CAPITOLO 60

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COLE'S POV
Quando apro la porta della mia stanza noto un enorme scatola bianca sul letto e quando mi avvicino noto due cardinali settentrionali disegnati in linea dorata ai lati della scatola; sopra di essa vi è una lettera che recita le seguenti parole
'Per i miei due gemelli preferiti'
Riconosco la grafia come quella di Margaret, perciò afferro la scatola e la porto nella stanza di mia sorella, dove, dopo aver bussato e ottenuto il permesso, entro.
<<Che ti serve?>>
Mi chiede chiudendo il computer che aveva tra le gambe. Sollevo la scatola e lei mi guarda meravigliata
<<Hai preparato un regalo per il mio compleanno?>>
<<No, sai che odio fare e ricevere regali>>
Rotea gli occhi prima di farmi segno di raggiungerla sul suo letto. Appoggio la scatola tra di noi e dopo avermi chiesto con lo sguardo di poter aprire la scatola scioglie il fiocco regalo trasparente. La scatola si apre rivelando varie fotografie che sono disposte in modo ordinato ai lati del contenitore; sono tutte foto che ritraggono me e mia sorella da piccoli: io e lei dentro una culla appena nati, io e lei che ridiamo con gli incisivi mancanti, io e lei che ci abbracciamo, io e lei che ridiamo su uno sfondo pieno di alberi in fiori, io che la porto sulle spalle, lei che mi porta sulle spalle e così via, mi volto a guardarla e noto delle lacrime che le rigano il volto.
<<Leggila tu la lettera>>
Dice con la voce leggermente incrinata. Afferro la busta bianca che riporta i nostri nomi e inizio a leggerla.
<<È da parte di Margaret>>
Premetto prima di iniziare la lettura:

Cari miei bellissimi ragazzi,
ormai avete raggiunto l'età dei diciott'anni, un'età che si avvicina a quella di una vera e propria persona adulta. Sono davvero dispiaciuta di non poter passare il natale e il vostro compleanno insieme a voi, ma vi assicuro che vi porto sempre nel cuore ovunque io vada. Sono davvero fiera del fatto che nonostante tutte le difficoltà e i tormenti che ogni giorno dovete sopportare, avete questo legame forte che vi tiene insieme, perché ricordatevi che solo stando insieme riuscirete a sopportare tutto. Non siete soli perché io sarò sempre con voi e vi voglio veramente bene, come se foste figli miei. Sono davvero felice di aver potuto entrare a far parte della vostra vita sin da quando avevate undici anni e spero di poter condividere tanti altri momenti insieme a voi. Fatevi forza e buon compleanno ad entrambi, vi meritate tutto il bene di questo mondo e spero tanto che siate in grado di dare il bene anche al prossimo.

Alla fine della lettera mia sorella è completamente in lacrime e io rimango lì a fissare le parole della lettera, che mi dimostra ancora una volta che le cose sarebbero andate diversamente se avessimo avuto come madre Margaret, lei sì che ci avrebbe amato sempre. Mi volto verso mia sorella e la stringo al mio petto in un forte abbraccio e incastrata tra il mio petto e le mie braccia dice
<<Ci pensi mai se avessimo avuto Margaret come madre?>>
<<Sì>>
Rispondo sinceramente. Dopo qualche minuto apriamo le scatole contenenti i nostri regali: a Micòl è toccato un bracciale d'argento con alcuni ciondoli che ritraggono alcune sue passioni e a me una scatola musicale incisa che intona uno dei miei brani preferiti "To build a home". Il nostro momento magico viene interrotto dal suono della voce di nostra madre che dice
<<Micòl, ti aspetto nell'altra stanza per prepararti>>
E senza attendere risposta se ne va. Micòl in risposta sospira e si alza dal letto.
<<Tra poco avremo degli ospiti è meglio che anche tu ti vada a preparare. Posso tenerla io la scatola? È davvero bella. Non so come abbia saputo del fatto che da piccoli ci siamo imbattuti in questa specie bellissima di uccelli, ma è davvero bello il gesto>>>
<<Va bene>>
<<Grazie>>
Dice posandomi un bacio sulla guancia prima di afferrare il cellulare e dirigersi verso la porta
<<Con Alex come va?>>
Non so per quale assurdo motivo le porgo questa domanda, ma il fatto che Alexander si sia rifiutato di rivolgermi la parola durante la settimana prima delle vacanze mi spinge a voler sapere come sta.
<<Bene...Cioè continua a chiedermi perché siamo spariti in quel modo, ma prima o poi la smetterà. Per il resto bene, fintanto che papà non viene a sapere che stiamo insieme>>
Annuisco consapevole del rischio che mia sorella sta correndo, ma sono pronto ad intervenire e non permetterò che le accada niente.  Dopo essere ritornato in camera ed essermi fatto la doccia, indosso il completo blu scuro che mio padre ha scelto per me, evitandomi la tortura di indossare una cravatta. Quando sento qualcuno bussare la porta, pensando che sia uno dei domestici, do il permesso di entrare ritrovandomi davanti, però, mio padre, il quale non entrava nella mia stanza da anni.
<<So che sei sorpreso che sono qui, ma sono venuto a darti i gemelli da polso che mio padre mi ha regalato per il mio diciottesimo compleanno e da oggi saranno tuoi e poi di tuo figlio e così via>>
Lo osservo senza fiatare e non mi sento per niente onorato della cosa, anzi sono abbastanza schifato dal rituale. Non ho mai conosciuto mio nonno, ma sicuramente non sarà stato meglio di mio padre.
<<Vieni che te li metto>>
Contro voglia mi avvicino e gli permetto di mettermelo e quando ha finito mi guarda soddisfatto.
<<Sono sicuro che sarai un degno erede del mio impero>>
Poi prosegue
<<Io vado, fatti trovare pronto tra un quarto d'ora, gli invitati arriveranno a breve>>
E dopo avermi dato una pacca sulla spalla se ne va, lasciando dietro di sé la scia della sua colonia. Faccio un sospiro profondo prima di uscire dalla mia stanza contemporaneamente a mia sorella che esce dalla sua di camera. È vestita elegantemente con un abito con tulle color lavanda con il busto ricoperto di perline e un leggero scollo sul davanti e la schiena scoperta, i suoi capelli sono raccolti in un chignon alto che mette in risalto il suo volto truccato.
<<Sei bellissima>>
Mi complimento porgendole il braccio.
<<Se lo dici tu allora brillo>>
Ride divertita e al tempo stesso contenta
<<Almeno questo compleanno sarà diverso dagli altri>>
<<Già>>
Dico semplicemente, conducendola al piano di sotto. Quando usciamo fuori il mio sguardo viene immediatamente catturato dalla figura di Mirage che si trova tra i suoi genitori ed è vestita con un abito verde pistacchio con un leggero stracisco ai piedi e che la fascia benissimo, rimango incantato a guardarla tanto che mia sorella deve darmi una leggera gomitata per riportarmi alla realtà.
<<Bella vero?>>
Mi domanda seguendo il mio sguardo. Non rispondo e inizio a camminare nella direzione del gazebo con a fianco mia sorella divertita.

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