CAPITOLO 31

1 1 0
                                    

MIRAGE'S POV
Dopo che abbiamo finito di studiare, Micòl ha voluto mostrarmi l'intera casa, che è più spaziosa di quanto imaginassi e per mia fortuna nessuna traccia dei suoi genitori.
<<Ora ti mostro il mondo sotterraneo>>
Dice con entusiasmo che le dona una luce infantile. Sembra che la Micòl della scuola e anche quella del bagno siano state sostituite con una Micòl bambina. La seguo cercando di stare dietro a tutti i suoi discorsi che mi fa riguardo alla storia dell'edificio e, una volta scese delle scale, ci ritroviamo in un corridoio ben illuminato e ben tenuto come i piani superiori. Mentre percorriamo il corridoio arriviamo davanti a una porta da dove provengono dei rumori.
<<E qui c'è la palestra tanto amata da mio fratello>>
Dicendo ciò apre la porta rivelando la figura statuaria di Cole senza maglietta. Il mio sguardo scorre dai suoi capelli in totale disordine alle spalle muscolose e ben definite fino alle gambe ben fisse a terra.
<<Vieni>>
Mi invita Micòl portandomi a sedere su una delle panche appoggiate al muro in mattoni grigi. Cole continua a colpire la sacca da boxe per diversi minuti come se non si fosse per niente accorto della nostra entrata per quanto è concentrato. Inoltre, dal modo in cui colpisce ferocemente la sacca mi fa capire due cose: uno che sta cercando di liberarsi di qualcosa, secondo non è mai stato malato, perché uno che ha avuto la febbre non avrebbe tutta questa energia. Dopo poco, quando avevo perso le speranze si ferma e si gira verso di noi e non sembra per niente sorpreso della nostra presenza.
<<Piaciuto lo spettacolo Reyes?>>
Mi domanda con un sorriso strafottente in volto afferrando un asciugamano con cui si asciuga il viso e il collo. Io non gli rispondo e mi alzo di scatto suscitando sorpresa in Micòl
<<Sai che mi è venuta fame?>>
Le dico distogliendo lo sguardo da lui.
<<Ah, scusa non ci avevo pensato. Vado ad avvertire Margaret, tu rimani qua arrivo subito>>
Mi dice scattando in piedi e uscendo senza darmi il tempo di replicare.
Mi ha lasciata qui da sola con suo fratello, quando il mio obiettivo era di allontanarmi il più lontano possibile da lui.
<<Hai fame eh?>>
Mi schernisce togliendosi i pantaloncini per poi afferrare il borsone da terra completamente a suo agio, mentre io mi volto di scatto verso il muro alle mie spalle
<<Che c'è non hai mai visto un ragazzo mezzo nudo?>>
Continuo a non rispondergli e ciò è stato uno degli errori più gravi della mia vita, perché lo sento avvicinarsi e scostandomi i capelli dal volto mi sussurra all'orecchio
<<Scommetto che quando mi hai visto quasi sbavavi>>
Dice prima di allontanarsi e chiudersi dietro una porta che fino a questo momento non avevo notato.
<<Mirage andiamo>>
Ero così scioccata dal contatto con Cole che non avevo notato l'arrivo di Micòl
<<Tutto okay? Sei così rossa>>
<<Tutto benissimo>>
Esclamo con un po' troppa enfasi prima di seguirla fuori, lontano da quell'energumero.
Una volta al piano di sopra nella sala da pranzo veniamo accolte da una tavola imbandita di molte prelibatezze.
<<Vieni sediamoci sul divano>>
<<Non c'è il rischio che si sporchi>>
<<Hai ragione, mettiamoci al tavolo>>
Così facciamo e poco dopo veniamo raggiunti da Cole che ha i capelli bagnati e un vestiario comodo, che lo rende ancora più bello di quanto lo sia già. Si siede proprio al mio fianco e nonostante siamo spesso vicini di banco in questo caso sento che qualcosa è cambiato, almeno per me.
<<Come mai non sei venuto a scuola oggi?>>
Domando per intavolare una conversazione, ma il mio tentativo di fare una conversazione leggera fallisce perché lui si rabbuia ritornando a sedersi in modo più composto e con uno sguardo perso oltre che spento, quest'ultimo dettaglio però ha sempre fatto parte dei suoi occhi da quando lo conosco e mi chiedo a cosa sia dovuto.
<<Ho avuto degli impegni>>
Risponde laconico e nel tentativo di riparare alla mia domanda scomoda dico
<<Quindi tu e tua sorella mi avete mentito>>
<<A quanto pare>>
Risponde con tono serio.
<<Tranquillo Cole non ti sei perso niente, solo scienze per lo meno. Mirage ha degli appunti meravigliosi e sono sicura che te li potrà prestare.>>
Afferma convinta afferrando un grappolo d'uva.
<<Immagino>>
Dice muovendosi sulla sedia come a cercare una posizione comoda. Mentre tra noi cala il silenzio, una donna dall'aria affascinante e calorosa entra nella stanza.
<<I vostri genitori rientreranno tra meno di un'ora>>
A questa notizia sul viso di entrambi cambia qualcosa, sembra che un'ombra sia calata su di loro.
<<Grazie Margaret>>
Risponde Micòl con un sorriso tirato.
<<Grazie tantissimo Mirage, veramente>>
Mi dice rivolgendomi uno sguardo dolce e in quel momento capisco che è ora di andare.
<<DI nulla, quando vuoi. Io ora devo andare si è fatto tardi>>
Affermo assecondando il suo invito ad andarmene che però non prendo sul personale intuendo che ci sia un motivo dietro a questo cambiamento.
<<Dai ti accompagnamo. Chiamo l'autista così andiamo subito>>
<<L'accompagno io>>
La voce profonda e severa di Cole interrompe il piano di Micòl.
<<Non vorrei certamente lasciare una mia amica da sola con te>>
Dice alzandosi.
<<Ma smettila, tanto le piacciono i miei passaggi, non è vero Reyes?>>
<<Uno, smettila di chiamarmi per cognome quando ho un nome e due, abbassa la cresta. Grazie dell'offerta, ma preferisco andare a piedi>>
<<Bene è deciso allora, ti accompagno io>>
E con questo si alza dalla sedia senza aspettare risposta.
<<Mi dispiace >>
Mi sussurra Micòl con sguardo dispiaciuto
<<Non sei tu il problema>>
Le dico per poi aggiungere
<<Ci vediamo domani a scuola. È stato bello passare del tempo con te>>
Dico sincera, dal momento che era da tanto che non mi sentivo bene a casa di una persona e con un'altra persona al di fuori dei miei genitori.
<<Grazie Mirage>>
Mi dice avvolgendomi in un abbraccio carico di affetto. Mi dovrò ricredere sulla sua persona. Finiti i saluti raggiungo Cole seduto sulla sua auto sportiva. Una volta salita in macchina mi affretto a mettere la cintura di sicurezza e poi con tono severo gli dico:
<<Vedi di non andare troppo veloce o scendo e vado a piedi>>
<<Va bene>>
Risponde semplicemente lasciandomi sbalordita.
<<Va tutto bene?>>
Chiedo allora curiosa di sapere perché non abbia ribattuto come suo solito.
<<Va tutto benissimo che non vedi?>>
Sputa di getto prima di avviare la macchina e partire. Durante il tragitto decido di non proferire parola e una volta davanti casa lo ringrazio, non ottenendo alcuna risposta, per poi scendere. Lui senza perdere tempo si allontana a tutta velocità.

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora