Cassiopea
La moto sfrecciava per le strade della città in maniera allarmante. La velocità era troppo alta ma non mi importava. Facendo lo slalom tra le auto e beccandomi insulti e suonate di clacson da parte degli altri guidatori arrivai fuori la struttura in meno di dieci minuti.
Parcheggiai la moto a caso, quasi dimenticai di mettere il cavalletto e togliere le chiavi.Sfilando il casco integrale con mano tremante presi la chiave della porta ma mi cadde due volte sull'asfalto.
Imprecai tra i denti vedendo la forma sfocata delle chiavi tra le lacrime.«Cazzo. Andiamo.»
Al terzo tentativo riuscii ad aprirla, non usai l'ascensore e mi diressi come un fulmine su per le scale.
Era lì. Sapevo che c'era. Aveva l'abitudine di fermarsi in studio oltre l'orario lavorativo.Spalancai la porta con foga facendola scontrare al muro. Due occhi di ghiaccio scattarono su di me.
Avevo il fiato corto e il petto che bruciava sotto la foga di quell'angoscia.«Wayne che ci fai a quest'ora nel mio ufficio?»
Non risposi, rimasi in piedi al centro della grande stanza a fissarlo.
Il casco mi scivolò sul costoso tappeto persiano che ne attutì la caduta.«Devi aiutarmi.»
Non so come feci a mantenere la voce così ferma e risoluta.
Le sopracciglia corvine scattarono in alto in un'espressione di puro godimento.«Bene, bene, bene e così anche la grande, forte e indipendente Cassiopea Wayne ha finalmente ceduto e chiede a me di aiutarla. Devi essere messa davvero male.»
Non riuscii più a trattenere quel singhiozzo bastardo che mi sfuggì dalle labbra.
«Cassiopea?»
Coprii la bocca con il dorso della mano accettando finalmente quelle lacrime.
Scattò in piedi, il viso preoccupato, e fece giusto in tempo ad afferrarmi prima che crollassi sul pavimento tormentata da quel pianto.«Cassiopea che ti succede?»
Provai a parlare senza risultato, stringendo la camicia azzurra che indossava e inzuppandola di lacrime.
«Gesù, così mi fai preoccupare.»
Le braccia mi circondarono sostenendomi.
«Ti prego Viktor, sei l'unico che può aiutarmi.»
Riuscii a dire tra i singhiozzi.
«Certo, certo che ti aiuto ma per favore adesso calmati e spiegami cos'è successo.»
Singhiozzando ancora mi aiutò a sedermi sul divano che aveva in ufficio. Una mano poggiata sulla mia gamba e l'altra dietro la testa ad accarezzarmi per cercare di infondermi un po' di conforto.
«Si tratta di Vega.»
Annuì facendomi cenno di continuare con il racconto.
Facile a dirsi.
Le sue parole mi rimbombavano ancora nella testa, crudeli e feroci.«Ci ha raccontato cosa l'ha tenuta lontano da noi.»
«Per favore Cassiopea parla...»Come facevo a spiegarglielo? Quel dolore che mi aveva annientata.
Stava per morire... sarebbe sicuramente morta se Matthew non fosse arrivato.
Ed io? E noi? Cosa stavamo facendo noi in quel frangente?
Forse eravamo usciti tutti insieme a divertirci.Probabilmente ero a litigare con Viktor e a urlare contro Sirio.
Forse Alya era ad uno dei suoi appuntamenti disastrosi.
Andromeda rinchiusa in casa a lavorare su pratiche assurde.
Con molta probabilità Altair era seduto comodamente nella sua casa a coccolarsi con Sophie.
La mamma e il papà usciti a cena fuori.
Non sapevo neanche quando fosse successo. Forse era un sabato o un mercoledì qualunque per noi.
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Universe's Voice
RomanceEssere la secondogenita di sei figli non è mai stato semplice, crescere circondata da cinque fratelli e sorelle, imparare a dividere e condividere tutto, ma Vega ha sempre amato tutto questo. Una famiglia numerosa, amorevole e sempre pronta a sosten...