Capitolo 41

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«Sei sicuro?» chiese il militare sottovoce all'uomo che aveva davanti.

«Signor Erik» L'uomo con le cicatrici girò la schiena alla porta. «Può andare» concluse infastidito.

«Seriamente?» chiese il ragazzo sospettoso mettendosi composto sulla sedia.

«Le accuse sono state ritirate.»

«E da chi erano state fatte?» chiese un po' alterato.

«Queste sono informazioni riservate. Il proprietario della casa in cui si trovava ci ha contattato dopo averlo chiamato svariate volte e ci ha confermato che lo aveva invitato lui. Può andare.»

Erik si alzò dalla seduta insicuro sul da farsi, ma poi iniziò a camminare e passo dopo passo, si avvicinò al sergente, lo superò timido ed uscì dalla stanza.

Il ragazzo si apprestò a raccogliere tutti i suoi effetti personali di cui era stato spogliato all'inizio dagli agenti e che avevano riposto in appositi sacchetti di cellophane trasparente per preservare eventuali prove. Avevano estratto il romanzo di Ezelstain con le pagine vergini dal suo giaccone e avevano classificato anche quello ma dovevano averlo creduto un oggetto di poco valore perché non era stato incartato come tutte le altre cose.

Appena uscito dal commissariato, Erik riempì i polmoni con una bellissima boccata d'aria gelata, tipica del mese di febbraio. Non c'era la nebbia come si aspettava ma iniziava a piovere e le nuvole nere coprivano il cielo. Nonostante fosse inverno, gli uccellini del ghiaccio cinguettavano allegramente e il loro canto riempiva le giornate gelide come quella. Quel tipo di volatile era stato creato in laboratorio e in seguito liberato per le città nordiche appositamente per rendere le giornate meno pesanti in quanto si era scoperto che il canto dei pennuti rilassava le persone che diventavano più maliconiche e lunatiche durante il periodo freddo. Gli Isfugleres erano stati creati grazie ai DNA dell'Usignolo e della Pernice Bianca, fondendoli insieme e riuscendo a ricavarne una nuova razza artificiale da aggiungere alla classe dei dinosauri aviani.

Erik era un uomo libero e quello spiacevole inconveniente non sarebbe rimasto sul suo libretto penale lasciandolo così ancora incensurato, ma la giornata non era ancora finita ed era rimasto ancora con un pungo di mosche.

Gli rimaneva solo una cosa da fare visto che le accuse erano state ritirate: tornare nella villa di Ezelstain.

Il ragazzo pensò che non potevano arrestarlo di nuovo con le stesse accuse se lo stesso proprietario gli aveva assicurato che era stato proprio lui ad invitarlo, così Erik fermò la prima Førerløs bil libera che gli passò sui piedi e si diresse ancora una volta all'indirizzo del mistero: Laramie Gate n. 59.

L'ultima casa sulla sinistra.

Stavolta sperava di trovare qualcosa e non di trovarsi nel solito vicolo cieco. Aveva davvero fatto di tutto per quel dannato libro. Anche facendo mente locale, non riusciva a ricordare un solo istante dove aveva perso di vista i manoscritti o un momento in cui si era fatto fregare da qualcuno che voleva entrare nella Silent Room.

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