L'ansia mi stava lentamente divorando le budella mentre con gli occhi fissi sull'ingresso degli arrivi dell'aeroporto di San Diego aspettavo trepidamente che Matthew si facesse vivo. La mano di Cassiopea schiaffeggiò la mia gamba bruscamente.«Stai per far venire un terremoto, smettila di muoverti come se avessi un cazzo di insetto sotto i vestiti Vega.»
La allontanai malamente da me alzandomi da quella sedia di plastica dura e scomoda che mi stava appiattendo il sedere.
Lei non capiva, non poteva capire, nessuno di loro poteva. Matthew era stata la mia unica fonte di luce negli ultimi cinque anni e nei precedenti sei mesi ancora di più. Era stato il mio salvagente letteralmente.
Uno sbuffo annoiato da parte di Alya le valse una delle mie occhiate omicide. Lei si strinse nelle spalle tornando a dedicare la sua completa attenzione al cellulare.Ero con tutte e tre le mie sorelle, che per inciso non avevo invitato io, erano state loro a voler venire per forza con me, io ne avrei fatto volentieri a meno.
«Alya nessuno ti ha chiesto di venire con noi, sei stata tu a insistere perché ti portassimo. Non hai nient'altro da fare? Tipo studiare o salvare qualche povero animale indifeso da una probabile estinzione?»
La mia acidità era dovuta per lo più all'ansia che stavo provando in quel momento. Erano le sette del mattino del quattro Luglio e Matthew era riuscito a trovare un volo a un orario decente per un pelo. Alya assottigliò gli occhi con una smorfia, lasciò cadere il telefono sulle gambe incrociando le braccia al petto, i capelli sciolti svolazzarono ovunque a quel gesto.
«Scusa tanto se voglio conoscere il tizio con il quale mia sorella ha avuto a che fare negli ultimi anni.»
Alzai gli occhi al cielo sbuffando.
Dio dammi la forza.«Matthew non è nessun tizio, è il mio migliore amico quindi per cortesia, siate gentili con lui. Se doveste farlo sentire a disagio o anche solo fare qualcuna delle vostre stupide battutine o pessime uscite giuro su Dio che ve la faccio pagare.»
Guardai esplicitamente Cass che per tutta risposta inarcò un sopracciglio senza cambiare espressione, sembrava un manichino mono espressivo, aveva la stessa vitalità di un vecchio bradipo zoppo ma con la testa di un Black Mamba.
«Allora avresti dovuto parlarne prima con Sirio, è lui quello pericoloso.»
Alya aveva ragione, ma avevo già messo in guardia anche i due maschi Wayne. Solo Meda se ne stava in silenzio e tranquilla, l'espressione serena con un piccolo sorriso stampato sul viso.
Una santa.
Dovevo preoccuparmi molto probabilmente. Finalmente tra gli arrivi scorsi un'alta figura familiare.Indossava dei jeans scuri e una maglietta bianca, un borsone nero appeso sulla spalla, gli occhiali poggiati sui capelli e gli occhi che si guardavano intorno alla ricerca di me fin quando mi trovarono. Il sorriso che mi regalò avrebbe potuto accecare chiunque lì dentro. L'eccitazione mi fece urlare come una scolaretta prima che iniziassi a corrergli incontro.
Gli saltai in braccio allacciandogli le gambe intorno alla vita mentre lui rideva stringendomi a sé facendomi girare. Chiusi gli occhi inspirando profondamente il suo profumo così familiare e calmante.
Ero a casa.«Piccola Veggy!»
Allontanai il viso per poterlo guardare in faccia. Le labbra rosa ancora all'insù, gli occhi che mi scrutavano attentamente il viso per cercare di notare anche la più minima cosa. Gli strinsi le guance tra le mani tempestandolo di baci ovunque facendolo ridere a gran voce.
«Smettila Vega!»
Il tono lamentoso e puramente finto mi fece ridere. Quando fui certa di aver dato abbastanza spettacolo gli scesi di dosso prendendolo per mano.
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Universe's Voice
RomanceEssere la secondogenita di sei figli non è mai stato semplice, crescere circondata da cinque fratelli e sorelle, imparare a dividere e condividere tutto, ma Vega ha sempre amato tutto questo. Una famiglia numerosa, amorevole e sempre pronta a sosten...