COLE'S POV
Il fatto di non sapere cosa tormenti Mirage mi mette in una condizione di sconforto, ma dal sorriso largo e finto che mi ha rifilato ho capito che non aveva intenzione di parlarmene e perciò le ho lasciato i suoi spazi, nella speranza che prima o poi me ne parli. Quando entro in casa vengo accolto da un movimento frenetico dei domestici, tanto che sono sorpreso di non vedere Margaret alla porta della cucina pronta a salutarmi.
<<Papà sta tornando>>
<<Cosa?>>
Chiedo incredulo rivolto a Micòl che è comparsa dalla sala. Ho perso il conto di quante settimane sono passate dall'ultima volta che mio padre è stato in casa, come al solito io e mia sorella non siamo stati informati di nulla, ma sarà sicuramente partito per questioni di affari.
<<I nostri giorni di felicità e libertà termineranno stasera>>
Dice Micòl appoggiandosi allo stipite della porta. Non so cosa risponderle dopo la sfuriata che io e mio padre abbiamo avuto. Da quel momento mi ha completamente evitato e sto ancora aspettando un segnale da parte sua e spero che con il suo ritorno certe cose cambino.
<<Comunque non ho mai capito cosa è successo tra te e papà>>
<<Se ti può consolare non l'ho capito neanch'io>>
<<Ragazzi>>
Veniamo interrotti dalla voce calma e fluida di nostra madre con la quale non abbiamo avuto contatti dal giorno in cui nostro padre è scomparso. È di nuovo davanti a noi fasciata in un tubino verde smeraldo e il viso truccato come se non fosse sparita anche lei per settimane. Almeno, però, io e Micòl abbiamo avuto la possibilità di cenare in pace e di vivere la nostra vita da adolescenti senza pressioni.
<<Vostro padre sta per tornare e spero che tu Cole riesca ad imparare il nuovo brano che ti ho lasciato sul pianoforte entro stasera. Entrambi dovrete essere impeccabili, quindi fatevi trovare pronti per le sette e cinquantacinque>>
E dopo essersi assicurata che abbiamo captato il messaggio si volta e con passo sicuro si dirige verso la cucina facendo risuonare i suoi tacchi a spillo.
<<O che sorpresa, nostra madre riappare solo per darci ordini. Devo dirti che mi era mancata e sono felice di non essere io quella che più le assomiglia dei due>>
<<Almeno non sono la fotocopia di nostro padre>>
Ribatto per poi dirigermi verso il piano nella sala che non tocco da diverso tempo per via di vari impegni.
<<Riuscirai ad impararlo?>>
<<Certo>>
Le dico sicuro passando uno sguardo veloce sulle note del brano che non ho mai visto né sentito.
<<Auguri allora>>
Mi saluta voltandosi e dirigendosi molto probabilmente verso la sua stanza.
Nelle ore successive mi impegno ad imparare nel modo più perfetto possibile il brano assegnatomi e dopo tre ore riesco a suonarlo perfettamente, almeno per un orecchio non troppo esperto come quelli dei miei ascoltatori. Quando salgo in camera il mio unico desiderio è quello di stendermi e dormire, ma mi sforzo di studiare per un'ora prima di farmi una doccia e indossare uno dei completi che mio padre mi ha regalato per il mio diciottesimo. Come mi aspettavo mi ritrovo pronto prima di Micòl, la quale si presenta con indosso un tailleur bianco che mette in risalto i suoi occhi verdi, il viso lasciato al naturale con pochi spruzzi delle sue lentiggini che iniziano a fare la loro comparsa verso l'inizio del periodo estivo.
<<Sei riuscito a prepararti prima di me, non ci credo>>
Si lamenta allisciandosi i capelli già in perfetto ordine. Alle sette e cinquantacinque nostra madre ci invita a sederci e mi indica di iniziare a suonare, poco dopo nostro padre fa il suo ingresso e una strana sensazione allo stomaco mi attanaglia, ma subito dopo passa e perciò riesco a rilassarmi.
<<Quanto mi siete mancati, miei cari figli>>
Ci saluta con un largo sorriso.
<<E che bel brano Cole. Forza unisciti a noi>>
Aspetto di raggiungere un punto in cui interrompermi prima di alzarmi e raggiungerli a tavola. Diversamente dalle altre volte nostro padre non si perde in lunghe chiacchiere, ma anzi ci porge una domanda che lascia spiazzati sia me che Micòl, mentre mia madre continua a mangiare con espressione indifferente.
<<Immagino che vi stiate ancora sentendo con le persone di cui vi siete innamorati. Come sta andando? >>
Entrambi rimaniamo in silenzio come aspettandoci che da un momento all'altro ci dica che sta scherzando.
<<Dai ragazzi, non vergognatevi. Come va Micòl con Alexander?>>
<<B-bene>>
<<Lo spero tanto o lo farò fuori in men che non si dica>>
E poi scoppia in una grassa risata che lascia di stucco sia me che Micòl che ci guardiamo come per assicurarci di star assistendo alla stessa scena.
<<Spero non abbiate ancora fatto sesso>>
Prosegue poi, causando un forte rossore sul viso di mia sorella. Di solito non è una persona che avampa facilmente, ma con questa domanda nostro padre è riuscito a destabilizzarla ancora di più.
<<N-no, non abbiamo fatto niente>>
<<Bene, perché tu dovrai rimanere vergine fino al matrimonio come ti ho sempre insegnato>>
Lei annuisce anche se dal suo sguardo capisco che è totalmente contraria a questa credenza di nostro padre.
<<Tu e...come si chiamava, Mirage, sì, tu e Mirage invece avete fatto sesso, spero. Che te ne fai di una che non ti presta servizi>>
Sono sul punto di alzarmi di scatto e piantargli un pugno in faccia, ma decido di trattenermi.
<<No>>
Rispondo distogliendo lo sguardo dai suoi occhi taglienti.
<<È bella tosta questa ragazza eh, proprio come piace a te. Come va a scuola invece?>>
Le spalle di Micòl si rilassano e di conseguenza anche le mie, ma per il resto della cena rimango circospetto non fidandomi dello strano comportamento di nostro padre.
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FATE
RomanceCosa succede se il destino è più forte di qualsiasi nostro tentativo di cambiarlo? I nostri protagonisti saranno costretti a fare i conti con la realtà dei fatti.