La sveglia a Pyramiden era data dalla sirena dell'allarme della vecchia miniera di carbone. Erik si mise a sedere sul letto e controllò che ore fossero: le nove del mattino. Aveva dormito così profondamente che il tempo era volato e non si era nemmeno reso conto di tutte le ore che aveva dormito.
L'uomo si alzò dal giaciglio e si rese conto di non aver nemmeno chiuso le tende la sera precedente: se non fosse stato per l'orologio che segnava le 9 del mattino, sarebbe stato certo che fosse ancora notte fonda. Nelle isole Svalbard, nei mesi tra novembre e fine gennaio, il sole si trovava tra i sei e i dodici gradi al di sotto dell'orizzonte, questo portava a non avere la luce diurna nei mesi invernali ma poteva creare delle spettacolari aurore boreali.
Erik non ne aveva ancora vista una.
Il Verge si sgranchì le gambe e guardò fuori dalla finestra. Il cielo fuori era sereno. Poi si avviò in bagno per darsi una rinfrescata e spegnere il condizionatore che aveva creato il perfetto microclima primaverile rilassante e accogliente. L'uomo rimise i vestiti del giorno precedente e prima di lasciare la camera, si imbacuccò per bene infilandosi persino i guanti non sapendo come era messo il resto dell'hotel. Erik uscì nel corridoio trascinando la sua valigia come una fedele compagna e notò immediatamente che il riscaldamento non era stato acceso. Il freddo si era impregnato nei muri dando l'impressione all'uomo di essere in un igloo enorme. Quando raggiunse quella che una volta doveva essere la sala da pranzo, si rese conto che il freddo non era più così presente ed Hector doveva aver notato il suo stupore perché lo informò subito:
«Ho lasciato il riscaldamento acceso tutta la notte. Non potevamo fare colazione con gli orsi bianchi» scherzò il custode.
«Mi sembra che tu abbia avuto un'ottima idea» rispose immediatamente Erik slacciandosi la giacca e sedendosi all'unico tavolo apparecchiato.
Dopo qualche minuto li raggiunse anche Jørgen. Aveva i capelli arruffati ma sembrava piuttosto riposato.
«È possibile avere un Karsk?»
Erik sgranò gli occhi stupito per quella richiesta alcolica, ma in fondo lui non era nessuno per giudicare.
La sala da pranzo era piuttosto anonima, le pareti erano tinteggiate di rosso mentre il soffitto ripotava dei motivi circolari disegnati di giallo e rosa. Il pavimento era ricoperto di parquet geometricamente disposto a spina di pesce, i tavoli sembravano fatti di legno di ciliegio mentre le poltroncine erano ricoperte di velluto rosso sullo schienale e di velluto verde sulle sedute. La loro tavola era imbandita di prelibatezze appoggiate su una tovaglia a quadri bordeaux con al centro un porta tovaglioli antico come la struttura. Rune lo avrebbe definito vintage.
L'odore del caffè aveva riempito l'aria ed Erik non vedeva l'ora di mettere delle uova sotto ai denti e di bere qualcosa di caldo.
Hector raggiunse i due uomini con del caffè caldo e una bottiglia di alcol per Jørgen. Appoggiò il vassoio proprio al centro del tavolo e si sedette, iniziò a riempire il suo piatto di cibo ed Erik lo seguì a ruota riempiendo il suo di formaggio, burro, marmellata, pane di segale, prosciutto e salmone affumicato, prese anche una scodella di muesli e una tazza abbondante di caffè bollente.
Niente uova e niente bacon.
Erik finì di mangiare prima degli altri due e non vedeva l'ora di iniziare le sue ricerche.
Hector sparecchiò senza fretta e il Verge aspettò seduto al suo posto. Poi il guardiano si rivestì con la stessa lentezza infilandosi il giubbotto, seguito da sciarpa, berretto, guanti e un fucile indossato come se fosse una borsetta, portato su una sola spalla. A causa degli orsi bianchi, la zona non era sicura e il guardiano era tenuto a proteggere tutti i visitatori.
«Prima possiamo fare un giro turistico, poi possiamo fermarci nel mio ufficio per i documenti che ha richiesto» disse Hector a Erik.
Il guardiano della Future Library fece spallucce, come se non gli importasse della gita in quella specie di colonia abbandonata ma non voleva nemmeno essere sgarbato e pensò che dopo l'ingente somma che aveva versato per essere lì a fare tutte le domande del caso, una visita guidata del posto non gli avrebbe fatto di certo male. Per poter avere le informazioni richieste si era spacciato per un bisnipote alla ricerca della sue origini per poter delineare il suo albero genealogico.
«Partiamo subito» concluse poi Erik saltando in piedi.
«Io vi aspetterò qui» disse Jørgen rimanendosene al caldo.
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FUTURE LIBRARY
Misteri / Thriller2114, Oslo. La Future Library sta per aprire le porte a tutta la popolazione mondiale: una biblioteca composta unicamente da 100 volumi, scritti a partire dal 2014 - uno all'anno - e custoditi gelosamente per non farli leggere a nessuno prima del p...