CAPITOLO 85

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MIRAGE'S POV
<<Come dovrei comportarmi con vostro padre? Cioè dovrei andare sul naturale oppure, che dovrei fare?>>
E poi sa che io so tutto di voi, sa che sono a conoscenza del fatto che per lavoro vende armi in modo illegale e che probabilmente è uno dei motivi per cui molte più persone al giorno d'oggi sono armate? Come dovrei comportarmi davanti a una persona del genere? Come potrei fingere che quello che mi è accaduto non sia per colpa sua e della sua malvagità? Non so se sarò in grado di guardarlo con quel distacco che prima avevo nei confronti della famiglia durante le cerimonie di beneficenza. Riuscirò a sembrare rilassata e naturale? Dovrei comportarmi in modo naturale o rinfacciargli quanto male ha fatto ai suoi figli e a tutte le persone che si sono messe contro di lui? E poi la loro madre? L'ho sempre criticata di essere una persona superficiale e con la quale preferirei non avere niente a che fare e ora vado a pranzo con tutta la famiglia come se niente fosse, presentandomi come la, come cosa poi, non abbiamo ufficializzato neanche il nostro rapporto.
<<Mirage>>
La voce di Micòl e le sue mani sulle mie mi richiamano al presente togliendomi dal mio flusso di pensieri che questa volta non erano altro che le proiezioni delle mie ansie.
<<Rilassati Mirage, va tutto bene>>
Lentamente riesco a riacquistare la visuale e la prima cosa che vedo sono gli occhi verdi di Micòl, poi la sua espressione preoccupata.
<<Non pensavo che l'incontro con nostro padre potesse scatenarti tutte queste emozioni, se vuoi posso chiedere a Cole di annullare la cena.>>
<<Non c'è bisogno>>
Le dico riacquistando a mano a mano le forze. Era da un po' che non avevo un attacco d'ansia e posso dire che non mi era per niente mancato.
<<Mirage sul serio, se non te la senti va bene.>>
<<Va bene così. Ho avuto solo un momento di difficoltà, ora è passato e se tuo padre mi vuole conoscere per me va bene>>
Dico nel tentativo di suonare il più convincente possibile.
<<Ti prego solo di non dirlo a tuo fratello>>
So che le sto chiedendo troppo dallo sguardo incerto che le dipinge il volto, ma preferirei che non lo venisse a sapere.
<<Se è questo che vuoi>>
Dice infine arrendevolmente. Dopo che ci siamo preparate parlando del più e del meno usciamo dalla stanza.
<<Farai un figurone con questo abito>>
Le sorrido in segno di ringraziamento abbassando lo sguardo verso l'abito rosso che mi avvolge e che si apre leggermente da sopra le ginocchia.
<<Dai andiamo>>
Mi invita facendomi cenno di scendere le scale. Alla fine della scalinata c'è Cole con lo sguardo rivolto verso il cellulare.
<<Cole, guarda che spettacolo>>
La confidenza con cui pronuncia questa frase mi mette in imbarazzo, ma comunque non distolgo lo sguardo da lui che ha appena sollevato la testa verso di noi, verso di me. Per un attimo il tempo sembra fermarsi ed è una sensazione bellissima che non mi è mai capitata prima d'ora. Dal modo in cui mi guarda mi sento apprezzata, come se fossi la cosa più bella per lui e per un attimo sono tentata di rimanere ferma a vita qui per essere eternamente contemplata da lui.
<<Ho capito che è bella, però vi ricordo che abbiamo una cena>>
Soltanto grazie alla voce di Micòl riusciamo a riprenderci e come per concederci del tempo in più, Micòl scende velocemente le scale, nonostante abbia indosso dei tacchi abbastanza alti, e ci lascia lì. Sotto il suo sguardo attento lo raggiungo e quando sono al suo fianco mi afferra la mano prima di dire.
<<Sei davvero bella stasera>>
Sorrido piena di gioia, cercando di non sembrare del tutto persa per lui. Si china nella mia direzione per posarmi un bacio che doveva essere veloce, ma io lo trattengo per assaporare di più il momento. Quando gli mordo le labbra un piccolo gemito gli esce dalle labbra, ma prima che io possa continuare mi ferma.
<<Mirage se continui così, stasera non ceneremo con loro>>
Mi dice con tono allusivo. Gli sorrido ammiccante prima di afferrargli nuovamente la mano.
<<Ceneremo nel gazebo>>
Mi dice una volta fuori notando il mio sguardo confuso. Vorrei tanto chiedergli cosa se ne fanno di un giardino così grande quando non credo di averli mai visti qui fuori se non durante le cerimonie. Diversamente dal solito il gazebo è privo di tutti gli addobbi che lo rendono ricco, ma non per questo non hanno pensato ad allestire una zona tutta illuminata da piccole lampade penzoloni.
<<Ti piace?>>
Mi chiede Cole seguendo il mio sguardo.
<<Tanto>>
Gli dico voltandomi nella sua direzione. Nel suo sguardo noto qualcosa di diverso e sto per chiedergli il motivo, ma veniamo interrotti dalla voce di Micòl che ci invita a prendere posto.
<<Tra poco arriveranno anche i nostri genitori e non ti preoccupare se nostra madre sembrerà un cubetto di ghiaccio>>
Annuisco senza dire nulla perché i loro genitori stanno facendo il loro ingresso nel gazebo.
<<Buonasera>>
Li saluto cercando di tenere a bada il mio nervosismo.
<<Buonasera Mirage. Sei davvero cresciuta bene in questi anni>>
Si complimenta il padre posandomi due baci sulla guancia. Sorrido non sapendo cosa dire e quando i due si siedono anche io e i fratelli prendiamo posto.
<<Allora cosa vorresti fare dopo il liceo?>>
Mi domanda il padre dopo poco che è iniziata la cena.
<<Di preciso non lo so, ma ci sto lavorando sopra>>
Dico, non volendogli rivelare la totale confusione che si impossessa di me ogni volta che penso all'università.
<<Buono a sapersi>>
Per il resto della serata, a mio malgrado, vengo attratta dall'affabilità del padre dei due, tanto che diverse volte fatico a far combaciare il personaggio descritto da Cole con quello che ho davanti. Per quanto riguarda Chantèl, è rimasta in silenzio per tutta la serata con aria indifferente tanto che ho faticato a far coincidere la donna che presiede alle cene di beneficenza con quella seduta davanti a me.
<<Spero tu ti sia trovata bene mia cara. Io e mia moglie abbiamo un altro impegno, perciò dovremo chiudere la serata così presto. Mi auguro che ci saranno altre occasioni per approfondire la nostra conoscenza>>
<<Grazie dell'invito>>
Rispondo semplicemente. Subito dopo i due si congedano lasciandoci soli.
<<Ragazzi, io devo vedermi con Charlotte. Andiamo in un locale, prima che tu possa chiedermelo, ma tranquillo che per le due tornerò a casa>>
<<Fatti accompagnare>>
Le dice Cole con tono pacato
<<Come se non mi farai seguire, come tuo solito>>
Mi volto verso Cole per capire cosa intenda
<<Da quando mi hanno rapito, ha sempre paura che riaccada, perciò mi fa seguire sempre da uno degli uomini di papà>>
Dice come se la cosa non la turbasse più di tanto. Mi alzo per andare a salutarla e mentre siamo strette in un abbraccio mi sussurra
<<Se sei sopravvissuta a una cena con mio padre fidati che nella vita puoi fare tutto>>
<<Grazie Micòl>>
Dopo aver salutato anche suo fratello rimaniamo solo io e lui dentro la sala.

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