COLE'S POV
Mentre finisco di leggere gli ennesimi documenti che mio padre mi ha inviato affinché io li controlli, un bussare deciso alla porta mi interrompe.
<<Avanti>>
Sbuffo appoggiandomi sfinito sullo schienale della sedia.
<<Mi dispiace disturbarla signorino, ma c'è un ospite per lei in sala>>
Mi informa la domestica, la stessa che ha fatto irruzione nella mia camera il primo giorno questa volta però, ha un'aria più sicura e un tono più deciso.
<<Va bene>>
Le dico congedandola, nascondendo al tempo stesso la mia sorpresa: siamo in città da pochi giorni e non ho mai messo piede fuori da quando siamo arrivati, quindi non mi aspettavo visite. L'ospite che sta attendendo in sala non può essere una delle amiche di Micòl visto che altrimenti avrebbero informato lei, deve essere una delle persone che conosciamo o altrimenti non l'avrebbero fatto entrare e addirittura permesso di accomodarsi in sala. Sfinito mi alzo dalla sedia e lascio l'ufficio di mio padre per andare a controllare chi sia. A passo deciso entro nella grande sala ritrovandomi una figura dai capelli castani seduta di spalle su uno dei divani bianchi presenti nella stanza. Sembra aver percepito la mia presenta perché si alza e si gira nella mia direzione rivelando un volto a me molto familiare.
<<Cole amico mio>>
Esclama allargando le braccia e studiandomi dal basso verso l'alto, è Alexander, il mio migliore amico ormai da diversi anni.
<<Alex>>
Affermo accennando un sorriso, felice e sorpreso di vederlo qui davanti a me.
<<Dapprima sono stato sorpreso di ricevere l'invito alla festa, incredulo del fatto che siete tornati, ma poi ho deciso di fare un salto per venire a trovare il mio carissimo amico>>
Dice rivelando un sorriso tra il divertito e l'imbarazzato. Dopo il mio attimo di stupore mi avvicino a lui e lo accolgo in un abbraccio che dura tutto il tempo necessario per riprendere familiarità l'uno con l'altro.
<<Ehi bello, certo che ti sei fatto molto più bello. Quest'anno farai impazzire mezza popolazione femminile>>
Esclama squadrandomi attentamente mantenendo le sue braccia tornite sulle mie spalle.
<<Ma smettila. Certo che non sei proprio cambiato e rimani il solito sbruffone>>
Lo schernisco dirigendomi verso la lunga tavola a pochi metri dal divano.
<<No, ma che scherzi. Comunque mi sei mancato>>
Aggiunge poi abbassando leggermente il volume della voce, in risposta sorrido anche se non può vedermi perché sono di spalle
<<Vuoi qualcosa?>>
Gli domando pronto ad andare in cucina
<<Un bicchiere di whisky non sarebbe male>>
<<Sai che non abbiamo l'età per bere>>
Gli dico consapevole del fatto che abbiamo spesso infranto le regole
<<E lo sai che a me non frega proprio niente>>
Mi risponde lui divertito seguendomi a ruota in cucina, dove un uomo e tre donne si muovono in fretta per preparare la cena
<<Signorino le serve qualcosa?>>
Mi domanda una delle tre donne fermandosi di colpo alla mia vista.
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FATE
RomanceCosa succede se il destino è più forte di qualsiasi nostro tentativo di cambiarlo? I nostri protagonisti saranno costretti a fare i conti con la realtà dei fatti.