Capitolo Dieci

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Il giorno della cerimonia i preparativi iniziarono molto presto nonostante si sarebbe svolta nel tardo pomeriggio.
Doveva essere tutto perfetto.
Avevo sentito quella frase ripetuta da mia madre fino alla nausea.

Però ne era valsa la pena, il giardino risplendeva nella sua magnificenza pieno di fiori bianchi e azzurri, lanterne ovunque e tante piccole lucine che sembravano stelle.

L'arco era stato allestito al centro e addobbato con una moltitudine di fiori dai colori tenui che emanavano un profumo buonissimo nell'aria.
La serata si prospettava calda e piena di stelle. I tavoli rotondi erano stati messi nella parte interna, addobbati di segna posto a forma di pianeti.
L'avevo detto che erano fissati con l'universo e ogni cosa che lo riguardasse.

Proprio per questo ero sempre più convinta del regalo che avevamo scelto, la mamma sarebbe impazzita nel vederlo. Non vedevo l'ora.

Un bussare alla porta e il suo conseguente spalancarsi senza aspettare il mio consenso mi distrassero dalla mia contemplazione alla finestra.

Ero pronta, avevo indossato il vestito e sistemato i capelli raccogliendoli in una morbida acconciatura che lasciava qualche ciocca a incorniciare il viso, mi mancava solo trucco.
Cassiopea entrò come un razzo sbuffando e lamentandosi.
Anche lei si era già vestita ed era favolosa, il colore chiaro le faceva risaltare i capelli corvini e quegli occhi di smeraldo.

«Che ti prende?»

Con un altro sbuffo, più forte del primo, si accomodò davanti alla mia postazione trucco.

«Devi farmi i capelli, non riesco ad aggiustarli in modo decente e sto per rasarli.»
«Solo se tu mi aiuti con il trucco.»
«Andata.»

Ridacchiai avvicinandomi alle sue spalle, i capelli mossi le arrivavano quasi al collo ormai. Non potevo legarli tutti essendo corti così optai per due trecce morbide ai lati  decorandole con dei punti luce e lasciando il resto sciolto.

«Sei fantastica, ora tocca a te.»

Mi lasciò il posto iniziando a trafficare con il mio viso.

«Come sta mamma?»

Roteò gli occhi, non portava la sua solita linea marcata di eyeliner e mi sembrava così strana, aveva il viso di una bambina.

«Sembra una fottuta isterica, come se non si fosse già sposata.»

Risi e lei mi ammonì perché mi stavo muovendo troppo.

«Meda e Aly?»
«Meda è pronta, Alya starà ancora cercando di capire quale rossetto abbinare al vestito. Sirio l'ho lasciato che litigava con il nodo della cravatta, Altair e Sophie sono già di sotto. Perfettini del cazzo.»

Non potei evitare di ridere ancora beccandomi un buffetto ammonitore sul naso.

«Se ti muovi ancora ti cavo un occhio.»

Le feci la linguaccia arricciando il naso.

«Matt?»

Stavolta lo schiaffo lo ricevetti sul braccio e fece male.

«Vuoi smetterla? Il tuo amichetto del cuore è pronto e sta con Altair e Sophie.»

Aprii ancora la bocca ma il suo sguardo mi fece passare la voglia di parlare. Rimanemmo in silenzio per un po', io con gli occhi chiusi e lei che finiva la sua opera.

«Phoenix?»

Chiesi titubante. Il pennello sulla mia guancia si fermò per tre secondi prima di riprendere il suo lavoro.

«Phin non è ancora sceso.»

Non mi mossi più né dissi niente per i restanti dieci minuti.

«Fatto.»

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