COLE'S POV
<<Ti rendi conto che manca davvero poco al diploma? Cioè quest'anno è volato e sono successe tante di quelle cose>>
Afferma Alex inghiottendo voracemnte il cibo davanti a lui.
<<Tra queste cose il fatto che tu e Micòl siate tornati è la cosa più bella. Ancora però non capisco il motivo per cui siete scomparsi. Micòl mi ha detto per motivi di lavoro di vostro padre, ma io non ci credo tanto. Chi è che sparisce senza lasciare tracce>>
Poi quando solleva lo sguardo verso di me continua
<<Ovviamente voi. Riuscite in un modo o nell'altro ad attirare l'attenzione di tutti>>
<<Ti assicuro che non è una bella cosa>>
Lo conforto scostando le verdure dal mio piatto non sentendo la voglia di continuare a mangiare.
Riflettendo sulle parole di Alexander mi rendo conto che in un anno possono succedere e cambiare tante cose senza che uno abbia il controllo su alcune cose che accadono nella propria vita. La cosa che più mi ha destabilizzato è l'accoglienza di mio padre nei confronti di Mirage, la quale, nell'arco di tre settimane, è stata invitata ben tre volte a cena da noi. Certo, l'accoglienza di mia madre scarseggia, ma già il fatto che la sua maschera di totale indifferenza nei confronti miei e di Micòl si stia sciogliendo è un grande passo avanti.
<<Oh sei qui, non mi aspettavo che saresti stato a casa di sabato>>
Mio padre fa ingresso nella stanza con indosso uno dei suoi soliti completi eleganti e dopo aver salutato Alexander, per il quale non sembra nutrire più alcun risentimento per la relazione che intrattiene con mia sorella, si rivolge a me.
<<Ti devo parlare in ufficio>>
Annuisco rilassato dal momento che nell'ultimo mese ha dato prova di star tentando di cambiare, anche se la prova finale del totale cambiamento sarebbe quella di rinunciare al suo lavoro. Una volta dentro il suo ufficio, totalmente in ordine, ci sediamo uno davanti all'altro con solo la scrivania a separarci.
<<Mirage è una ragazza molto intelligente e attenta>>
Non avevamo più parlato di Mirage da dopo la sua uscita imbarazzante perciò mi irrigidisco involontariamente.
<<Però hai dei doveri a cui rispondere. Sto tentando di cambiare come padre, ma come uomo d'affari no, perciò dovrai adempiere alla mia volontà di trovare una moglie con cui mettere su famiglia e guidare il mio impero. Questa volta però non dovrai farlo in giovane età, come ho sempre voluto, ma potrai farlo dopo la mia morte. Questo non significa che non avrai alcun ruolo significativo al suo interno>>
Non so cosa dire né cosa pensare perciò rimango in silenzio nell'attesa che continui.
<<Voglio che tu dopo il liceo decida se sposare Mirage o virare verso una delle tante pretendenti di cui disponi>>
Un fremito alla mano mi costringe a chiudere i pugni e trattengo a stento la mia sorpresa.
<<Se non hai intenzione di fare a meno del tuo impero non ho intenzione di trascinare Mirage nei nostri casini>>
<<Ma lei ci è già dentro Cole, a meno che tu non sia abbastanza coraggioso da lasciarla andare>>
Il pensiero di una vita senza Mirage mi provoca un senso di tristezza.
<<So che sei innamorato di lei e dal modo in cui la guardi è impossibile non capire che la desideri più di ogni altra cosa>>
Alzandosi dalla sua sedia inizia a camminare per la stanza
<<Mi ricordi me e tua madre ai primi stadi della nostra relazione>>
<<Ma per voi era diverso. Tu e lei facevate parte di questo mondo. Il mio e quello di Mirage sono due mondi distanti>>
<<Proprio per questo ti invito a trovarne un'altra che sia disposta a vivere questa vita. Hai comunque tempo fino al giorno dopo il diploma. Dopo il quale mi dovrai dare una risposta o provvederò io personalmente a scegliere per te. Lo faccio per il tuo bene>>
Una risata di scherno cattura lo sguardo attento di mio padre.
<<Sapevo che non potevi essere cambiato. Se solo sapessi quanto amo Mirage, non mi metteresti in questa posizione>>
E senza attendere oltre mi alzo dalla sedia e abbandono l'ufficio. Dopo aver raccolto le mie cose in camera, mi dirigo nella palestra al piano inferiore per sfogare la rabbia e la paura di perderla, senza tener conto che in sala c'è ancora Alexander. Non so quanto tempo passa prima di sentire qualcuno aprire la porta della stanza in cui mi trovo, ma non mi volto per vedere chi sia. Continuo a colpire la sacca con tutta la forza che ho fino a quando non sento il sudore colarmi dalla testa, a quel punto mi blocco. Mi volto per afferrare il panno per pulirmi.
<<Ecco tieni>>
Mi porge Mirage che ha indosso un semplice vestito color giallo pastello stretto in busto che si apre fino alle caviglie. Mentre mi pulisco vedo il suo sguardo scorrermi lungo tutto il mio corpo e forse per il fatto che non la tocco da tanto tempo o forse per rabbia, la bacio senza alcuna traccia di delicatezza, ma questo non sembra infastidirla. Le sue mani percorrono tutto il mio busto provocandomi una scarica di desiderio maggiore della prima volta con lei. La spingo fino a quando la sua schiena non incontra il muro per poi sollevare le sue braccia e iniziare a baciarle il collo. I suoi ansiti trattenuti non fanno altro che aumentare il mio desiderio perciò le faccio scivolare il vestito a terra lasciandola seminuda davanti a me. Prendo a torturarla mentre mi godo del suo respiro affannato sotto il mio tocco.
<<Cole>>
Geme sul mio collo costringendomi a sollevarla da terra e prendere a baciarla con forza.
<<Vuoi farlo qui?>>
Mi chiede mentre le bacio i seni.
<<Dove vuoi Mirage>>
Rispondo velocemente riprendendo a fare quello che stavo facendo prima. Non ottenendo risposta lo prendo per un sì, perciò la riporto a terra e mi chino per abbassarle le mutandine quanto basta e dopo averla torturata per un po', mentre le sue mani scorrono lungo la mia spalla, afferro un preservativo prima di penetrarla. Quando entro dentro di lei un urlo di eccitazione infrange il silenzio della stanza aumentando il mio desiderio. Il fatto che i miei movimenti siano bruschi non sembra infastidirla, anzi ciò sembra aumentare il suo desiderio, tanto che non ci vuole molto prima che entrambi veniamo. Dopo che si è rivestita e i nostri respiri sono ritornati regolari i nostri occhi si incrociano e solo in quel momento mi ritornano in mente le parole di mio padre
<<Va tutto bene?>>
<<Va tutto bene. Che ci fai qui?>>
Domanda stupida perché un senso di rabbia le dipinge il volto
<<Dovevamo incontrarci>>
Solo in quel momento mi ricordo del nostro appuntamento
<<Mi dispiace>>
Le dico pentendomi all'istante di non aver perso tempo ad abbandonarmi al desiderio invece di curarmi di lei.
<<Fa niente, meglio se vado>>
<<Resta>>
Le dico afferrandole il polso e avvicinandola al mio petto.
<<Scusa, è che sono un po' stanco>>
Le dico baciandola sulla testa. Il fatto che ricambia l'abbraccio mi dà un senso di consolazione.
<<Alexander mi ha detto che gli eri sembrato un po' arrabbiato e perciò ti ha lasciato solo>>
<<Ti va di rimanere a cena con noi?>>
Le chiedo nel tentativo di farmi perdonare
<<Certo>>
Solleva la testa verso di me regalandomi un' espressione serena e allegra in netto contrasto con la sua espressione in preda all'estasi di poco prima.
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FATE
RomanceCosa succede se il destino è più forte di qualsiasi nostro tentativo di cambiarlo? I nostri protagonisti saranno costretti a fare i conti con la realtà dei fatti.