Erik aveva passato il pomeriggio a fare altre ricerche su internet per vedere se riusciva a scoprire qualcosa di più sul manoscritto bianco che aveva rubato ma il risultato fu pressoché nullo.
Era stato tentato più volte di aprire il Deep Web ma la sua coscienza lo aveva sempre trattenuto per paura che la N.U.F.V. lo venisse ad arrestare a casa. Certamente, curiosare sulla provenienza di un libro non era paragonabile a comprare droga, spacciare, vendere armi o organi umani ma non si fidava, gli era bastata l'irruzione delle forze armate nell'abitazione di Ezelstain qualche giorno prima. A quel pensiero il cuore gli saltò in gola: il ragazzo si agitò e una vampata di calore si espanse per tutto il suo corpo. Quando lo avevano ammanettato non si era agitato così tanto e nemmeno quando era stato rilasciato ed era tornato nella casa dello scrittore, forse perché l'adrenalina che aveva in corpo offuscava le sue emozioni e il suo pensiero logico portandolo a ragionare d'impulso. Con il senno di poi, si disse di averla vista brutta e ringraziò il suo corpo per aver tenuto i nervi saldi inconsapevolmente.
Erik guardò l'orologio alla parete per la millesima volta in quella giornata e si rese conto che la prossima volta che lo avrebbe controllato si sarebbe sciolto e diventato molle come un quadro surrealista.
Erano le ventidue ed un minuto, la Biblioteca di Oslo aveva appena chiuso e Rune doveva aver messo il primo piede fuori dalla porta della Future Library, così decise di chiamarlo immediatamente per sapere a che ora avrebbero potuto incontrarsi:
«Pronto? Erik?» chiese Rune.
«Ciao Rune.»
«Dimmi.»
«Hai finito di lavorare?» chiese il ragazzo in trepidante attesa.
«Si, proprio in questo momento.»
«A che ora ci troviamo a casa tua per sistemare il libro?»
«Ti avevo detto di riposarti e purtroppo stasera non ci sono. Mi ha chiamato mia madre, è caduta e si è fatta male. Sto andando da lei in questo momento.»
«Oh» disse semplicemente Erik un po' sconfortato.
«Facciamo domani sera?»
«Purtroppo domani dopo il lavoro ho un impegno.»
«Non ti preoccupare, posso continuare anche da solo.»
«Va bene, ma dobbiamo sbrigarci! Dobbiamo riscriverlo e rilegare i fogli.»
«Potremmo anche semplicemente metterli insieme alla bell'e meglio, rilegarli e mettere il libro al suo posto» propose Rune sghignazzando.
«Assolutamente no! Dobbiamo cercare di sistemarlo come lo aveva pensato Ezelstain. In fondo tu lo hai letto il libro, hai visto come era rilegato e che carattere ha usato per scriverlo. Dobbiamo fare un lavoro certosino.»
«Con "dobbiamo" intendi che lo debba fare io?» chiese Runo con voce scura.
«No, lo faremo insieme, ma tu sei avvantaggiato. Io posso solo immaginare e fare supposizioni, tu invece lo sai per certo» concluse Erik giustificandosi.
«Va bene, domani sera ci metteremo all'opera.»
«Domani sera non posso esserci» gli disse il ragazzo con un tono sconsolato misto a rabbia.
«Ci penserò io!» sbuffò Rune dimenticandosi dell'assenza del collega. Erik era sicuro di averlo sentito bisbigliare "come tutte le volte" ma non volle aggiungere altra brace al fuoco e lasciò perdere.
«Lo possiamo fare tra due sere.»
«Hai detto che il tempo scorre, farò da solo» concluse Rune scocciato.
«Non ho detto così.»
«Il succo del discorso era quello.»
Erik non voleva litigare con il suo collega, lo avrebbe visto il giorno dopo al lavoro e passare tutta la giornata in silenzio non era affatto la migliore delle cose. Il ragazzo pensò che l'uomo fosse stanco per le mansioni a cui aveva dovuto adempiere quel giorno e che la caduta della madre non lo avesse di certo messo di buon umore.
«Va bene, ci vediamo domani. Spero che tua madre stia bene» concluse Erik.
«A domani» disse Rune prima di riattaccare senza nemmeno chiedere al collega la motivazione della sua mancanza all'appuntamento della sera seguente.
Erik lasciò cadere il cellulare sul divano e andò a dormire.

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FUTURE LIBRARY
Mystery / Thriller2114, Oslo. La Future Library sta per aprire le porte a tutta la popolazione mondiale: una biblioteca composta unicamente da 100 volumi, scritti a partire dal 2014 - uno all'anno - e custoditi gelosamente per non farli leggere a nessuno prima del p...