- Los Angeles, California.
- 24 Dicembre.La musica natalizia riempiva tutto l'ambiente con le sue note allegre che sapevano di casa e vecchi ricordi.
La mamma si era impegnata al massimo delle sue forze sia con le decorazioni che con il cibo quella sera.
Il grande albero allestito nel salone era pieno di lucine e decorazioni di ogni tipo.
Ai suoi piedi c'era una distesa immensa di regali di ogni dimensione e colore.Il Natale era sempre stata la festività preferita in casa Wayne e si vedeva dall'entusiasmo che aleggiava in casa.
Eravamo tutti a Los Angeles per le festività natalizie, finalmente ero lì anche io con loro.
Erano passati due mesi, due lunghi, tesissimi e duri mesi.Matt aveva trovato casa, a poca distanza dalla nostra oltretutto, e si era trasferito a Novembre. Claire era andata con lui, alla fine aveva deciso di restare, non voleva tornare a New York da sola e la clinica le aveva mandato una lettera di licenziamento. Mancavano fondi e avevano dovuto tagliare il personale.
Adesso aveva trovato lavoro nello stesso ospedale di Sirio.Joy era felice perché ci vedeva tutti insieme ed era contenta di andare all'asilo e farsi tanti amichetti nuovi che parlavano con quell'accento strano così diverso da quello newyorkese.
Phoenix si era completamente ripreso, la ferita era guarita bene anche se sarebbe rimasta per sempre la cicatrice. Vedevo come la osservava ogni sera prima di andare a letto, come la sfiorava con rabbia trattenuta.
Non per lui.
Per me.
Per ciò che mi era stato fatto.
Per ciò che quella cicatrice significava.
Ed io mi premuravo ogni sera di baciarla e scacciare via quella rabbia.Non c'era più posto per la rabbia.
Aveva anche ripreso a lavorare così come me. Matt stava editando il libro per poi inviarlo in casa editrice. Si era licenziato dalla casa editrice di New York ed io, essendo lui mio manager ed editor, lo avevo ovviamente seguito.
Adesso lavorava per una piccola casa editrice di San Diego che da quando aveva anche me nel proprio repertorio di scrittori poteva vantare di essere cresciuta e avrebbe continuato a farlo una volta pubblicato il nuovo libro.Inoltre ero diventata socia dell'Iris Gallery e passavo lì le mie giornate a lavorare aiutando le ragazze con le vendite o con la contabilità.
Un paio di volte ero riuscita a portarci anche Cassiopea.«Vino, bella ragazza?»
Sorrisi all'indirizzo di Altair accettando il calice di vino rosso che mi stava porgendo.
Quante cose potevano cambiare in soli due mesi.
Case, lavori, vite...
Mi stupiva sempre la capacità mutevole della vita.
Era terrorizzante e affascinante allo stesso tempo.«Perché sei qui a fissare l'albero invece che essere con gli altri a litigare sui posti a tavola?»
Ridacchiai bevendo un sorso di vino saporito e forte. Leggermente speziato.
«Pensavo.»
«A cosa?»Strinsi le spalle.
«A tutto e niente insieme. Sono passati due mesi...»
Due mesi durante i quali avevo imparato a conoscere Phoenix in ogni sfaccettatura e lui a conoscere me.
Due mesi di paure e incertezze.
Qualche litigata ma tanto, tanto sesso riappacificatore.
Come quello successivo alla confessione su me e Matt.Mi divertiva sempre un mondo ricordare quel giorno, un po' meno ricordare come non aveva parlato per tutta la mattinata fino a quando non era tornato dal lavoro la sera.
•
«Sei pronto a parlarne?»
Gli sussurrai. Lo guardai togliersi la giacca e sistemarla con cura sulla spalliera del divano, poi sciolse la cravatta e abbandonò anche quel pezzo di stoffa sulla giacca.
Slacciò i polsini della camicia azzurra e li sollevò mettendo in mostra gli avambracci e i bracciali che gli adornavano il polso.
Lo sguardo mi cadde su quello che ora faceva compagnia al braccialetto dell'amicizia.
STAI LEGGENDO
Universe's Voice
RomanceEssere la secondogenita di sei figli non è mai stato semplice, crescere circondata da cinque fratelli e sorelle, imparare a dividere e condividere tutto, ma Vega ha sempre amato tutto questo. Una famiglia numerosa, amorevole e sempre pronta a sosten...