CAPITOLO 34

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COLE'S POV
Una volta che ho terminato di ricopiare gli appunti di scienze dal quaderno di Mirage, decido di andare a consegnarglielo di persona, perciò mi alzo dalla sedia, infilo la prima felpa che trovo nell'armadio e afferro le chiavi della mia macchina e il quaderno di lei, pronto a uscire. Per mia sfortuna mia sorella sembra spiarmi e,  infatti, appena chiudo la porta di camera la sua si apre.
<<Esci?>>
Mi chiede appoggiandosi allo stipite della porta della sua stanza
<<Sì>>
Rispondo semplicemente volendo troncare qualsiasi possibile conversazione.
<<E dove vai?>>
Dice adocchiando il quaderno di Mirage.
<<Dove voglio>>
Le rispondo come se la cosa fosse ovvia.
<<Hai il quaderno di Mirage in mano, vai da lei?>>
<<Anche se fosse?>>
Chiedo ormai consapevole del  fatto che mentirle sarebbe inutile e che in ogni caso mi torchierà fino a quando non otterrà ciò che vuole. A mia sorpresa, però,un piccolo sorriso soddisfatto le compare in  viso e aggiunge semplicemente
<<Divertitevi>>
Richiudendosi in camera. Decido di non soffermarmi troppo sulla cosa e mi avvio al piano di sotto, dove non c'è nessuno, per poi uscire di casa. In pochi minuti raggiungo la sua abitazione, ormai familiare e mi decido senza tentennamenti a suonare al citofono.
<<Chi è?>>
Riconosco subito la sua voce, ma evito comunque di rispondere.
<<Chi è>>
Chiede nuovamente dal citofono e poco dopo la vedo uscire di casa con delle pantofole ai piedi,dei vestiti sportivi addosso e i capelli raccolti in una coda alta e leggermente disordinata. Appena mi nota un cipiglio di sorpresa le compare in volto e dopo il primo istante di sorpresa si avvicina al cancello.
<<Che ci fai qui?>>
Mi chiede guardandomi attentamente da dietro l'inferriata
<<Parleremo come se fossi dietro le sbarre o hai intenzione di farmi entrare?>>
<<Aspetta un secondo>>
Mi dice per poi voltarsi e ritornare dentro. Poco dopo le grate si aprono lentamente permettendomi di entrare. Una volta dentro non perdo tempo e mi avvio all'interno.
<<Prego entra>>
Mi invita sull'uscio della porta. Come la volta in cui sono venuto qui per fare ripetizione con lei anche questa volta c'è un buon profumo che mi invade le narici.
<<Stavo per uscire, ma mi sa che dovrò rimandare>>
Mi dice conducendomi verso la cucina spaziosa, dove sui fornelli vi è un piccolo pentolino.
<< E dove dovresti andare di bello?>>
Le chiedo con disinvoltura sperando, inconsciamente, che non mi riveli che ha una relazione con qualcuno.
<<A correre>>
<<Corri?>>
Le chiedo sorpreso perdendomi a guardare le calamite appese al frigo.
<<Sì, da un po'>>
Risponde sollevando il coperchio del pentolino prima di rivolgermi la sua totale attenzione.
<<Sono solo venuto a riportarti il quaderno di scienze>>
Dico un po' deluso.
<<Hai già fatto?>>
<<Non mi dire che non hai già studiato tutto il programma>>
<<Mi dispiace deluderti, ma no>>
Mi risponde regalandomi uno dei suoi sorrisi piacevoli.
<<Quindi niente...Se devi uscire...ti lascio>>
Rispondo incerto.
<<Se vuoi venire a correre con me sei invitato eh>>
Mi dice divertita.
<<Se proprio insisti>>
Rispondo intenzionato ad accettare il suo invito.
<<Verresti davvero?>>
<<Perché no? Ho le scarpe da ginnastica e la tuta >>
Rispondo con un'alzata di spalle.
<<Ah...Allora mi metto le scarpe e andiamo>>
<<E quello che stai cucinando?>>
<<La mia cena dici? È pronta, quando torniamo la scaldo, tanto ceno da sola stasera>>
Risponde tranquilla prima di allontanarsi dalla cucina lasciandomi solo. Non ci mette molto e poco dopo ritorna con delle scarpe rosa fluo ai piedi.
<<E io che pensavo che non ti piacesse attirare l'attenzione>>
Dico divertito dalla scelta delle scarpe
<<Giusto, ma queste scarpe sono comodissime e poi dobbiamo andare a correre mica a fare la sfilata>>
Poi come ricordandosi di una cosa aggiunge
<<Un'ultima cosa e usciamo, mi spegneresti il minestrone? Grazie>>
E senza attendere risposta esce di nuovo. Mi alzo dallo sgabello e raggiungo i fornelli per spegnere la fiamma.
<<Andiamo>>
Mi volto e me la ritrovo con un marsupio nero in vita.
<<E quello?>>
<<Senti se vuoi seguirmi solo per criticarmi allora vattene a casa >>
Mi dice senza troppa serietà.
<<No scusami non volevo>>
Le dico divertito dalla situazione. Poco dopo ci ritroviamo fuori e appena chiude il cancello imposta qualcosa sull'orologio prima di iniziare a correre lentamente.
<<La corsa è più una passione o un hobby?>>
Le chiedo volendo conoscerla più a fondo.
<<È più un hobby, la facevo come sport un po' di anni fa, ma non mi piaceva fatta in quel modo e così ho deciso di fare da sola>>
Annuisco felice che non si sia fermata a un semplice no.
<<E tu e la boxe?>>
<<Mi serve solo a sfogarmi come tutte le passioni della mia vita>>
Annuisce anche lei continuando a guardare dritto davanti a sé.
<<E il tatuaggio che hai sull'avambraccio?>>
Mi chiede dopo poco cogliendomi di sorpresa.
<<Non so se ti ricordi, ma alla festa di tempo fa c'ero pure io e ho notato il tatuaggio>>
In quel momento mi ricordo dell'episodio di cui fa riferimento e mi sorprendo che se lo ricordi ancora
<<Ho tatuato le mie più grandi passioni: la musica e la medicina>>
Dico rivelandomi abbastanza affinché si fidi anche lei ad aprirsi.
<<Quindi ci sarà un nuovo dottore tra pochi anni>>
Mi dice rivolgendomi lo sguardo per la prima volta da quando abbiamo iniziato a correre.
<<No>>
Rispondo secco consapevole che il mio rimarrà sempre e solo un sogno. Proprio in quel momento mi arriva un messaggio ed essendo un numero sconosciuto lo apro per leggere cosa ci sia scritto. Rallento fino a fermarmi costringendola a fare lo stesso.

~Molly~[18:04]: ciao Cole, mi manchi tanto e  so che ti manca anche fare sesso con me

E sotto il messaggio c'è una foto visibile una sola volta, la apro e mi ritrovo una foto di lei in intimo. Esco immediatamente dalla chat e mi passo una mano in viso. Possibile che nonostante io le abbia detto esplicitamente che non voglio più niente da lei non mi abbia ascoltato? Cosa devo fare per farglielo capire che quando decido di andare a letto con una persona è solo per una volta e senza coinvolgimento emotivo?
<<È successo qualcosa?>>
Mi chiede Mirage avvicinandosi di un passo.
<<No, tutto a posto proseguiamo>>
Dico riprendendo a correre. Il resto del percorso lo facciamo avvolti nel completo silenzio fino a quando lei non prende velocità voltandosi per lanciarmi un sorriso furbo. Capendo il suo gioco accelero il passo quel che basta per raggiungerla.
<<Non mi batterai>>
Mi dice iniziando a correre davanti alla mia strada e impedendomi di sorpassarla, perciò la afferro e la carico di peso sulle mie spalle e continuo a correre con lei che scalcia urlando insistentemente  <<Lasciami andare>>.
Quando raggiungiamo il cancello di casa sua la lascio andare e una volta a terra la distanza che ci separa è così poca che posso sentire il suo respiro affannato.
<<Per colpa tua non ho corso i miei tre chilometri>>
<<Ma hai potuto fare un giro su di me>>
Dico sorridendo all'allusione che sembra aver colto perché interrompe lo sguardo.
<<Simpatico>>
Apre il cancello di casa e dice
<<Rimani a cena o vai a casa?>>
<<Meglio se vado>>
Dico accorgendomi del fatto che è meglio evitare di passare troppo tempo insieme.
<<Ah va bene, allora ci vediamo domani a scuola>>
<<Sì>>
Dico rimanendo fermo sul mio posto, calamitato dai suoi occhi castani. Mi riprendo in fretta e mi allontano velocemente da lei, pronto ad andarmene da lì.

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