CAPITOLO 8

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MIRAGE'S POV

Appena i raggi del sole iniziano a filtrare in modo insistente nella mia stanza mi alzo dal letto e appoggio stancamente i piedi sul pavimento della stanza. Mi stropiccio un po' gli occhi prima di decidere di alzarmi e spalancare le tende e la portafinestra della stanza. Dopo che mi sono infilata le infradito mi alzo e vado a guardarmi velocemente allo specchio per controllare le condizioni in cui verto, anche stamattina, come al solito, i miei capelli sono tutti aggrovigliati e sembra che siano appena usciti da una guerra civile. 

<<Buono a sapersi che vi divertite a farvi guerra>>

Sussurro con la voce impastata dal sonno rivolta ai miei capelli. Sono consapevole del fatto che parlare con i capelli non è normale, ma ogni tanto mi concedo un po' di follia. Con il mio pigiama a strisce nere e bianche mi dirigo lentamente al piano di sotto. In cucina mio padre e mia madre stanno bevendo del caffè mentre chiacchierano allegramente.

<<Buongiorno>>

Bofonchio camminando come uno zombie.

<<Buongiorno tesoro>>

Mi saluta pimpante mia madre già vestita di tutto punto e con i capelli piastrati.

<<Buongiorno Mirage>>

Aggiunge mio padre lanciandomi un'occhiata divertita continuando a sorseggiare il suo caffè.

<<Il latte è sul fornello e nella cesta vicino al lavello ci sono alcuni biscotti che ho preparato>>

<<Grazie mamma>>

Con movimenti lenti e meccanici raccolgo le pietanze per fare colazione e mi posiziono vicino a mio padre che ha ancora indosso il suo pigiama blu.

<<A proposito, ieri voi due siete scomparsi del tutto durante la cerimonia e vi ho trovati solo a fine serata>>

Brontolo cercando di assumere un espressione seria

<<Avevi detto che volevi aspettare Dafne e quindi pensavamo che saresti stata con lei e poi quando ci hai raggiunto non mi pare che fossi sola. Ormai sei grande tesoro>>

Afferma mia madre scoprendo la sua dentatura perfetta e togliendo le due tazze con cui lei e papà hanno bevuto il loro caffè.

<<Beh...sì, ma potevate pure farvi sentire>>

Con un'alzata di spalle mio padre  liquida il discorso e dopo avermi posato un bacio leggero sul groviglio dei miei capelli esce dalla spaziosa cucina.

<<Io tesoro lavoro tutto il giorno, potrei tornare verso le undici, papà ha diversi progetti da finire in ufficio quindi anche lui starà fuori tutto il giorno>>

Mi lancia un'occhiata veloce per confermare che la stia seguendo prima di proseguire.

<<Quindi se vuoi spostarti prendi la macchina che ti abbiamo comprato per il tuo sedicesimo>>

<<Non mi va di guidare>>

Mi lamento sistemandomi meglio sullo sgabello

<<Allora non ti sposti>>

Detto ciò anche lei lascia la cucina per andare a prepararsi per la lunga giornata che le aspetta. Con il lavoro che i miei genitori fanno sono costretta, per la maggior parte del tempo, a stare da sola in casa e perciò per occupare il tempo corro, cerco di imparare a disegnare, leggo e mi esibisco in concerti con un pubblico immaginario nella mia stanza. Dopo aver finito l'ultimo biscotto nella cesta salgo in camera dove afferro il telefono sul comodino per controllare se ho dei messaggi e infatti ne trovo uno da parte di Dafne che dice:

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora