CAPITOLO 41

1 1 0
                                    

MIRAGE'S POV
<<Oggi andremo lì e ci faremo notare e non penseremo a nient'altro>>
Afferma sicura Dafne mentre finisce di truccarmi.
Non avevo intenzione di partecipare a questa festa, soprattutto perché mi imbatterò sicuramente in Cole e Micòl, la quale sto evitando perché è in qualche modo legata a lui e spesso si trovano insieme. Tuttavia Dafne ha insistito nell'andare per dimostrare ad Alexander, il quale non si faceva quasi più vedere a mensa come Cole, che non ha bisogno di lui, ma in fondo sono consapevole del fatto che è ancora legata a livello emotivo con quello che ha passato con lui e che questa festa è solo una scusa per fargli vedere cosa si sta perdendo.
<<Ecco fatto>>
Mi dice sistemandosi in posizione eretta. Fa girare la sedia facendomi voltare verso lo specchio della mia stanza e rimango semplicemente allibita dal trucco leggero, ma visibile che mi risalta il viso solitamente  privo di trucco.
<<Bella vero?>>
Mi domanda mentre si applica il rossetto sulle labbra.
<<È stupendo, grazie Dafne>>
<<Fidati che non è solo merito mio, hai già un bel viso bisognava solo risaltarlo>>
<<E tu ci sei riuscita>>
Le dico mentre continuo a guardarmi stupita.
<<Ragazze, volete che vi accompagni?>>
<<No, mamma grazie. Guido io>>
Rispondo mentre afferro la borsetta nera con le pallette che si abbina al mio tubino nero abbastanza scollato sul davanti.
<<Sono pronta, possiamo andare>>
Mi avverte Dafne sistemandosi la chioma riccioluta. Salutiamo in fretta i miei genitori e saliamo in macchina, dove accendo subito il riscaldamento per via delle basse temperature.
<<Vedi che alla fine il giacchetto serviva?>>
Le dico mentre avvio il motore
<<Sì sì, ma rovina l'outfit>>
<<Tranquilla che sei bellissima così anche con il giacchetto>>
La rassicuro voltandomi nella sua direzione.
<<Comunque faremo sicuramente un figurone>>
<<Certo>>
Le dico con poca convinzione. Dafne è sicuramente abituata a catturare l'attenzione delle persone per via della sua bellezza provocante, ma solitamente io non catturo mai lo sguardo di nessuno e questo in parte mi rincuora dall'altra parte, invece, mi rattrista.
Quando raggiungiamo l'abitazione di dimensioni notevoli sentiamo della musica ad alto volume provenire dall'interno e vi sono anche alcune persone raggruppate nel giardino anteriore.
<<Quanta gente>>
Dico sentendo già l'ansia salirmi.
<<Già, spero ci sia anche lui>>
Dice in un sospiro.
<<Dafne>>
La redarguisco stancamente, visto che le ho ripetuto più volte che è ora di andare avanti visto che lui è preso da un'altra.
<<Lo so lo so, ma dovevi vedere come mi ha toccata e come mi ha baciata>>
Nonostante le settimane trascorse non sembra voler iniziare ad accettare il fatto che il cuore di lui appartiene ad un'altra e forse è anche per questo che la sua amicizia con Micòl si è un po' incrinata.
<<Dai, meglio se andiamo>>
Le dico non volendo vederla in questo stato.
<<Hai ragione andiamo>>
Facendoci coraggio ci avviamo verso l'abitazione che pullula di persone con facce note e altre con facce sconosciute. Quando entriamo dentro dobbiamo farci largo tra la gente ammassata che sta ballando per raggiungere un luogo meno affollato.
<<Che facciamo?>>
Le chiedo a disagio non volendo togliere la lunga giacca nera che mi copre
<<Prima alcol, poi ci togliamo questi giacconi e infine ci divertiamo fino a scordarci dei nostri problemi>>
Annuisco cercando di non rivelare la mia voglia di scappare da questo posto. La seguo pedissequamente in giro per la casa alla ricerca della cucina che troviamo dopo un po' e che troviamo piena di qualsiasi tipo di bevanda alcolica possibile.
<<Prendiamo quella alla pesca>>
Mi dice Dafne
<<Preferisco quella alla fragola>>
Rispondo indicando una bottiglia poco distante dai fornelli.
<<Va bene, serviamoci allora>>
Riempiamo un bicchiere di plastica fino all'orlo e poi mandiamo giù il liquido in una volta sola. So che non dovrei bere, ma per questa sera mi concederò solo un bicchiere dal momento che sono certa che Dafne alla fine della serata non si reggerà in piedi da sola.
<<Ora andiamo a toglierci le giacche>>
Esclama con un po' di vivacità in più. Ci ritroviamo ancora una volta nella calca alla ricerca di un posto dove posare le nostre cose, quando veniamo affiancati da Arthur.
<<Mirage>>
Mi saluta posandomi un bacio sulla guancia. Sono felice di trovare finalmente una faccia amica.
<<Stiamo cercando un posto dove posare questi>>
Gli dico indicando le nostre giacche.
<<Venite, so io dove potete lasciare le vostre cose>>
Lo seguiamo al piano di sopra che sembra un'altra realtà visto che è priva di persone.
<<Non potremmo stare qui>>
Gli dico guardandomi attorno
<<È casa mia, tranquilla>>
<<Hai lanciato una festa?>>
Gli chiedo sbalordita
<<Non sembro un tipo da feste vero? I miei fratelli hanno organizzato tutto e io cerco di evitare che le persone distruggano casa>>
<<Un'impresa da giganti>>
Dico divertita dalla cosa. Ci accompagna gentilmente in una stanza dove lasciamo le nostre cose.
<<Io vado di sotto>>
Mi avverte Dafne dileguandosi velocemente. Dallo sguardo che mi ha lanciato so che lo ha fatto solo per lasciarci soli, ma non sa che per me Arthur è solo un amico.
<<Sei davvero bellissima>>
Mi dice afferrandomi la mano e facendomi girare su me stessa.
<<Grazie>>
Dico timidamente abbassando lo sguardo leggermente a disagio in questo abito così scollato che Dafne mi ha prestato per l'occasione, che mi fascia il corpo fino a metà coscia e si apre in una profonda scollatura sul davanti.
<<Sapevo che non eri una tipa da questi vestiti, ma ti stanno bene.
Andiamo a ballare?>>
Mi chiede porgendomi il braccio
<<Va bene>>
Una volta al piano di sotto mi muovo un po' a disagio provocando un moto di riso bonario da parte di Arthur che sembra divertito dal mio disagio.
<<Senti vado a prendere qualcosa da bere>>
Lo avverto ricevendo in cambio un cenno affermativo con il capo.
Mi allontano spingendomi tra i corpi fino a raggiungere la cucina, una volta dentro chiudo la porta alle mie spalle e appoggio la testa sulla porta. Apro gli occhi dopo alcuni secondi e quando mi volto mi ritrovo davanti Cole, che non pensavo fosse venuto non avendolo visto per le due d'ore che sono rimasta qui.Mi congelo sul posto, ma riesco a nascondere benissimo il mio disagio e raggiungo la bottiglia d'acqua  sull'isola.
<<Sei davvero bellissima>>
Mi dice avvicinandosi a un metro da me.
<<Prima mi eviti e non mi parli e poi pretendi di venire qui e dirmi che sono bellissima>>
Dico buttando giù il bicchiere d'acqua prima di voltarmi e uscire dalla stanza. Stanca di stare dentro e di ballare, mi dirigo nella stanza dove si trova il mio giacchetto per poi andare verso l'esterno. Mi siedo sul muretto vicino all'ingresso e decido di avvertire Dafne, la quale è scomparsa dalla circolazione, che mi trovo all'esterno. Mentre sono concentrata a scrivere il messaggio sul mio telefono non noto la presenza al mio fianco fino a quando non si siede accanto a me, spaventandomi. Quando capisco che è Cole continuo a mantenere lo sguardo fisso davanti a me.
<<Ti va di andare in un posto?>>
Mi volto verso di lui allibita. Mi evita per quasi due settimane e poi si presenta qui pensando di poter far finta di niente.
<<Posso sapere perché mi hai evitato?>>
Rimane in silenzio come se non gli avessi detto niente.
<<Se vuoi venire con me per allontanarti un po' da qui vieni, se no rimani qua>>
Dice alzandosi e incamminandosi verso una macchina parcheggiata a pochi metri di distanza. Valuto le mie opzioni e decido di seguirlo, non ho voglia di rimanere qui e poi mi era mancata la sua voce e il suo sguardo su di me.
Quando saliamo in macchina noto un sorriso soddisfatto e perciò decido di avvertirlo subito.
<<Senti io ti seguo perché non ho voglia di rimanere qui e perché non posso tornare a casa senza Dafne>>
<<Certo, è solo una tregua momentanea>>
Dice avviando il motore.  Mentre guidiamo per le strade della città in silenzio mi rendo conto di aver fatto la scelta sbagliata, ma la sua assenza ha lasciato dentro di me un senso di vuoto e se soddisfo il mio desiderio anche solo una volta non succederà mai niente di male. Passano diversi minuti prima che lui inizi a rallentare e quando si ferma completamente non riconosco dove siamo.
<<Non mi dire che mi hai rapita>>
Un sorriso divertito gli compare in volto e mi dice soddisfatto
<<Forza scendi>>
Lo assecondo senza insistere e lo seguo verso l'esterno ritrovandomi davanti un panorama spettacolare e mozzafiato, la città illuminata al chiaro di luna e dalle luci che emana.

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora