CAPITOLO 21

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COLE'S POV

Non esito a partire non appena scende dal veicolo. Mi lascio alle spalle il suo profumo dolce, i suoi grandi occhi che ricordano quelli di un cerbiatto e i suoi lunghi capelli mossi che le ricoprivano le spalle. Non so perché, ma c'è qualcosa che mi affascina di lei e questo non mi piace per nulla. 

Quando intravedo il cancello della mia casa apro i cancelli e mi infilo nell'apertura, parcheggio la macchina vicino all'entrata e dopo aver spento il motore mi avvio verso la porta di casa salendo con un paio di falcate i gradini che portano all'entrata. Appena entro nell'abitazione vengo accolto da un silenzio tombale, cosa insolita visto che la casa fino a una certa ora è sempre ravvivata dalla presenza dei domestici. Cerco il tasto della luce e non appena lo accendo vengo colpito dalla figura di mio padre posizionato sullo stipite della porta del salone a braccia conserte e con sguardo serio stampato in volto. Si avvicina lentamente a dove sono io e con la sua voce profonda mi chiede:

<<Dove sei stato?>>

Non gli rispondo consapevole del fatto che è già a conoscenza della risposta.

<<Sai Cole, tu sei il mio erede, la mia carta vincente e se perdi tempo a queste feste mondane dove i ragazzini si ubriacano fino a perdere la testa non andrai da nessuna parte>>

Fa una pausa nella quale ne approfitta per afferrarmi il volto stringendomi con forza.

<<Hai bevuto?>>

<<Solo un bicchiere>>

Rispondo cercando di trattenere le parole di odio che vorrei sputargli addosso.

<<Hai fatto sesso?>>

Procede poi puntando i suoi occhi castani nei miei. Rimango impassibile di fronte a questo suo interrogatorio invadente e rispondo pacato

<<No>>

<<Hai toccato qualcuna?>>

<<Può darsi, ma poi mi sono stufato>>

Rispondo non distogliendo lo sguardo.

<<Sai quante ragazze sarebbero disposte a scoparti per poi rivendicare la tua paternità soltanto per soldi?>>

<<E tu sai che quasi tutte le famiglie di questa città sono ricche e ignare dell'attività che conduci?>>

Rispondo in tono di sfida ottenendo in cambio un ghigno gelido da parte di mio padre.

<<L'uomo è sempre alla ricerca di maggior ricchezza, non si potrebbe stancare mai- dice continuando a stringere la mia mandibola con forza- e ricordati che nessuna persona è in grado di amarti se non io e tua madre, forse anche tua sorella>>

A quest'ultima affermazione gli scoppierei volentieri a ridere in faccia per via della falsità del contenuto, ma mi trattengo. Dopo avermi guardato per un' ultima volta si allontana da me con calma.Quando non vi è più traccia di lui mi stringo frustrato i capelli fino a quando la voce dolce e familiare di Margaret non mi raggiunge.

<<Cole>>

Senza saperlo lei è una delle poche persone che mi tratta da essere umano che merita di essere amato, qualsiasi cosa questa parola significhi, ma non le do la soddisfazione di essere una persona più facile e meno complicata.  Non le rispondo, ma la sorpasso dirigendomi per la mia strada. Mentre mi dirigo verso la mia stanza invio un messaggio a Micòl avvertendola di stare attenta al rientro per non imbattersi in nostro padre che con lei potrebbe essere meno delicato di quanto lo sia stato con me. Anche se non credo che si sia accorto della sua assenza o lo avrebbe accennato. Mi sfilo la camicia bianca rimanendo a torso nudo, tolgo anche il resto dei vestiti e dopo aver afferrato l'accappatoio e gli asciugamani mi dirigo in bagno per farmi una doccia terapeutica.  Spendo più del mio solito dentro la doccia e quando esco dal bagno sento un lieve bussare alla porta. Vado ad aprire con ancora i capelli bagnati.  È mia sorella.

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