CAPITOLO 84

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COLE'S POV
Da una settimana a questa parte nostro padre ha mantenuto lo stesso comportamento insolito. Non mi fido di questo suo cambiamento improvviso, ma cerco comunque di adattarmi. Micòl al contrario è più fiduciosa che finalmente nostro padre abbia capito di avere davanti a sé dei figli e non dei robot, infatti passa più tempo con nostro padre ed è più disposta a parlargli rispetto a me. Quando sento bussare alla porta pensando che sia Micòl  do il permesso, ma quando davanti a me si presenta mio padre rimango ancora una volta stupito.
<<Figlio mio, so che non ti aspettavi di trovarmi qui, ma volevo farti una proposta>>
Con un cenno del capo gli faccio segno di proseguire, mentre mi sistemo la camicia della divisa scolastica.
<<Che ne dici di invitare a cena Mirage>>
Strabuzzo gli occhi incredulo nella speranza che mi dica che sta scherzando, ma conoscendo mio padre so che non è il tipo da scherzi.
<<Quando?>>
Gli domando dopo aver superato il momento di sorpresa.
<<Perché non stasera>>
Cerco di non rivelargli ancora una volta la mia sorpresa, perciò regolo la mia voce per sembrare il più calmo possibile
<<Va bene>>
<<Perfetto>>
E senza aggiungere altro lascia la stanza. Poco dopo nella mia stanza senza bussare entra Micòl.
<<Cosa voleva papà?>>
<<Vuole che inviti Mirage a cena stasera>>
<<Ah, inaspettato>>
<<Già>>
Sospiro afferrando lo zaino. Non so cosa aspettarmi da una cena tra Mirage e mio padre, ma la cosa mi mette davvero molta ansia.
<<Facciamo così, io mi occupo di vestirla e truccarla>>
<<Va bene>>
Le dico seguendola verso l'esterno. Appena arriviamo a scuola scorgo tra la folla Mirage in compagnia del biondino e i suoi amici. Diversamente dal solito non rimango con il mio gruppetto, ma mi dirigo verso di lei.
<<Possiamo parlare?>>
Le chiedo cercando di non dare nell'occhio, ma ovviamente il biondino sembra interessato alla nostra conversazione.
<<Certo. Ci vediamo in classe>>
Saluta Arthur prima di rivolgersi al resto del gruppo. Mi segue in silenzio fino a quando non entriamo dentro l'edificio scolastico.
<<Mio padre ti ha invitato a cena da noi stasera>>
Le dico senza giri di parole
<<Davvero?>>
Mi chiede stupita. Serro le labbra non sapendo che altro dire.
<<Caspita, ma...Cioè, tuo padre>>
Poi prosegue dicendo:
<<Ma non saprei come vestirmi e poi non mi odia?>>
<<È da quando è ritornato che si comporta in modo strano. Quindi non ti saprei dire e per i vestiti ci penserà Micòl>>
Leggo nei suoi occhi l'agitazione che nasconde dietro un sorriso forzato e un accenno affermativo della testa. Il suono della campanella mi toglie dall'imbarazzo di doverle offrire parole positive per la cena, una cena di cui non so assolutamente niente di come andrà. Ci salutiamo e per il resto della mattinata noto che è ancora focalizzata sulla notizia, infatti non presta molto attenzione alle lezioni come suo solito. Alla fine delle lezioni io e Micòl la aspettiamo fuori.
<<Come l'ha presa?>>
<<Non lo so, ma come la dovrebbe prendere una notizia del genere?>>
<<Secondo me andrà bene, papà si sta impegnando ad essere una persona migliore>>
<<Tu ci credi?>>
Le domando lasciandole uno sguardo scettico
<<Perché no? Perché dovrebbe mentirci, cosa ci guadagnerebbe?>>
<<Non lo so, ma una persona non cambia da un giorno all'altro>>
<<È sparito per settimane, forse in quel periodo ha lavorato su se stesso>>
Ancora scettico decido di non andare oltre con la conversazione riguardo a nostro padre.
<<Ultimamente finisci sempre in tempo le lezioni di musica, prima rimanevi nell'aula fino a Dio sa quando>>
<<Ho altre cose da fare>>
Rispondo laconico
<<Immagino, questi impegni per caso portano il nome di Mirage?>>
Roteo gli occhi incrociando le braccia
<<Almeno sei meno impostato di prima e sei più naturale. Ridi anche più spesso alle mie battute>>
Nota lei con orgoglio
<<Solo perché dopo la smetti>>
<<Immagino sia quello il motivo e non perché l'amore ti ha rammollito>>
Mi irrigidisco involontariamente alla parola usata da mia sorella per definire il sentimento che c'è tra me e Mirage
<<Non mi dire che ancora non hai capito di preciso cosa provi per lei?>>
Per via del movimento brusco della sua testa, la sua chioma scura ricade sulla spalla sinistra.
<<Sono innamorato no?>>
Scoppia in una sonora risata prima di continuare
<<E io che pensavo che l'assenza di amore da parte dei nostri genitori avesse influenzato più me, invece tu non sai neanche cosa provi per Mirage. Mi dispiace dirti fratellino che prima o poi arriverà il momento in cui vi ritroverete ad affrontare questo sentimento. Un consiglio, non trattenere quello che senti o non senti per lei>>
Fortunatamente l'arrivo di Mirage tronca la conversazione e sono felice di non dover ammettere che mia sorella ha ragione. Fatico a capire cosa provo per Mirage e so che è una cosa importante perché non l'ho mai provata per nessuna, al tempo stesso, però, non saprei dare un nome a quel che provo: amore, semplice affetto passeggero? Non lo so, ma da quando abbiamo iniziato a passare più tempo insieme sento che ciò che provo per lei è aumentato.

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