Ritorno a New York

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Marco

Finalmente sono sul treno. Non vedo l'ora di sedermi e di rilassarmi un po', visto che sono un po' stanco e mi aspetta una giornata movimentata. Tra l'altro, quando arriverò a New York, dovrò dedicarmi pienamente al mio lavoro e ai miei pazienti e so già cosa mi aspetta.
Spero solo che Miriam non faccia sciocchezze e che la piccola Sofia non sia peggiorata...

Quella piccola bambina ha bisogno di un trapianto al cuore e io non posso permettermi di aspettare oltre. Spero solo che, in questi giorni, sia balzata in cima alla lista, altrimenti mi toccherà pensare a un'ulteriore possibile cura per cercare di allungare la sua vita e non sarà facile.
Prende già troppi farmaci per la sua tenera età e non mi va di caricarla troppo con altri medicinali. Tra l'altro, essendo troppo piccola, non può prendere dosi elevate e le piccole dosi di farmaci che prende, purtroppo, non sono abbastanza...

Cammino alla ricerca di un posto, ma sembra un'impresa impossibile, visto che il treno è tutto pieno.

Mi toccherà stare alzato per quasi tre ore di viaggio.

Bene, di male in peggio.

Quasi quasi avrei preferito andare in taxi, anche se avesse guidato quel signore strano che non faceva altro che fare domande strane e impertinenti...

Continuo a camminare alla ricerca di un possibile posto, quando vedo un vagone completamente libero o meglio...c'è solo una persona seduta.

Finalmente...adesso potrò riposarmi un po'.

Saluto il signore qui davanti a me e mi siedo anche io.

C'è un'aria viziata e un odore insopportabile qui dentro.

Provo ad aprire il finestrino, ma sembra bloccato.

Bene, sarà un viaggio molto lungo...

Inspiro profondamente per cercare di rilassarmi, ma non ci riesco. L'odore qui dentro è troppo forte.

Temo di capire di chi sia la colpa...

Questo signore qui, seduto di fronte a me, ha un problema di bromidrosi plantare.

Ecco perché nessuno si è voluto sedere qui, accanto a lui, in questo vagone.

Dovrò sopportare questo cattivo odore e non posso prendermela neanche con lui. Poverino...lui in fondo che c'entra?

"Posso farcela. Devo farcela". Mi ripeto continuamente.

Sospiro e cerco di rilassarmi, ma non ci riesco.

L'uomo di fronte a me, sarà un uomo di circa 50 anni, un uomo asiatico, un giapponese o un cinese, ma credo più un giapponese ed è consapevole del suo problema, ma non capisco perché non faccia qualcosa.
Anche se non è colpa sua avere questo tipo di problema ai piedi, ci sono tante cure. Perché non farle?

Lui mi guarda ed è consapevole del fatto che io abbia capito il suo problema, ma non dice nulla.

Penso di scoppiare da un momento all'altro. Non posso farcela...devo farcela...

In fondo che saranno mai tre ore di viaggio?

Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi, quando si siede, accanto a me, un altro uomo, ignaro probabilmente del cattivo odore che c'è in questa zona.

L'uomo accanto a me non dice nulla, ma, dopo quindici minuti circa, si alza e se ne va.

Come lo capisco. Non ce la faceva più a stare lì con quell'odore.

Io cerco di non pensarci e guardo il paesaggio dal finestrino, sperando di arrivare il prima possibile.

Per fortuna, il treno non si ferma in tutte le stazioni e, tra un paese e l'altro, arriviamo quasi a destinazione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 03 ⏰

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