CAPITOLO 70

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MIRAGE'S POV 

Sbatto le ciglia una, due, tre volte prima di riuscire a tenerli aperti più a lungo. Quando sono completamente aperti, però, vengo colpita da una fitta di dolore alla testa; cerco di portare la mano alla tempia per massaggiarmela e noto di avere le mani legate ad una sedia di metallo,sollevo allora la testa di scatto per capire dove mi trovo. Solo uno scaffale privo di libri e un tavolo in metallo fanno da arredamento alla stanza poco illuminata dalla fioca luce emanata dalla lampada appesa sul soffitto; il pavimento, invece, presenta una pavimentazione in mattoni rossi che stonano con l'ambiente trasandato. Non trovando nessuno e niente di utile per liberarmi, tento di allentare la corda, ma invano. Non so come sono arrivata qui e neanche dove mi trovo, ma in tutti i romanzi e film polizieschi che ho letto e visto, quando le persone si trovavano in situazioni del genere, era perché uno psicopatico li aveva messi lì. Dolorante e con i segni della corda sulla pelle ora arrossata, smetto di sforzarmi e inizio a pensare a cosa fare, ma vengo interrotta dall'apertura della porta che si trova alle mie spalle.

<<Finalmente ti sei svegliata, ho seriamente pensato di averti ucciso con quella dose di sonnifero>>

Non riconosco la voce fino a quando la figura di Thierra non compare davanti a me e solo in quel momento mi ritornano alla memoria i ricordi che pensavo perduti.

<<Cosa vuoi da me?>>

Le chiedo dimenandomi sulla sedia.

<<È inutile che ci provi, Tyler è stato un marine in passato e sa come legare delle corde>>

Tyler?, mi domando mentre un uomo alto e robusto compare nella mia visuale.

Bene, ora posso considerarmi morta, penso smettendo di tentare la fuga.

<<Finalmente hai capito>>

Con un gesto agile, Thierra si posiziona sulla scrivania di metallo a pochi metri di distanza e facendo dondolare le gambe, fasciate da dei jeans azzurri, mi guarda senza fiatare.

<<Non mi guardare in quel modo, non sono io la persona da odiare, appena capirai chi sono i veri nemici mi ringrazierai di averti aperto gli occhi>>

Afferma decisa chinandosi sulle sue ginocchia.

<<Cosa vuoi da me?>>

Ripeto con più calma, anche se dentro di me sto facendo le mie ultime preghiere.

<<Da te niente, solo che ti sei messa in mezzo ed eri la preda più semplice da afferrare>>

Aggrotto le sopracciglia non capendo dove voglia arrivare e di cosa stia parlando.

<<Poverina, Cole non ti ha detto nulla?>>

Mi domanda con sguardo fintamente dispiaciuto. Continuo a non proferire parola per non darle la sodisfazione di capire quanto sono curiosa.

<<Tyler, secondo te da dove dovrei iniziare, dal fatto che Cole presto prenderà il posto di suo padre nella mafia oppure dal giorno in cui non ho più un padre per colpa di Elia?>>

Alle sue parole rimango incredula e dalla sua espressione capisco che è felice di aver smosso qualcosa.

<<Ups, forse sono stata troppo diretta, ma se vuoi ti spiego tutto dall'inizio, ma preparati non è una favola della buona notte>>

Mi avverte assumendo un atteggiamento più severo. Si alza dalla scrivania e inizia a camminare lentamente nella stanza, mentre Tyler osserva ogni suo movimento con attenzione.

<<Sin da piccola mio padre pur di ripagare tutti i debiti che doveva all'ospedale che aveva preso in cura mia madre, faceva dei piccoli favori alla famiglia Sveva, un'altra famosa famiglia mafiosa dell'America, e quando finalmente è riuscito ad estinguere il debito decise di abbandonare i suoi servizi per la famiglia. Loro gli dissero che l'unico modo per farlo era quello di spiare per un breve periodo la famiglia degli Evans. Pensando che fosse una cosa da poco lo fece, ma venne scoperto, torturato e ucciso da Elia. Ora ho intenzione di vendicare il suo nome e la sua morte e, grazie agli Sveva, ho tutto ciò che mi serve.Il mio piano iniziale era quello di rapire Micòl, ma poi ho notato che era vigilata ventiquattro ore su ventiquattro, non sapevo più che fare fino a quando non sei arrivata tu. Quale persona migliore se non la ragazza che era riuscita a sciogliere il cuore di ghiaccio di Cole, futuro erede di una delle più importanti organizzazioni mafiose? E ora eccoti qua. Presto potrò vendicarmi su Elia>>

Un senso di nausea mi spinge a sollevare il viso verso il soffitto e quando finalmente mi passa non riesco a capacitarmi di tutto ciò che mi ha appena rivelato. 

<<Di che si occupa la famiglia di Cole?>>

Chiedo nella disperata speranza che ci sia ancora qualcosa da salvare

<<Contrabbando di armi, insomma i soldi che fanno provengono dal sangue di migliaia di persone>>

Non riesco più a trattenermi e perciò vomito, ma quello che esce è solo liquido.

<<Fa schifo vero?>>

E subito dopo aggiunge:

<<Tyler, portale un asciugameno per pulirsi>>

L'uomo se ne va senza proferire parola, lasciandomi sola con una ragazza che sin dall'inizio è sempre stata schiva e indecifrabile.

<<Tu farai da esca, quindi tranquilla, presto tornerai a casa.>>

E con questo se ne va dalla stanza lasciandomi in preda alla confusione e al dolore.

Molte cose ora si spiegano, ma ho ancora molte domande che mi sommergono la testa; tuttavia, troppo stanca, mi lascio cadere in un sonno turbato.

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora