CAPITOLO 23

2 1 0
                                    

COLE'S POV

<<Quindi che ne dici?>>

Sollevo lo sguardo verso mia sorella che mi guarda in attesa di una mia risposta alla sua domanda.

<<Cosa?>>

Le chiedo dal momento che non sono riuscito a tenere il filo del suo discorso.

<<Cole distratto, questa mi è nuova. Ti pensavo persino capace di captare il battito d'ali di un uccello per quanto sei attento>>

Un piccolo sorriso mi increspa le labbra, ma sparisce subito alla successiva affermazione di mia sorella

<<E sorridi persino a una mia battuta, che devo riconoscere non essere una delle mie migliori>>

Poi, voltandosi completamente fino a ritrovarsi faccia a faccia con me prosegue dicendo:

<<Che ti sta succedendo?>>

<<Niente>>

Rispondo semplicemente voltandomi verso il finestrino.

<<Non chiuderai la conversazione così facilmente. Chi cercavi a mensa?>>

Questa domanda fatta dal nulla mi coglie alla sprovvista, ma non faccio trasparire la mia sorpresa

<<Nessuno>>

<<Non è vero, mentre Alex ti parlava tu eri distratto a cercare qualcuno>>

<<Non è vero>>

Insisto incrociando le braccia per ribadire che non ho intenzione di proseguire con il discorso.

<<Non puoi mentirmi, nascondere le cose sì, perché in quello sei bravo,ma mentirmi no>>

Non le rispondo mentre afferro il mio cellulare dallo zaino per leggere il messaggio che mi è appena arrivato. Noto che Micòl ha allungato il collo per vedere chi è, ma dal momento che è Alexander che mi informa che domani pomeriggio abbiamo gli allenamenti di atletica, la lascio fare.

<<Per caso cercavi Mirage?>>

Mi irrigidisco, ma solamente per pochissimo prima di posare il mio sguardo sul viso di mia sorella.

<<Micòl smettila>>

<<Ci ho azzeccato>>

Dice iniziando a battere le mani contenta.

Non capisco come ci sia arrivata, ma non le darò la soddisfazione di ricevere una conferma

<<Ti interessa?>>

Roteo gli occhi infastidito per poi controllare fuori del finestrino della macchina quanto ci manca per arrivare  e per quanto ancora devo sopportare mia sorella. In mio aiuta arriva una chiamata da parte di una sua amica che mi permette di stare da solo con i miei pensieri senza la voce squillante e allegra di mia sorella.

Ripenso a quello che è successo oggi, al viso di Mirage che mano a mano si faceva sempre più teso con l'avanzare degli interventi dei nostri compagni. Non so cosa in quel momento stesse pensando o cosa la tormentasse, ma mi era sembrato naturale e normale posarle la mano sulla coscia per darle un senso di conforto. Ripensandoci adesso mi chiedo cosa diamine mi sia saltato in mente per fare una cosa del genere con una persona, tra l'altro, con cui non ho niente a che fare. Per non parlare del mio atteggiamento a mensa: quando non l'ho vista arrivare e mi sono subito messo a cercarla fino alla fine della nostra ora di pausa. Non so cosa mi stia succedendo, ma non devo permetterle di avvicinarsi se in un'unica ora è riuscita a segnare il resto della mia mattinata scolastica.

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora