CAPITOLO 25

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MIRAGE'S POV

<<Sai che non ho proprio voglia di fare la lezione di matematica ora>>

Si lamenta Dafne mentre percorriamo, lentamente, i corridoi della scuola diretti all'aula della nostra prossima lezione.

<<Non puoi lamentarti giovedì e venerdì non sei venuta a scuola>>

<<Perché non stavo tanto bene>>

Mi ricorda lei indicandomi la sciarpa che porta al collo come per evidenziare ancor di più il suo stato di salute. 

<<Va bene, ma ora stai meglio e non hai problemi a seguire la lezione>>

<<Dì quel che vuoi, ma noi ci siederemo in ultima fila>>

<<Così non portò prendere gli appunti che poi mi chiederai>>

<<Per una volta non moriremo mica e poi ti ricordo che infondo non è sinonimo di non ascoltare le lezioni>>

Mi volto a guardarla come a sottolineare l'assurdità di ciò che ha appena detto.

<<Certo che sei proprio una secchiona>>

Continua lei proseguendo a passo di bradipo tra i corridoi gremiti di studenti.

<<Comunque sei andata a mensa nei giorni in cui sono stata assente?>>

Avrei preferito evitare questa domanda e speravo nella riuscita, ma alla fine non è andata come volevo. Abbasso lo sguardo sulle mie scarpe basse rispondendole a fil di voce constringendo la mia interlocutrice ad abbassare il capo per sentirmi.

<<No>>

<<E perché?>>

Sento il suo sguardo attento e ormai so che non posso sfuggirle.

<<Non avrei avuto nessuno con cui pranzare e non dire Micòl, Charlotte e le altre, perché loro sono tue amiche non mie>>

Le ricordo prima che possa aggiungere altro.

<<Mirage>>

Mi richiama bloccandosi e trascinandomi lontana dal centro del orridoio, vicino gli armadietti.

<<Dovresti permettere agli altri di entrare nella tua vita, dovresti permettere agli altri di esserti amica>>

<<Dafne, io e te abbiamo due concetti diversi di amicizia>>

Le rispondo fissando i miei occhi nei suoi.

<<Lo so, ma una vita senza sentimenti non è vita, non puoi continuare a costruire rapporti in cui mostri la tua facciata più allegra e sempre perfetta>>

Incrocio le braccia, irritata da questa sua affermazione.

<<La vita è la mia e se voglio continuare a vivere con parte dei miei sentimenti rinchiusi in un cassetto lo farò>>

Stanca di questo confronto Dafne si allontana da me e prosegue verso l'aula, mentre io prendo ad accarezzarmi il tatuaggio che ho inciso sul polso sinistro seguendola a ruota a pochi passi di distanza. Entrando in classe noto che diversi banchi sono occupati mentre alcuni studenti sono intenti a parlare con Cole e Alexander, come succede sempre. Solo ora mi ricordo che non l'ho più incontrato da quando mi ha accompagnata a casa venerdì e il mio sguardo cade automaticamente su di lui che aveva già gli occhi puntati su di me, ci guardiamo per diversi secondi prima che lui interrompa la connessione.

<<Mettiamoci lì>>

Mi esorta Dafne, che sembra aver riacquistato la sua solita energia. Ci andiamo a posizionare a pochi banchi di distanza da Cole e Alexander. Noto che lo sguardo della mia amica si posa su quest'ultimo e perciò inizio a dubitare del fatto che abbia accantonato l'idea di Alexander. Non faccio in tempo a chiederle chiarimenti che l'insegnante fa il suo ingresso conquistando l'attenzione e il silenzio degli studenti che vanno a sedersi ai loro posti. Contrariamente a quanto mi aspettavo, per via della fila in cui sono seduta, riesco a seguire bene la lezione e a prendere appunti, Il tempo passa in fretta e in breve mi ritrovo a riporre le mie cose dentro lo zaino.Mentre sistemo alla rinfusa il materiale scolastico noto la presenza di qualcuno davanti a me, perciò scostandomi i capelli dal lato dei miei occhi sollevo lo sguardo. A mia sorpresa mi ritrovo davanti Cole il quale mi osserva con la sua solita inespressività.

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