Non chiusi occhio, per l'ennesima notte, ma stavolta nessun incubo, ero solo rimasta sveglia a fissare e accarezzare quel bracciale d'argento che faceva bella mostra di sé sul mio polso, come una stupida quindicenne.
Ed era la stessa cosa che stavo facendo in quel momento, seduta all'isola della cucina, una tazza ancora piena di caffè orma freddo davanti e lo sguardo sull'oggetto de mio interesse.
Stavo messa proprio male.«Veggy ti sta prendendo fuoco il cervello.»
Il tono canzonatorio di Matt mi riportò bruscamente alla realtà, gli dedicai una smorfia infastidita guardandolo versarsi il succo in un bicchiere.
Il sorrisetto di scherno che mi rivolse gli causò uno schiaffo dietro la nuca.«Ahia.»
Borbottò massaggiando il punto dove lo avevo colpito.
«Allora Cenerentola, sei tornata dopo la mezzanotte, con entrambe le scarpette e la tua faccia mi dice che nessuna carrozza si è trasformata in una zucca. Presumo che sia andata bene la serata.»
Sorseggiò il succo, rumorosamente, solo per darmi fastidio. Sbuffando poggiai la guancia sulla mano sollevando l'altro braccio per permettergli di vedere il mio nuovo accessorio preferito.
Inarcò le sopracciglia in un'espressione di ironico stupore.«Oh wow facciamo passi da gigante, un giorno vi scannate e quello dopo vi scambiate gioielli, voi sì che sapete come funzionano le relazioni umane.»
Un altro schiaffo.
Un altro lamento da parte sua.«Il prossimo colpo ti arriva nelle palle.»
«No ti prego! Mi servono per dar vita ai tuoi nipoti!»Strinsi gli occhi a due fessure guardandolo male. Avevo dimenticato quanto fosse iperattivo la mattina il mio amico, più fastidioso di una zanzara o di Sirio.
Colpa mia, Sirio non era poi così insopportabile. Solo il 90% del tempo, il resto 10% avevi voglia di picchiarlo.«Va bene, niente commenti stupidi! Sul serio, è andato tutto bene?»
Abbassai lo sguardo sul bracciale annuendo con un piccolo sorriso.
«Sì...»
Sospirando mise a posto il bicchiere vuoto nella lavastoviglie e avvicinandosi mi scompigliò i capelli con un gesto affettuoso.
«Sono contento. Mi metto a lavoro per il viaggio a New York, devo sistemare delle cose prima della nostra partenza.»
Irrimediabilmente mi irrigidii pensando a quel viaggio improrogabile che ci aspettava.
«Tranquilla.»
Il viaggio a New York era stato anticipato di due settimane, avevo sperato di avere più tempo per potermi preparare mentalmente e invece saremmo dovuti partire tra due giorni e restare lì per altri tre.
Tremai dentro avvertendo l'ansia stringermi lo stomaco.«Matt?»
Lo richiamai titubante mentre si accingeva a salire in camera. Fermò la sua corsa girandosi verso di me.
Dovette notare il mio turbamento perché il viso si ammorbidì perdendo la vena ironica di poco prima.«Ho pensato a tutto io, Vega. Passeremo tre giorni a New York e saremo tanto impegnati che non te ne accorgerai neanche. Inoltre nessuno tranne le persone interessate, sanno che stai per tornare. Andremo alle riunioni e torneremo direttamente in hotel. Andrà bene.»
Sì... lo speravo davvero.
•
«Dove sei? Sento un casino assurdo.»
Scesi dall'auto tenendo il cellulare premuto contro la spalla e l'orecchio.
Ero uscita per fare la spesa, da quando Matt viveva con me non potevo costringerlo a cibarsi delle mie solite schifezze o non cibarsi affatto, quindi dovevo rifornire un po' di roba che era finita.
STAI LEGGENDO
Universe's Voice
RomanceEssere la secondogenita di sei figli non è mai stato semplice, crescere circondata da cinque fratelli e sorelle, imparare a dividere e condividere tutto, ma Vega ha sempre amato tutto questo. Una famiglia numerosa, amorevole e sempre pronta a sosten...