CAPITOLO 12

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COLE'S POV

Dopo la pesante giornata scolastica di oggi sono felice all'idea di poter tornare a casa e rinchiudermi nella mia stanza. Appena rientriamo in casa io e Micòl veniamo accolti da Margaret, la quale ha indosso il suo solito grembiule bianco.

<<Ciao Margaret>>

La saluta entusiasta Micòl andandole incontro in un abbraccio.

<<Ciao ragazzi. Com'è andata oggi?>>

Ci chiede con il suo solito tono affettuoso mentre stringe per la vita Micòl.

<<Oh bene. È stato un po' pesante e a tratti noioso, visto che abbiamo fatto cose che io e Cole abbiamo già affrontato durante la nostra assenza, però è stato bello ritornare nella nostra vecchia scuola>>

Sorride entusiasta, tuttavia quel suo sorriso allegro si spegne non appena nostro padre si avvicina a noi.

<<In ufficio, ora>>

Dice serio e senza alcun tipo di saluto, prima di allontanarsi ed entrare nel suo ufficio lasciando socchiusa la porta, segno che ci sta aspettando.

<<Anche un semplice ciao non sarebbe stato male>>

Sbuffa Micòl poggiando il suo zaino a terra, vicino l'entrata. Lascio anch'io il mio zaino vicino al suo prima di seguirla nell'ufficio di nostro padre, lasciando alle spalle Margaret che ha uno sguardo preoccupato in volto.

Un po' esitante Micòl apre la porta dell'ufficio di nostro padre, il quale è comodamente seduto sulla sua sedie in pelle e con un sigaro nella sua mano destra, che rilascia un odore sgradevole nell'aria. Io e mia sorella rimaniamo in piedi davanti alla porta in attesa che nostro padre ci dia il permesso di accomodarci, il che non avviene nell'immediato dal momento che lui si prende del tempo per finire il sigaro prima di dire:

<<Prego, prendete posto>>

Facciamo come dice e non appena ci siamo accomodati inizia con il dire:

<<Oggi vi porterò al poligono di tiro>>

<<E per fare cosa?>>

Domanda Micòl evidentemente a disagio all'idea di rivedere una pistola.

<<Voglio che tu e Cole impariate ad usare bene le pistole. Oggi inizierete con una calibro 22, ma voglio che alla fine di questo mese sappiate già utilizzare diversi tipi di pistola oltre a quella già citata. Vi eserciterete almeno tre volte a settimana, a voi la scelta dei giorni, ma per oggi ho già sistemato. Fatevi trovare alla porta per le cinque>>

<<Ma n->>

<<Ora potete anche uscire>>

Dice perentorio nostro padre interrompendo mia sorella e qualsiasi obiezione avesse voluto fare. Sono il primo ad alzarmi seguito a ruota da mia sorella e insieme usciamo dall'ufficio senza aggiungere altro.

<<Sembra che non gli freghi niente di noi>>

Senza 'sembra' avrei voluto dire, ma per non scombussolare ancor di più il suo stato d'animo rimango in silenzio.

<<Sembra che si sia scordato di quello che mi è successo. Sembra non capire che la sola idea di rivedere una pistola mi mette i brividi>>

<Devi solo immaginare di giocare con le pistole, come facevamo da piccoli>>

<<Facile per te che non ti sei ritrovato solo in  una stanza poco illuminata con la canna di una pistola sulla tempia>>

Dice stizzita ricacciando indietro le lacrime che erano sul punto di uscire. In risposta mi irrigidisco sul colpo e una rabbia repressa minaccia di uscire. Il ricordo di quello che abbiamo passato un anno fa si concretizza davanti ai miei occhi e ciò mi provoca una fitta al cuore. Rimango in silenzio mentre tento di allontanarmi da  mia sorella e dal ricordo di tutto.

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