CAPITOLO 54

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MIRAGE'S POV
<<Girano voci sul fatto che siano partiti di nuovo, infatti Alexander non ha ricevuto più nessun segnale da loro. Li ha chiamati, ma niente. Praticamente la stessa situazione dell'ultima volta>>
Mi informa Dafne apoggiandosi su uno degli armadietti vicini.
<<Te che ne pensi?>>
Continua avvicinandosi di più a me.
<<Non penso niente>>
Dico leggermente irritata. Dopo il nostro piccolo scontro non l'ho più visto né sentito e all'inizio pensavo che volesse evitarmi, ma quando è sparita anche Micòl ho iniziato a pensare che fosse successo qualcosa di più grave.
<<Per caso qualcuno ha pensato di andare da loro?>>
<<No, non credo>>
Mi risponde con un'aria che mi segnala che non aveva mai preso in considerazione la cosa.
<<Per me, so che è brutto dirlo, è meglio così>>
La guardo sconvolta non capendo il perché di ciò che ha detto, quando lei e Micòl sono sempre state amiche dall'inizio del liceo
<<Almeno avrò Alex per me e non ci sarà Micòl a distrarlo>>
Un impeto di rabbia mi solletica lo stomaco, ma cerco di nasconderlo.
<<Senti, io devo andare a lezione>>
<<Ma abbiamo ancora cinque minuti>>
<<Meglio se mi avvio, ci vediamo a mensa>>
La saluto, già in procinto di dirigermi in classe.
Fortunatamente quando arrivo Arthur è già seduto al nostro solito posto e quando mi vede sventola la mano in segno di saluto. Si è da poco tagliato i capelli e il nuovo taglio gli dona tanto, anche se lui pensa il contrario.
<<Ciao>>
<<Tutto bene?>>
Mi domanda notando subito che c'è qualcosa che non va. Ci conosciamo da poco, ma il modo in cui ci capiamo al volo mi fa pensare invece che ci conosciamo da tanti anni e ultimamente mi ritrovo a pensare che sto meglio con lui che con Dafne, la quale ultimamente è fissata solamente con Alexander.
<<Tutto bene, è solo che...>>
Dico lasciando la frase in sospeso, incerta se proseguire o meno
<<Sei preoccupata per Cole e Micòl>>
Lo guardo esterefatta, pronta a chiedergli come lo avesse capito
<<Dai Mirage, il modo in cui vi guardavate, il tempo che passavate insieme o in corridoio o nella piazzola di fuori. Non ci vuole molto per arrivarci. Per quanto riguarda Micòl ho notato che vi siete avvicinate>>
<<Mi spii?>>
<<No>>
Dice ridendo divertito.
<<Non so cosa dovrei fare, cioè io e lui non stiamo insieme e non ha alcun obbligo verso di me, ma vorrei solo sapere come sta, come stanno>>
<<Vai da loro>>
Mi volto di scatto verso di lui incrociando i suoi occhi color nocciola che negli ultimi giorni sono stati un punto fermo per me.
<<Ma>>
<<Il peggio che può succedere è che ti caccino>>
<<Se non se ne sono andati>>
Borbotto passandomi una mano sul viso.
<<Lo scoprirai e comunque sono curioso anch'io di sapere che fine hanno fatto>>
Mi volto verso di lui interdetta. Ho sempre pensato che fosse un ragazzo disinteressato alle voci di corridoio e chiuso nella bolla che ha creato con i suoi amici.
<<Lo so, non ho la faccia di uno interessato alle chiacchiere, ma sai a me piacerebbe fare il giornalista e in realtà sono sempre informato su tutto>>
<<Ho scoperto un altro lato di te Arthur>>
<<E finché saremo amici ne scoprirai di altri>>
Mi sorride amichevolmente prima di voltarsi verso l'insegnante che ha appena fatto il suo ingresso.
Le ore successive passano in fretta e io riesco a non pensare agli Evans. Quando arriva l'ora di pranzo penso di ritornare a sedermi con Dafne e gli altri dal momento che quest'ultima si è lamentata che non passiamo abbastanza tempo insieme, ma quando la vedo intenta a parlare con Alex decido di sedermi a tavola con Arthur e i suoi amici con cui mi trovo più a mio agio e meno al centro dell'attenzione degli studenti della scuola.
<<Ciao Mirage>>
Mi saluta Myle, uno dei suoi amici facendomi spazio al suo fianco.
<<Ciao>>
Ricambio posizionando il mio zaino a terra.
<<Mirage>>
La voce familiare di Thierra mi raggiunge, perciò mi volto verso di lei: ha i capelli raccolti in una coda perfetta e il viso ravvivato da un leggero trucco. Non l'ho ancora inquadrata, ma negli ultimi tempi abbiamo sempre pranzato insieme, l'unico momento in cui la vedo oltre alle sue interruzioni tra me e Cole.
<<Sapete niente di Cole e sua sorella>>
<<Niente>>
Dicono i ragazzi del tavolo prima di riprendere a parlare.
<<E tu?>>
Si volta verso di me puntando i suoi occhi color miele nei miei.
<<Nulla, oggi andrò a casa loro per sapere come stanno>>
Sul suo volto passa un'emozione strana che non riesco a decifrare, ma che decido di ignorare dal momento che continua a rimanere una persona sfuggente, ma al tempo stesso simpatica.
<<Davvero? Siete così intimi?>>
Non ho ancora capito perché nutre un tale interesse verso il rapporto che ho con i gemelli, ma sarà dovuto al fatto che le piace ficcanasare nelle questioni altrui.
<<No, però...>>
<<Fai bene, sono sicura che a loro farà piacere. Ho visto che Cole ci tiene a te>>
Dice semplicemente chiudendo il discorso portandosi il cibo alla bocca.
Nelle ore successive riesco a chiudere fuori i fratelli e mentre mi dirigo verso l'uscita il mio sguardo si sofferma sull'aula di musica dove ci sono solo un paio di studenti e come mi aspettavo di lui non c'è traccia. Al suono del mio cellulare capisco che mi è arrivata una notifica, che decido di aprire immediatamente

Dafne [15:29]:io vado al bar con Alex e gli altri, quindi non vengo a casa con te. Ci vediamo domani

Senza rispondere al messaggio chiudo la chat e prendo la decisione di andare a trovarli all'istante con la scusa di voler portare loro gli appunti. Dopo svariati minuti raggiungo l'imponente villa che oggi, diversamente dal solito, ha un'aria inquietante. Facendomi forza suono al campanello e dopo poco mi arriva una voce delicata che mi chiede di identificarmi
<<Sono Mirage, ho alcuni corsi in comune con Cole e Micòl e volevo portare loro gli appunti, visto che mancano da un po'>>
Non ricevendo risposta penso di aver fallito nella mia missione, ma i cancelli che si aprono lentamente mi dimostrano il contrario. Sono felice di sapere che non se ne siano andati e che ho ancora la possibilità di rivederli, di incrociare lo sguardo con i suoi occhi.
Varcata la soglia del cancello noto sulla soglia della porta una figura di donna che identifico subito.
<<Ciao Mirage >>
Mi saluta con un sorriso cordiale.
<<Buongiorno>>
<<Prego>>
Mi guida verso l'interno della casa fino alla sala principale dove mi fa accomodare.
<<Vado a chiamare Cole>>
Mi irrigidisco sul posto, avrei preferito che andasse a chiamare Micòl, ma a quanto pare non poteva andare tutto secondo i piani. Istintivamente la mia gamba inizia a dondolare su e giù, mentre il tempo scorre. Mi sembra sia passata un'eternità prima che la figura di Cole faccia il suo ingresso nella stanza. Ha due occhiaie violacee sotto gli occhi, i capelli arruffati, uno sguardo stanco e dei vestiti ben stirati che stonano con la sua aria trasandata. Non l'ho mai visto in questo stato, è sempre stato il ragazzo perfetto in tutti i sensi e aspetti e vederlo in questo stato mi causa un senso di tristezza nel cuore. Mi alzo dalla sedia e rimango ferma in piedi non sapendo cosa fare né dire. Noto che il suo sguardo all'inizio si è ammorbidito, ma ora le sue spalle leggermente sollevate e il suo sguardo severo mi fanno intuire che qualcosa non va, che qualcosa è cambiato.
<<Cosa vuoi?>>
Il modo brusco in cui mi porge la domanda mi fa dubitare della mia stessa presenza, ma riesco a fare mente locale e non farmi prendere dalla voglia di saltargli addosso e baciarlo.
<<Sono qui perché volevo portare gli appunti a te e a tua sorella>>
<<Bene, lasciali pure lì. Non dovevi sforzarti di venire fin qui, ma grazie>>
Il modo in cui si rivolge a me mi fa apparire come una sconosciuta con cui si è ritrovato a parlare. Faccio un passo avanti e noto il suo sguardo saettare verso la mia mano protesa.
<<Mi sei mancato>>
Butto fuori rivelando i miei sentimenti.
<<Pensavo che ve ne foste andati e non lo avrei sopportato sapendo che non ci siamo chiariti, che...So che ho detto che non voglio una relazione e tutto, ma con te e per te sarei pronta a provarci, perché la tua assenza mi ha fatto capire che in fondo tu...Che tu mi piaci>>
Dico tirando fuori tutto ciò che mi sono tenuta dentro da pochi giorni a questa parte. Mi aspetto una risposta che però non arriva. Continua a guardarmi e noto che dentro di lui sta avvenendo una battaglia di cui non sono a conoscenza. Quando capisco che non ha intenzione di dire nulla tiro fuori i miei appunti che lascio sul tavolo.
<<Spero che me li riporterete al più presto o non potrò studiare>>
Dico mantenendo un tono neutrale.
<<Salutami tua sorella e spero che ritornerete presto a scuola, si sente la vostra assenza>>
Lo sorpasso e noto una lacrima che mi scivola lungo la guancia, ma che riesco ad asciugarmi prima che scivoli via. Alla porta trovo Margaret che ha uno sguardo dolce e capisco che ha sentito tutto.
<<Grazie>>
Le dico prima di uscire via sotto il cielo soleggiato che però non diminuisce il freddo che c'è fuori e dentro di me.

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