Presi un respiro profondo.
Poi due... tre... quattro.
Nulla, non funzionava. Il cuore continuava a palpitare contro il torace in modo frenetico e le mani a sudare come non mai. Le strofinai contro la gonna di jeans per asciugarle.
Riprovai ancora.
Un respiro. Due respiri. Tre respiri.
Niente, dannazione.Dovevo calmarmi, per forza. Stavamo per entrare a casa di Sirio dove avremmo festeggiato il compleanno dei gemelli in un pranzo dedicato solo ai famigliari e forse una o due persone in più ma in quello stato non potevo presentarmi. Avevo ignorato le loro chiamate e messaggi per tutta la mattina e non perché non volessi sentirli ma il semplice motivo era che avevo passato le ore precedenti stesa a letto assimilando e razionalizzando quanto accaduto la sera prima.
Mi ero decisa ad alzarmi solo un'ora prima per prepararmi fisicamente e mentalmente per quel pranzo in famiglia.Matt non aveva mai lasciato il mio fianco e quella mattina sembrava carico per controbattere a qualsiasi cosa gli avrebbero detto i ragazzi, qualsiasi attacco da parte loro, ecco, quella era la cosa che mi spaventava di più, un loro possibile scontro perché mi trovavo proprio nel mezzo senza sapere da che parte stare.
Riprovai un'altra volta ancora.
Un respiro. Due respiri. Tre respiri.
La mano calda di Matt si fermò alla base della mia schiena sospingendomi verso la porta d'entrata.«Stai fissando quella porta da dieci minuti Veggy e saremmo dovuti essere dentro venti minuti fa. Andrà bene tranquilla.»
La sua voce pacata ebbe l'effetto calmante che stavo cercando da più di un'ora, a saperlo l'avrei fatto parlare di più quella mattina invece di chiudermi nel mio mutismo selettivo.
Mi schiarii la gola e facendomi forza suonai il campanello. Dall'altro lato proveniva il cicaleccio delle ragazze e le risate dei ragazzi. Un rumore di tacchi sul pavimento e poi la porta bianca si aprì rivelando Alya in tutto il suo splendore in un abito verde salvia che le faceva risaltare gli occhi.Rimasi impalata a fissarla in silenzio, non sapevo cosa fare né cosa dire ma per fortuna ci pensò lei. Mi regalò il suo sorriso più bello con tanto di fossette prima di abbracciarmi. Mi irrigidii un poco.
Le sensazioni della sera prima erano ancora vivide nella mia testa e sulla mia pelle tanto che sembravano bruciarmi l'epidermide. Non era bastata la lunga doccia fredda della sera prima, né il forte sfregare della spugna fino ad arrossare la pelle delicata.
«Sei in ritardo Vivi, mi stavi facendo preoccupare, ho scommesso con Sirio che saresti stata puntuale ora devo dargli trenta dollari.»
Lasciai uscire la tensione ridendo.
«Scusa tanto, prometto che mi farò perdonare per la perdita del tuo portafoglio.»
Si allontanò puntando gli occhi su Matt, l'espressione gioviale si raffreddò un pochino ma lui parve non farci caso anzi era rimasto immobile a fissarla aspettandosi una sua mossa, gli occhi che la studiavano attentamente, in attesa.
«Se è stata colpa tua sappi che devi darmi la metà da pagare a Sirio.»
L'espressione di Matt si ammorbidì nell'immediato e le sorrise entrando in casa.
«Contaci.»
Le fece l'occhiolino e lei arrossì ridacchiando imbarazzata.
«Andiamo, gli altri sono fuori al porticato, mangeremo lì.»
La seguimmo attraverso il salone per poi uscire su un porticato completamente in legno chiaro che dava sul giardino grande dove c'era un tavolo già imbandito per il pranzo.
Quando arrivammo tutti si zittirono per una manciata di secondi. Sentii l'ansia banchettare con lo stomaco mentre mi torcevo le dita delle mani dietro la schiena. Tossii e spostai una ciocca sfuggita dallo chignon basso.
STAI LEGGENDO
Universe's Voice
RomanceEssere la secondogenita di sei figli non è mai stato semplice, crescere circondata da cinque fratelli e sorelle, imparare a dividere e condividere tutto, ma Vega ha sempre amato tutto questo. Una famiglia numerosa, amorevole e sempre pronta a sosten...