CAPITOLO 61

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MIRAGE'S POV
Questa volta, come l'altra volta, ci dirigiamo nel gazebo situato nel vasto giardino degli Evans, con la differenza che questa volta ho qualcuno ad aspettarmi:Charlotte e Dafne le quali sono sedute sulle panchine poco distanti dal gazebo e sembrano prese dalla conversazione in corso.
<<Mamma, papà, io raggiungo Dafne e Charlotte >>
<<Va bene, ci vediamo a fine serata>>
Annuisco prima di sollevare da terra il mio abito che altrimenti struscerebbe sul terreno.
<<Ciao ragazze>>
Le saluto andandomi a sedere vicino a Charlotte. Nonostante il periodo dell'anno il cielo è limpido e non c'è vento.
<<Ciao Mirage>>
Mi salutano in coro le ragazze.
<<Andiamo dentro allora?>>
<<Va bene>>
Una volta dentro rimango incantata dalla bellezza delle decorazioni che sono completamente diverse da quelle dell'ultima volta.
<<Sono sempre pieni di risorse>>
Afferma Charlotte intenta ad osservare la sala piena di tavoli e di persone e tra la folla mi sembra di notare Thierra che però sfugge al mio sguardo.
<<Guardate hanno anche chiamato una piccola orchestra>>
Esclama Dafne puntando il dito verso un piccolo gruppo di musicisti posti su un lato del palco intenti a suonare delle note che rendono l'atmosfera più intima. Presto riusciamo a scorgere Micòl che è seduta a tavola con altre ragazze e mentre ci sediamo, dopo esserci complimentato degli abiti di ognuna, il mio sguardo corre alla ricerca di Cole che però non trovo.
<<È fuori a parlare con Alex, tranquilla>>
Mi bisbiglia all'orecchio Micòl con uno sguardo di intesa. Cerco di non rivelarle completamente la mia felicità nel constatare che non sarà assente a questo evento, di cui però non sono a conoscenza dell'obiettivo. Cerco di distrarmi facendomi coinvolgere dall'atmosfera tranquilla della serata e per un po' ci riesco. Ad un certo punto riesco anche a non pensare a Cole, al comportamento sbagliato di Dafne e mi ritrovo a ridere e a mangiare insieme alle altre, questo fino a quando la voce di Elia non interrompe il chiacchiericcio della sala. Anche questa volta lui e Chantèl sembrano usciti da una rivista di alta moda e brillano entrambi di una luce carismatica, non è difficile comprendere da chi abbiano preso il loro fascino e la loro bellezza i gemelli.
<<Grazie a tutti di essere venuti. Spero che la cena sia stata di vostro gradimento, ma ora è arrivato il momento di ascoltare il brano che mio figlio Cole ha preparato per tutti noi>>
Mentre si perde in chiacchiere Cole sale sul palco a testa china e si va a posizionare al pianoforte disposto quasi nella parte centrale del palco. Ha lo sguardo concentrato e posiziona accuratamente lo spartito sul leggio prima di rivolgere il suo sguardo sul pubblico fino a raggiungere i miei di occhi, si sofferma per alcuni istanti su di me e il mio cuore perde un battito, felice che, dopo due settimane, i suoi occhi abbiano deciso di guardarmi veramente senza l'indifferenza che lo ha caratterizzato in questo periodo. Distoglie la sua attenzione da me quando le luci si fanno più soffuse e la voce di suo padre non si sente più. Mi concentro completamente su di lui e sul modo in cui è concentrato prima di iniziare a suonare prima con gli occhi chiusi e poco dopo li riapre rivolgendoli  su di me mentre le note della canzone "Stay" di Rihanna si propagano per tutta la stanza. Sarà il momento o sarà la mia immaginazione, ma mi sembra che stia dedicando la canzone a me perché non distoglie, neanche per un secondo, il suo sguardo dal mio fino a quando la canzone non giunge al suo termine e il suono del piano viene sostituito da quello degli applausi calorosi. Vorrei alzarmi e andarlo ad abbracciare e dirgli che, anche se contro il mio stesso orgoglio, non ho intenzione di andarmene, ma rimango immobile, seduta al mio posto, mentre lui si prende gli applausi. Solo quando scende dal palco e i suoi occhi incrociano i miei decido di alzarmi e di seguirlo, inconsapevole se sarà un altro buco nell'acqua, ma in un modo o nell'altro non ho paura di scoprirlo. Quando esco fuori dal gazebo lo trovo ad aspettarmi davanti al tendone e afferrandomi la mano, senza fiatare, mi conduce fino all'abitazione. Lo seguo silenziosa senza dire niente e con il cuore a mille che vorrebbe sapere dove mi stia portando e quando raggiungiamo il corridoio in cui si trovano le camere apre una porta rivelandomi una stanza ben illuminata e molto spaziosa che deduco essere la sua, ma prima che io possa osservarla attentamente mi ritrovo la sua bocca famelica sulla mia. Rimango un attimo interdetta, ma solamente un attimo perché il secondo dopo ricambio con altrettanta passione il bacio. So che dovremmo prima parlare, so che è sbagliato e so che avrei dovuto essere più dura, ma riaverlo tra le mie braccia è una tentazione troppo allettante per lasciarmela sfuggire. Mi sposta dalla porta al suo letto dove mi stende e sale sopra di me concedendosi qualche minuto per riprendere un respiro regolare. I suoi occhi scorrono lungo tutto il mio corpo come fossi nuda e un sorriso enigmatico gli compare in volto facendomi avampare perché percepisco tutto il suo desiderio. Riprende a baciarmi con ancora più foga, passando poi al mio collo cogliendomi di sorpresa e facendomi gemere con un po' troppa forza, ma la cosa sembra eccitarlo perché mette ancora più intensità nel torturare il mio collo. Faccio ricadere la mia testa all'indietro tirando con forse troppa forza i suoi capelli.
<<Cazzo Mirage, se reagisci così ad un bacio non so cosa farai quando ti farò godere veramente>>
Dice sollevandosi e guardandomi dritto negli occhi con le labbra gonfie del nostro bacio, ma non lo sto a sentire perché sono rimasta ferma al modo in cui ha pronunciato, per la prima volta, il mio nome
<<Ripeti il mio nome>>
Gli dico ormai fuori di me e in preda al desiderio. Noto il suo sguardo confuso perciò dico
<<Non ti ho mai sentito dire il mio nome prima d'ora, fallo ancora>>
Quando comprende, un sorriso divertito gli compare in volto
<<Ti piace?>>
Domanda afferrandomi il lobo dell'orecchio con i denti facendomi gemere e inarcare la schiena.
<<Sì>>
Dico cercando di non urlare. La sua mano si muove dal mio collo alla mia gamba da dove solleva il mio abito lasciando scoperte le mie gambe che prende ad accarezzare. Sarà perché non ho mai sentito il tocco così intimo di qualcuno o sarà perché ho bevuto un bicchiere di vino, ma in questo momento mi sento completamente avvolta dall'estasi.
<<Non puoi capire Mirage quanto sei bella stasera, ma soprattutto in questo momento mentre godi sotto il mio tocco>>
Sollevo lo sguardo per incrociare i suoi occhi quasi completamente inglobati dalle sua pupille nere. Afferro il suo viso riportando le sue labbra sulle mie e perdendo qualsiasi capacità di raziocinio. Non pensavo che avrei mai perso la testa in questo modo per qualcuno, ma qui, in questo momento, con lui credo che il mio cuore potrebbe scoppiare.
<<Mirage>>
Sussurra staccandosi dalle mie labbra.
<<Rimarrei qui tutta la sera e ti farei godere in tutti i modi possibili, ma dobbiamo ritornare al gazebo>>
Il mio sguardo si rattrista e deve averlo notato anche lui perché mi rivolge un sorriso che dovrebbe essere rassicurante. Si solleva da sopra di me e mi aiuta a rialzarmi. Prima che possa aprire la porta gli dico
<<Potresti stringermi il vestito che si è un po' allentato>>
Lui si volta nella mia direzione incerto sul da farsi, ma alla fine mi raggiunge posizionandosi dietro di me. Mi conduce allo specchio della sua stanza e mantenendo il contatto visivo scioglie con una lentezza allucinante i lacci del busto, sorreggo il corsetto con le mie mani in modo tale che non cada. Sento le sue dita che scorrono sulla mia schiena e vengo colta da un brivido.
<<Non so quali poteri tu abbia, ma starti lontano per così tanto è stata una vera e propria tortura>>
<<Allora smettila di starmi lontano>>
Gli dico cercando di non sembrare disperata
<<Lo sto facendo per te>>
Dice prima di fare un passo indietro e dirigersi alla porta.
Mentre scendiamo le scale a qualche metro di distanza l'uno dall'altra cerco di placare il mio cuore completamente in subbuglio.

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