cosa avesse convinto la ragazza a farlo diventare uno dei guardiani così facilmente ma lo scoprì solo dopo alcuni mesi.

Erik roteò gli occhi e Rune sorrise con il volto illuminato.

«Non puoi giocarti la scusa di mio nonno» sbuffò Erik. «Non andrò a cercare un ladro, sono sicuro che dopo che avrà letto il libro lo riporterà dove lo ha rubato.»

«Ma nessuno deve leggere quello che c'è scritto.» Rune agitò di nuovo le mani facendo risuonare nuovamente il pavimento ad ogni passo.

«Sarà solo un romanzo o una raccolta di poesie, non la verità sulla fine del mondo.» Erik sciolse il nodo fatto alle braccia e agitò le mani già stanco di quella situazione.

«Non sai che cosa contiene quel libro!» urlò Rune dirigendosi verso il collega per poi fermarsi a meno di un metro da lui.

«Beh, nemmeno tu sai che cosa contiene!» Erik sporse il busto in avanti.

Rune rimase in silenzio e i muscoli della sua faccia si rilassarono, distendendo le rughe di agitazione che si erano create sul suo volto. Il colorito passò da rosso ciliegia a bianco cadaverico in meno di un secondo, tant'è che Erik pensò che l'uomo stesse per svenire e sbattere la testa proprio sul tavolo davanti a lui procurandosi un notevole trauma cranico, ma così non fu.

Rune si ricompose, si lisciò i vestiti con i palmi delle mani e si spazzolò via della polvere immaginaria.

«Non lo sai nemmeno tu cosa c'è scritto nel libro, vero?» Erik sgranò gli occhi quando il suo cervello iniziò ad elaborare la circostanza che si stava venendo a creare.

Rune rimase in silenzio con lo sguardo perso oltre la finestra, smarrito in ogni singolo fiocco di neve norvegese. Aveva rilassato le braccia lungo il tronco sciupato e faceva dei respiri profondi, inspirando ed espirando con il naso.

«Rispondi Rune!» lo esortò Erik alzando la voce e muovendo per aria le braccia in modo sconclusionato.

«Il libro contiene un segreto.» L'uomo rispose con voce apatica, gli occhi ancora lontani e assenti annebbiati da una triste consapevolezza di aver commesso un errore.

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