CAPITOLO 10

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MIRAGE'S POV

Il suono ripetitivo e assordante della sveglia mi costringe ad alzarmi dal mio comodo letto, così, controvoglia, mi sollevo per andare a piedi nudi fino alla finestra, che spalanco con un solo gesto deciso. Una folata d'aria fredda mi scompiglia ancor di più i capelli, ma grazie al vento freddo riesco a uscire dal mio stato sonnolento. Rifaccio velocemente il mio letto e poi faccio un salto nel mio bagno per rimettermi in sesto.

<<Buono, solo trenta minuti>>

Dico non appena mi richiudo la porta del bagno alle spalle. Ricontrollo l'orario sul telefono per accertarmi che non sono in ritardo e mi dirigo al piano di sotto dove trovo mia madre ai fornelli, intenta a cucinare i pancake.

<<Buongiorno mamma>>

Le dico mentre mi verso una spremuta d'arancia nel bicchiere.

<<Buongiorno Mirage. Devo uscire tra poco meno di trenta minuti se voglio fare in tempo a lavoro, quindi dovrai andare a scuola o in macchina o a piedi>>

Cerco di trattenermi dal rivelarle quanto sono contrariata.

<<Va bene>>
Rispondo perciò, regalandole un sorriso tirato.

Finisco con calma la mia colazione prima di andare in camera per indossare la divisa della scuola e le mie converse nere, abbinate al completo scolastico. Lancio un'ultima occhiata allo specchio per assicurarmi di non avere alcun capello fuori posto prima di scendere velocemente le scale. Decido di andare a scuola a piedi, nonostante ci voglia molto meno in macchina. Appena mi trovo a diversi metri dalla scuola, noto che lo spazio davanti al cancello pullula di studenti e di macchine. Decido a quel punto di far partire il numero di Dafne che mi risponde solamente al quinto squillo.

-Mirage dove sei?-

-Sono davanti ai cancelli-

-Va bene, io sto vicino alla panchina a pochi passi dal portone. Proprio dove stavamo di solito nell'ultimo periodo prima della fine della scuola, l'anno scorso-

La ringrazio prima di chiudere la chiamata e dirigermi verso il luogo indicato. Dopo alcuni minuti riesco a scorgere la sua folta chioma riccioluta, ma non appena noto che con lei ci sono anche Cole e i suoi amici un leggero senso di panico mi assale; non sono abituata a stare in così grandi gruppi, sono sempre stata una ragazza socievole sì, ma molto riservata e non abituata a stare in grandi gruppi. Faccio un profondo respiro mentre mi avvicino al numeroso gruppo. La prima a notarmi, per fortuna, è Dafne che mi regala uno dei suoi sorrisi confortevoli.

<<Ciao>>

Mi saluta poi Micòl rivolgendomi un sorriso caloroso. Ricambio il saluto prima di appoggiarmi al muretto  di fianco alla mia amica.

<<Certo che questa divisa ti sta proprio bene>>

Mi dice Dafne facendomi l'occhiolino. Le sorrido in segno di ringraziamento mentre gli altri stanno parlando animatamente.

<<Quest'anno Cole e te avrete molti corsi in comune>>

Mi avverte lei rivolgendomi tutta la sua attenzione. Sollevo le spalle con indifferenza visto che io e lui non abbiamo mai avuto un vero rapporto e di conseguenza non mi fa né caldo né freddo la sua presenza.

Quando il suono della campanella raggiunge l'orecchio di tutti noi, una fiumana di studenti si affretta alle grandi porte color castagno della scuola che una pianta a ferro di cavallo.

<<Lasciamo che si accalchino tutti prima di entrare>>

Dice Alexander ottenendo il consenso di tutti. Un po' più in disparte se ne sta Cole il quale getta a terra il mozzicone di sigaretta ancora fumante prima di avvicinarsi.

<<Potresti anche spegnerla>>

Gli dico sorprendendo anche me stessa. Non mi definirei una paladina della giustizia, ma tra le cose che poco sopporto ci sono le sigarette ancora fumanti gettate a terra. In risposta alla mia frase ottengo un'occhiata gelida da lui il quale incrocia le braccia in segno di sfida senza fiatare. 

<<Non so se sei sordo o cosa, ma per gentil cortesia potresti spegnere la sigaretta o buttarla negli appositi cestini?>>

Ripeto incrociando il suo sguardo impassibile. Rimaniamo a fissarci per alcuni secondi prima che la sua voce profonda e roca pronunci la frase più lunga che mi abbia mai rivolto in tutti gli anni di conoscenza.

<<Se ci tieni tanto fallo tu>>

<<Perché dovrei?>>

Mi squadra divertito prima di accennare un leggero sorriso. Si avvicina a me e scostandomi la ciocca di capelli neri mi dice a pochi centimetri dal mio orecchio:

<<Non sarai certamente tu a dirmi cosa devo o non devo fare>>

Detto ciò si scosta da me e si allontana assieme ad Alexander e agli altri ragazzi. 

"Ordini? Ma se gliel'ho domandato con gentilezza"

<<Mirage>>

La voce calma di Dafne mi risveglia dal mio stato di trance.

<<Dobbiamo andare>>

Mi dice afferrandomi per il braccio.

<<Aspetta un secondo>>

Le dico mentre con la scarpa spengo la sigaretta.

<<Da quando fumi?>>

Mi chiede osservando la cicca ormai spenta.

<<Non fumo>>

Dico laconica non volendo proseguire il discorso.

Insieme a Dafne,Micòl, Charlotte e altre due ragazze ci dirigiamo verso l'entrata della scuola. Ci sono solo pochi studenti che ancora non sono entrati nelle loro rispettive classi.

<<Abbiamo matematica adesso>>

Mi dice Dafne controllando l'orario sul telefono mentre percorriamo il lungo corridoio delimitato da entrambi i lati da una fila di armadietti rossi. In pochi minuti raggiungiamo la nostra classe e fortunatamente notiamo che ci sono ancora alcuni banchi liberi in terza fila.

<<Pensavo che avremmo avuto le prime file, che fortuna vero?>>

Mi domanda Dafne, mentre la mia attenzione viene catturata da Cole e Alexander che sono accerchiati da diverse ragazze.

<<Ecco perché ci sono banchi ancora liberi>>

Sbuffo rivolgendo la mia attenzione alla riccioluta seduta al mio fianco.

<<Se l'anno scorso erano quasi tutte attratte da Alexander, quest'anno si potranno rifare con Cole>>

Non dico niente a proposito e inizio a riporre i miei libri sul banco in modo ordinato fino a quando la professoressa non entra in aula.

<<Buongiorno ragazzi. Come saprete Cole è rientrato da poco nella nostra scuola, quindi dovremo aiutarlo a rimettersi in pari con noi, anche se sono sicura che non è rimasto tanto indietro>>

Dice, facendo scorrere lo sguardo sulla classe.

<<Bene, qualche volontario disposto ad aiutare il vostro compagno?>>

Molte mani si sollevarono e la maggior parte sono di ragazze.

<<È bello vedere la vostra predisposizione. Cole potrai beneficiare di molti aiuti>>

Afferma l'insegnante soddisfatta mentre apre il libro di matematica e ci invita ad andare all'indice del libro per spiegarci il programma di quest'anno. Le due ore passano in fretta e alla fine della lezione Dafne mi chiede:

<<Non capisco perché tu non ti offra mai di aiutare i nuovi compagni di classe, anche se sei molto brava e paziente>>

<<Perché non sono brava a spiegare>>

Le dico riponendo le mie cose nello zaino, pronta a lasciare l'aula per la prossima lezione.

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora