CAPITOLO 56

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MIRAGE'S POV
Quando faccio ingresso in casa sono felice di notare che non c'è nessuno. Salgo le sale dirigendomi nella mia stanza, dove mi fiondo immediatamente sul mio letto. Inaspettatamente, però, non riesco a tirare fuori le lacrime, quando tutto quello che vorrei in questo momento è piangere, piangere perché ho aperto il mio cuore quando invece mi ero promessa di non farlo; piangere perché sono stanca e affaticata dal carico della scuola; stanca perché non so cosa fare della mia vita quando sarò costretta a scegliere l'università; stanca delle aspettative che ogni giorno mi impongo e stanca di credere sempre di essere la prima scelta di qualcuno. Mi raggomitolo su me stessa sopra le coperte in ordine e passo tutto il tempo così anche se dovrei studiare. Quando ormai penso di star per addormentarmi, mi arriva una chiamata da parte di Arthur, chiamata arrivata al momento giusto.
-Mirage, com'è andata alla fine?-
Chiede andando dritto al punto
-Bene, gli ho dato gli appunti-
Dico omettendogli tutto il resto e il mio vero umore
-Quindi non se ne sono andati. Perché non vengono a scuola, stanno male o altro?-
-Vorrei saperlo anch'io, ma non ne ho idea-
Rispondo non volendo rivelargli lo stato in cui ho trovato Cole.
-Ma ci hai parlato, avrai visto come stanno-
-Ho parlato solo con Cole, poi parlato-
Emetto una risata stanca e per niente divertita e sembra che ciò faccia scattare un campanellino di allarme nella testa di Arthur
-Cosa è successo oltre a questo?-
-Che ho dichiarato i miei sentimenti per lui come una stupida scema per poi ritrovarmi lui fermo impalato che non ha emesso un suono-
Butto tutto fuori, ormai stanca di tenere i miei pesi da sola.
-Ah-
È l'unica cosa che riesce a dire e non so per quale motivo la cosa mi diverte e infatti scoppio in una risata divertita
-Sono felice che sono così divertente, ma sinceramente non so che dirti o fare. Non li conosco-
-Tranquillo Arthur non mi aspetto che tu dica niente, mi bastava solo sfogarmi-
Gli dico rassicurandolo per poi virare ad altro, per i restanti minuti parliamo del più e del meno e quando finisco la chiamata i miei genitori sono tornati a casa.
<<Mirage>>
Mi chiama dal piano di sotto mia madre. Mi alzo svogliatamente dal letto e vado loro incontro.
<<Ehi>>
Li saluto abbracciandoli calorosamente.
<<Domani abbiamo giornata libera entrambi>>
Dicono entusiasti anche se nel loro sguardo noto un velo di stanchezza
<<Momento perfetto per uscire voi due, soli soletti>>
Dico nascondendomi dietro un sorriso forzato, che per fortuna non riconoscono.
<<Che ne dici Hannah, verresti ad un appuntamento con me>>
<<Vincent, certo che verrei>>
Faccio il gesto di vomitare di fronte a quanto sono ridicoli e carini allo stesso tempo.
<<Non ho voglia di cucinare, ordiniamo qualcosa?>>
Domanda mio padre passandosi la mano tra I capelli
<<Ordino io, voi andate pure a farvi una doccia. Sento il vostro pessimo odore da qui>>
Li schernisco facendo un passo indietro.
<<Sicura?>>
E senza preavviso mio padre si avvicina afferrandomi per la vita mentre mia madre inizia a farmi il solletico.
<<Basta basta, scherzavo, non puzzate>>
Dico tra una risata e l'altra dimenandomi da una parte all'altra come una pazza.
<<Brava>>
Si complimenta mia madre lasciandomi per prima.
Senza neanche saperlo mi hanno risollevato il morale e sono nuovamente grata di avere dei genitori del genere, che pur non essendoci sempre riescono a farmi sentire la loro presenza quando possono.

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