COLE'S POV
<<È stato bello conoscerti e parlare con te, in fondo non sei come ti hanno descritto>>
Serro le labbra non sapendo cosa risponderle, mentre scatto in piedi, felice che stia per andarsene. Mentre continua a dilungarsi sul pomeriggio passato, in cui ha parlato soltanto lei per ore, mi arriva una notifica che mi trattengo dall'aprire per educazione.
<<...e per questo spero di esserti stata di buona compagnia>>
<<Lo sei stata sicuramente>>
Interviene Micòl entrando nella sala avvolta in un abito bianco che le arriva fino alle caviglie.
La ragazza non deve aver capito l'ironia nella voce di mia sorella, perché le regala un sorriso ancora più soddisfatto.
<<Cole, accompagnala all'uscita >>
Insiste Micòl con il solo intento di infastidirmi, mentre ardo dalla voglia di vedere se Mirage mi abbia risposto. Riesco a fare appello al mio autocontrollo e ad accompagnare la ragazza fino alla porta dove, dopo un saluto veloce, se ne va. Una volta ritornato in sala, dove Micòl siede a gambe incrociate su una sedia, apro finalmente la notifica che, però, non è ciò che mi aspettavo.Numero sconosciuto[18:30]: Se vuoi rivedere la tua ragazza, ti aspetto domani sera alle nove davanti allo Stato Giardino. Vieni da solo o non farà una bella fine.
Rimango a fissare il cellulare troppo a lungo, alla ricerca di qualche indizio su chi possa essere, tanto che mia sorella mi toglie il telefono di mano, ma riesco a riprenderlo prima ancora che legga ciò che vi è scritto.
<<Scusa, volevo solo sapere cosa ti ha traumatizzato così tanto. Non ti ho mai visto così>>
Non le rispondo e la supero dirigendomi sveltamente in camera mia per pensare al da farsi.
<<Cole, che succede?>>
Insiste Micòl seguendomi fino al piano di sopra.
<<Niente che ti riguarda>>
Vorrei urlare, piangere e lasciarmi avvolgere dal panico, ma non ho intenzione di lasciarmi andare alle emozioni mettendo più a rischio la vita di Mirage.
<<Siamo fratelli ricordi? Non ho intenzione di farmi gli affari miei, quando so benissimo che sta succedendo qualcosa>>
Mi guardo intorno per assicurarmi che non ci siano i miei e la trascino dentro la mia stanza richiudendomi la porta alle spalle. Le porgo il mio telefono che afferra prontamente soffermandosi a lungo sul messaggio prima di riportare la sua attenzione su di me
<<Non mi dire che sta parlando di Mirage e non mi dire che sta vivendo quello che ho vissuto io>>
Il terrore che si cela dietro i suoi occhi verdi stanno rivivendo gli orrori che ha dovuto subire poco tempo addietro.
<<Non di nuovo>>
Sussurra con meno convinzione cercando una risposta da me, che non so da dove iniziare né come intervenire.
<<Non puoi andare lì da solo>>
Mi anticipa capendo al volo le mie intenzioni
<<Ma se è ciò che serve per salvarla sono disposto a farlo>>
<<Se questa persona non la libererà, sarete nei guai seri entrambi>>
<<E allora cosa proponi di fare?>>
<<Coinvolgere gli uomini di papà>>
Scoppio in una risata incredula di fronte alla sua affermazione sicura
<<E ti pare che nostro padre, il padre che conosciamo ora, muoverà un dito per lei?>>
<<Se glielo chiedi tu, il suo prediletto>>
In quel momento mi viene in mente un piano e senza aggiungere altro mi precipito al piano di sotto, diretto all'ufficio di nostro padre. Diversamente dal solito non busso e apro direttamente la porta rivelando uno scenario, che avrei voluto risparmiarmi: mia madre piegata sul tavolo con mio padre chino su di lei. Il primo a notate la mia presenza è mio padre che si solleva di scatto da lei, ma io non gli do il tempo di parlare che gli dico
<<Ti devo parlare>>
Detto ciò, mi richiudo la porta alle spalle, nel vano tentativo di cancellare l'immagine di pochi secondi fa. Non attendo molto prima che la porta si riapra rivelando la figura di mia madre che a testa alta se ne va, lasciando la porta socchiusa.
<<Cosa c'è Cole?>>
Mi domanda mio padre senza alcuna nota di imbarazzo
<<Voglio i tuoi uomini migliori e dei localizzatori che possano passare inosservati>>
<<Tutto questo perché?>>
<<Mi serve>>
Guardandomi confuso si appoggia al davanzale della finestra prima di farmi cenno di approfondire
<<Hanno rapito una ragazza che non c'entra niente con il nostro mondo e penso proprio che dietro questo rapimento ci sia un'altra organizzazione>>
Dico mentre il cuore minaccia di uscirmi dal petto per quanta paura ho adesso. Non mi sentivo in questo modo dal giorno in cui la stessa cosa era successa a Micòl.
<<E perché mi dovrebbe importare di una qualunque?>>
Mi domanda dimostrandomi ancora una volta che non si sporcherebbe mai le mani se non per i suoi scopi.
<<Perché se dovessi riuscire a liberarla, erediterò il tuo impero e farò come mi hai detto>>
<<Perché avevi altri piani?>>
<<No, ma almeno non dovrai avere a che fare con la mia resistenza>>
Dal suo sguardo capisco che ci sta riflettendo sopra, mentre la parte che ha sempre sognato di diventare un medico e salvare vite si rimpicciolire sempre più assieme al sogno di mettere su una famiglia slegata da qualsiasi obbligo e destino già prestabilito.
<<Va bene, ti preparo tutto, ma ricordati una promessa è una promessa>>
Annuisco capendo di aver vinto e perso allo stesso tempo, ma l'idea di veder salva Mirage mi dà il coraggio che mi serve di dire addio ai miei sogni e di seguire, invece, quello che è il mio destino. Guardo mio padre mentre si mobilita, contento di aver vinto un'altra battaglia senza troppi sforzi.
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FATE
RomanceCosa succede se il destino è più forte di qualsiasi nostro tentativo di cambiarlo? I nostri protagonisti saranno costretti a fare i conti con la realtà dei fatti.