La guardia davanti a Rune ed Erik ricordava Maciste, ben piazzato, vestito di nero, le spalle larghe erano possenti e una piccola ruga in mezzo alla fronte lo rendeva ancora più minaccioso.
Al Verge più giovane iniziarono a sudare le mani mentre il collega più anziano sembrava a suo agio: i due uomini cercavano di guardare il piantone attentamente negli occhi per cercare di infondergli un senso di fiducia che sapevano perfettamente di non aver rispettato. Erik stava cercando di resistere alla tentazione di infilarsi una mano nella tasca per controllare se la macroSD fosse ancora al suo posto ma non voleva creare dei sospetti nell'uomo in uniforme che aveva davanti. Optò per convincersi che la schedina fosse ancora lì, che non si fosse volatilizzata e che nessuno gliel'aveva rubata.
«Cosa ci fate qui, ragazzi? Non è il giorno di riposo?» chiese la guardia.
Si chiamava Magnor, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, un fisico possente e una trentina d'anni. Lavorava come guardia di sicurezza alla biblioteca da una decina di anni e aveva sempre avuto la passione del body building che lo aiutava ad incutere timore e a tenere lontani i ladruncoli delle scuole superiori.
«Dovevamo controllare una cosa» rispose Rune pacatamente mentre Erik non riusciva a proferire parola a causa di un groppo che gli si era formato in gola.
«Nella Silent Room?»
«Esatto.»
«Non vedo l'ora che venga inaugurata!» continuò Magnor ingenuamente.
«Non manca molto, siamo emozionati anche noi» concluse Rune dando una pacca sulle spalle all'uomo che aveva di fronte.
Erik si obbligò a ridere ma il suo gesto risultò poco deciso e un po' inquietante tanto da beccarsi un'occhiataccia dal collega, preoccupato per quel suo sguardo da psycho. Il ragazzo smorzò il sorriso nascondendo i denti dietro le labbra e tirò leggermente gli angoli della bocca per sembrare più naturale.
Magnor lo guardò di sottecchi ma poi tornò a rivolgersi a Rune: «Quanto manca?»
«Circa un paio di mesi» rispose l'uomo alla guardia.
«Stiamo aspettando l'ultimo libro» disse Erik riuscendo a slegare il groppo legato proprio sopra al suo pomo d'Adamo.
«Sapete già di chi è?»
«Si, ma non possiamo rivelare niente» concluse poi il Verge più giovane strizzando l'occhio a Magnor.
La guardia fece un cenno con il capo per asserire a ciò che gli era stato detto. Magnor allungò un braccio verso la porta d'uscita per fare strada ai Voktere e abbassò il capo in segno di rispetto. Una volta che uscirono dall'edificio, gli auspicò una buona giornata ma non ricevette risposta.
L'aria era satura di petricore che riuscì a tranquillizzare Erik mentre le endorfine lo portavano ad un leggero stato di euforia, aumentando l'esaltazione per non essere stati scoperti facendolo sentire come Arsenio Lupin.I due Voktere rientrarono a casa di Erik grazie ad un altro Førerløs bil recuperato alla stazione vicino alla biblioteca. L'adrenalina di non aver commesso nessun passo falso e la convinzione di riuscire a mettere tutto a posto prima dell'inaugurazione della Future Library, rendeva Rune e il suo collega febbricitanti.
Una volta entrati nel bilocale, si erano fiondati al computer che Erik teneva sul tavolino davanti al divano e vi infilarono la macroSD.
«Sarà protetta da una password» disse Rune prevedendo quello che sarebbe successo di lì a qualche secondo.
«Probabile, ma questa non puoi romperla per vedere che cosa c'è dentro» rispose sarcasticamente Erik.
Rune fece una risatina contento per lo scherno ricevuto.
Dopo alcuni secondi di attesa per il caricamento della SD, si aprì una cartella contenente altre cartelle, circa una cinquantina pensò Erik, e tutte nominate secondo un un codice alfanumerico a loro apparentemente sconosciuto. I Voktere erano sorpresi che non vi fosse una chiave d'accesso ma poco dopo capirono il perché: all'interno delle cinquanta cartelle, ve ne erano altre cento per ogni singola cartella e dentro quelle cento ve ne erano altre settanta. Con un rapido calcolo capirono che dovevano aprire circa trecentocinquantamila cartelle sperando di trovare qualche file che potesse essere utile per contattare l'autore.
«Non c'è un metodo più veloce?» chiese Rune già annoiato dopo aver aperto solamente due cartelle.
«Se sapessi come si chiama il documento che stiamo cercando, sì» rispose Erik scocciato.
«Perché non provi a cercare con l'estensione?»
Il Verge ci pensò un attimo e l'idea del collega non sembrava così male: provò a cercare .doc, .docx, .txt, .jpeg, .png, .pdf e .zip ma solo dopo aver digitato .rar riuscirono a trovare un elemento che poteva fare al caso loro.
Il file era compresso.
Erik provò a spacchettarlo e dopo poco si aprì un documento di testo composto esclusivamente da simboli. Nessuna password proteggeva il file e il perché era piuttosto evidente.
Erik iniziava a sentire freddo e non era più così sicuro di ciò che stavano facendo. Si mise una mano nei capelli e poi la portò al petto per sentire il battito cardiaco accelerare. Il ragazzo si alzò e si diresse verso il lavabo della cucina, prese uno dei bicchieri sporchi che trovò, lo sciacquò e lo riempì nuovamente con dell'acqua pulita poi se lo portò alle labbra tremanti per prenderne un sorso e cercare di calmarsi.
«Cosa saranno tutti quei simboli?» chiese poi Erik appoggiandosi a una sedia. I piccoli emblemi sullo schermo del computer sembravano confondersi e intrecciarsi tra di loro.
«Non ne ho idea» rispose Rune sedendosi sul divano proprio davanti al pc: i cuscini morbidi del sofà fecero sprofondare il Verge più in basso di quanto pensasse facendogli quasi perdere l'equilibrio. L'uomo si sistemò appoggiando i gomiti sulle ginocchia per poi portare le mani giunte sotto al meno, mosse il sedere scodinzolando e si creò la sua cunetta sul divano a suon di scricchioli.
Erik posò il bicchiere ancora mezzo pieno nel lavandino e raggiunse il suo collega, sedendoglisi accanto.
«Hai mai visto una cosa del genere?» chiese Rune al ragazzo che si si era appena seduto in parte.
«No, mai» rispose Erik.
«Voglio provare a fare una cosa, non se se funzionerà» disse poi il Verge prendendo il pc e appoggiandoselo sulle gambe.
Rune selezionò tutti i simboli con il cursore, premette in basso a destra sul trackpad e selezionò la voce copia. Poi aprì uno dei diversi programmi che si utilizzavano per redigere documenti e cliccò nuovamente in basso a destra ma quella volta selezionò incolla.
I simboli non erano cambiati di una virgola ma l'uomo non aveva ancora finito: premette i tasti ctrl e A sulla tastiera contemporaneamente per selezionare tutti i simboli ed infinte aprì la tendina sopra il quale vi era la dicitura font. Selezionò il primo carattere che comparve - il Times New Roman - e vi cliccò sopra: immediatamente la pagina di testo divenne leggibile a chiunque.
«Come ti è venuto in mente?» chiese Erik esultando.
«Katie non è un'hacker e vedendo che né la macroSD né le cartelle al suo interno erano protette da una password, mi sembrava il modo più facile che potesse usare per nascondere qualcosa a occhi indiscreti.»
I due Voktere iniziarono a leggere:Nome: -
Secondo nome: -
Cognome: Ezelstain
Data di nascita: --/--/2029
Luogo di nascita: Oslo, Norvegia
Sesso: -
Nazionalità: Norvegese
Città di domicilio: Pyramiden
Nazione di domicilio: NorvegiaTitolo del libro: La Ballata della Morte
Pagine: -
Consegnato per la Future Library: --/--/2111
Scatola di appartenenza: Biscottiera
Pubblicato il: 01/03/2114Erano poche informazioni, per di più incomplete, ma poteva essere un inizio, come la città di domicilio.
«Il domicilio corrisponderà alla residenza?» chiese Erik voltandosi verso Rune.
L'uomo lo guardò perplesso.
«C'è scritto che è di Pyramiden, forse abita ancora là» spiegò meglio il giovane.
«Pyramiden non esiste più.»

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FUTURE LIBRARY
Misterio / Suspenso2114, Oslo. La Future Library sta per aprire le porte a tutta la popolazione mondiale: una biblioteca composta unicamente da 100 volumi, scritti a partire dal 2014 - uno all'anno - e custoditi gelosamente per non farli leggere a nessuno prima del p...