MIRAGE'S POV
Non pensavo che sarebbe venuto, tanto meno così prontamente. Non ho bisogno di aiuto in matematica, almeno credo, ma avevo solo voglia di vederlo dopo che se n' era andato in quel modo. Mi guardo velocemente allo specchio e noto il mio viso stanco e i capelli arruffati. Decido di tentare di salvare il viso e di raccogliere i capelli in una coda alta per riparare alla loro condizione vergognosa. Il tempo di cambiarmi in abiti più comodi che sento la campanella suonare.
Quindici minuti precisi, penso mentre scendo al piano di sotto per aprire il cancello.
<<Sei super in orario>>
Lo saluto sulla soglia di casa.
<<Cosa ti aspettavi>>
Risponde regalandomi un sorriso a metà. Mi concedo del tempo per guardarlo per alcuni secondi e notare che si è cambiato e che è ancora più bello, se possibile.
<<Posso entrare o devi ancora finire di passarmi sotto i raggi-x>>
Roteo gli occhi e mi scosto per farlo entrare. Quando vede che mi dirigo verso la cucina dice:
<<Non mi dire che dobbiamo studiare in cucina>>
<<Sì, perché? Dove altro vorresti studiare?>>
<<In camera si sta più comodi>>
Arrossisco di getto e mi volto nella direzione opposta alla sua per non fargli notare il mio rossore.
<<Tranquilla, sono venuto qui solo per studiare Reyes, ma se vuoi fare altro...>>
Dice abbassando il tono di voce provocandomi una scarica di brividi lungo la schiena. Faccio un respiro profondo prima di decidere di accontentarlo. Senza dire niente, salgo le scale seguita a ruota da lui che rimane in silenzio. Quando entriamo nella mia stanza non fiata, ma voltandomi nella sua direzione noto il suo sguardo scrutare attentamente la stanza.
<<Credo che sia meglio se iniziamo>>
Lo richiamo riportandolo alla realtà.
<<Giusto>>
Risponde posizionandosi su una delle due sedie della scrivania. Inaspettatamente da quanto mi immaginavo, è molto paziente e per tutto il tempo che passiamo a fare esercizi non si perde in distrazioni, ma è concentrato. Quando, però, sentiamo il rumore del lampo nel cielo, il suo sguardo si punta sulla mia finestra coperta da una leggera tenda bianca, si alza dalla sedia e si avvicina alla finestra scostando la tenda.
<<Non mi dire che sei venuto a piedi>>
Lo schernisco divertita dal fatto che non abbia preso in considerazione il meteo.
<<Beccato>>
Risponde ritornando a sedersi, afferra il cellulare su cui si perde per alcuni minuti prima di ritornare a guardarmi.
<<Direi che sei sulla buona strada, ma avremo bisogno di altri incontri per consolidare un po' di esercizi>>
Dice picchiettando su alcuni esercizi sul libro. Sorrido, consapevole del fatto che questi incontri sono solo una scusa per passare del tempo insieme e la cosa non mi dispiace.
<<Non è che lo fai perché vuoi passare più tempo con me?>>
<<Mi dispiace deluderti, ma no>>
Dice regalandomi un sorriso che dice tutto il contrario.
<<Immagino>>
Subito dopo aggiungo:
<<Se vuoi puoi rimanere fino a quando non smetterà di piovere>>
<<Grazie dell'offerta>>
Risponde continuando a guardarsi attorno.
<<Che dici se prepariamo qualcosa da mangiare, più precisamente la mia cena>>
<<Che c'è?>>
Gli chiedo vedendo un po' di esitazione nel suo sguardo
<<Non so cucinare>>
Dice alzandosi e sistemandosi, come al solito, la chioma di capelli biondo cenere.
<<Da uno come te, sempre perfetto in tutto, non me lo aspettavo>>
<<Sono tutto tranne che perfetto>>
Dice serio prima di porgermi la mano per aiutarmi ad alzarmi. Seguita da lui ci dirigiamo in cucina, dove dopo aver deciso cosa preparare gli chiedo
<<Zero proprio?>>
<<Zero, da piccolo passavo un po' di tempo in cucina e aiutavo Margaret, ma poi...>>
Si interrompe a metà discorso e il suo sguardo si indurisce, mossa dalla curiosità gli chiedo
<<Ma poi?>>
<<Niente. Allora cosa dobbiamo fare?>>
Domanda, cambiando bruscamente discorso.
<<Niente di complicato: riso alla cantonese>>
Un semplice "Mh" esce dalla sua bocca mentre io mi muovo per la cucina all ricerca degli ingredienti.
<<E tu sai fare tutto?>>
<<Non proprio, matematica no>>
Gli dico ridendo in modo nervoso ricordandomi del modo in cui ho reagito alla consegna della verifica
<<Se uno cade una volta, non significa che non è bravo in una cosa>>
<<Io non posso cadere>>
Gli dico voltandomi di scatto, cogliendolo di sorpresa. Mi volto prima di poter lasciar trasparire altro e cambio discorso indicandogli cosa deve fare. Passiamo il tempo successivo in silenzio se non per la mia voce debole e poco decisa che gli indica cosa fare.
<<Grazie, non ho avuto molti momenti di spensieratezza, ma grazie a te sto riscoprendo la bellezza della semplicità >>
Mi volto nella sua direzione per guardarlo negli occhi e noto il luccichio nel suo sguardo e percepisco che ha calato le sue barriere, anche se di poco.Qualsiasi cosa io provi per questo ragazzo è strano e non definito ed è nato così, all'improvviso per puro caso e senza preannuncio. Tuttavia devo tenerlo nascosto, non credo ricambi e non ho voglia di relazioni nella mia vita.
<<Ne sono felice>>
Rispondo semplicemente dopo alcuni secondi di silenzio.
<<Ha smesso di piovere>>
Dice guardando fuori dove un debole bagliore illumina l'esterno, che presenta ancora i segni della pioggia.
<<Meglio che vada>>
Un po' di tristezza si insinua in me e invitarlo a rimanere sarebbe troppo, perciò annuisco semplicemente.
<<Mirage?>>
La voce di mia madre mi destabilizza per alcuni secondi, sollevo il polso per controllare l'ora e noto che sono passate più di tre ore da quando è arrivato e che, giustamente,il turno di mia madre è finito da almeno venti minuti.
Quando la vedo entrare in cucina, non ho ancora deciso se mentirle o meno, ma non importa visto che è troppo tardi ormai.
<<Oh, ciao Cole>>
Lo saluta incerta
<<Buonasera Hannah, stavo giusto andando>>
<<Rimani pure, per noi non è un problema >>
<<Mi piacerebbe accettare l'invito, ma mia sorella è a casa che mi aspetta>>
<<Va bene allora, sarà per la prossima>>
Dopo il loro breve scambio di battute mia madre si volta verso di me e mi invita ad accompagnarlo alla porta. Appena apro la porta lui esce, ma prima di andarsene si china su di me e mi lascia un veloce bacio sulle labbra.'Niente relazione, ma baci sì?'
Scaccio questo pensiero dalla mia testa e mantengo il contatto visivo con i suoi occhi che per via del tempo un po' cupo hanno assunto una sfumatura più scura.
<<A domani>>
Gli dico non trovando altre parole e lui, con un sorriso divertito da non so cosa, si volta e se ne va. Mi volto verso l'interno e noto mia madre con le braccia conserte appoggiata allo stipite della prota.
<<Beh?>>
Mi chiede curiosa.
<<Cosa?>>
<<Che ci faceva qui?>>
<<Mh...>>
Temporeggio mentre penso a quale scusa inventarmi.
<<Abbiamo fatto i compiti insieme>>
<<Giusto quello. Mirage, amore mio, non puoi frequentarlo. Non perché non voglio, ma solamente perché nessuno sa da dove prendano tutti quei soldi e probabilmente sono invischiati in un qualcosa di losco e->>
<<Mamma, sei stata tu a insegnarmi a non giudicare le persone dal primo impatto e lui è così...Lui>>
Dico non sapendo cosa aggiungere
<<Non dubito che sia un bravo ragazzo, anzi, ma stai attenta>>
<<Sempre>>
Le dico regalandole un sorriso nella speranza di tranquillizzarla.
STAI LEGGENDO
FATE
RomanceCosa succede se il destino è più forte di qualsiasi nostro tentativo di cambiarlo? I nostri protagonisti saranno costretti a fare i conti con la realtà dei fatti.