CAPITOLO 80

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MIRAGE'S POV

I miei genitori sono già usciti per lavoro, quindi mi ritrovo avvolta nel silenzio della casa pensando a come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto dei  fratelli o delle sorelle. Controllato l'orologio mi rendo conto che è ora di uscire, ma prima mi raccolgo i capelli in una coda alta. Dopo essermi accertata di aver chiuso tutte le finestre mi chiudo la porta di casa alle spalle  e mentre mi stringo all'interno del mio cappotto per il fredddo, noto una macchina appostata al di là del cancello, mi ci vogliono diversi secondi per realizzare di chi si tratta e un senso di calore nel basso ventre mi ricorda del momento intimo che abbiamo condiviso. Affretto il passo per raggiungere la sua macchina e quando salgo dentro evito di guardarlo negli occhi, imbarazzata da quello che è successo il giorno prima.

<<Grazie di essemi venuto a pendere>>

Dico mantenendo lo sguardo fisso sulle mie mani su cui ho applicato lo smalto trasparente dopo essere ritornata a casa ieri sera.

<<Scusami se mi sono addormentato ieri e non ti ho più riaccompagnata a casa>>

<<Tranquillo, ci ha pensato Micòl>>

Lo rassicuro, felice che si sia addormentato sotto il mio tocco, quando noto che non ha ancora avviato il motore sollevo lo sguardo nella sua diezione per vedere che mi stava già guardando.

<<Va tutto bene?>>

Dal suo sguardo traspare un senso di preoccupazone che mi fa corrucciare la fronte.

<<Sì, perché?>>

<<Non mi hai mai guardato da quando sei salita in macchina>>

Alla sua affermazione mi sento avampare e abbasso immediatamente lo sguardo sulle mie mani.

<Ti sei pentita di ieri?>>

<<No, assolutamente, è stato bello...È solo che, beh, io...cioè>>

Farfuglio confusamente nella speranza che capisca senza  il bisogno che io prosegua.

<<Tu cosa?>>

Sollevo gli occhi per incrociare i suoi e capisco all'istante che ha intuito dove voglio andare a parare, ma che non ha intenzione di aiutarmi.

<<Lo so che hai capito>>

<<E cosa avrei capito. Ieri mi sembravi così spavalda  e oggi non riesci neanche a dire cosa abbiamo fatto>>

<<Senti Cole avvia questa macchina>>

Dico appoggiandomi allo schienale della macchina e incrociando le braccia al petto. Fatico a mantenere la rabbia nel momento in cui scoppia a ridere e avvia il motore. Non ci mettiamo molto a raggiungere la scuola e non appena scendiamo dall'auto veniamo investiti dal vociare degli studenti. Affianco Cole e insieme procediamo verso il solito gruppo, ma prima che ci possiamo avvicinare lo fermo.

<<Che succede?>>

Mi domanda abbassando lo sguardo verso di me.

<<Io raggiungo Arthur e gli altri>>

<<È per Dafne?>>

È possibile che sappiano tutti che è accaduto qualcosa tra me e lei?

<<In parte, ma anche perché mi trovo bene con loro e non vorrei che le cose cambiassero solo pervhé io e te siamo ritornati->>

Mi interrompo perché non so cosa siamo stati e cosa siamo ritornati ad essere. Ho sempre avuto delle regole precise nella mia vita tra cui non avere il mio primo bacio se non dopo essermi fidanzata con la persona, non farmi toccare se non dopo aver instaurato  un rapporto solido e definito, ma con lui ho fatto a meno di tutte le mie regole prefissate.

<<Va bene, ci vediamo dentro>>

Parlando mi ha tolto dall'imbarazzo nel dover continuare la conversazione e, dopo avermi posato un bacio sulla tempia, si allontana nella direzione opposta alla mia. Prima che mi possa presentare al gruppo Arthur mi ha già notata.

<<Allora ieri com'è andata?>>

Mi domanda senza girarci intorno staccandosi dal gruppo.

<<Abbiamo risolto o quasi>>

<<È l'unica cosa che mi dirai?>>

Mi domanda mentre le sue labbra si incurvano all'insù

<<Già, perché non c'è altro da dire>>

<<Sicuro>>

Dice annuendo con fare dubbioso. Gli sorrido in modo innocente per poi aggregarmi agli altri. 

Per le ore successive si alternano ore di lezioni a ore in cui mi incontro con Arthur che mi aggiorna degli appuntamenti con la ragazza di cui si è innamorato. Appena ci incontriamo per andare fuoi a mangiare Arthur mi avverte che stavolta ha portato da mangiare per entrambi.

<<Dopo due settimane era ora>>

Gli dico dandogli una leggera gomitata sull'addome e teatralmente lui si piega su se stesso fingendo che gli abbia fatto male.

<<Ma smettila>>

<<Senti non sono io quello a cui piace mangiare al freddo, mentre gli altri se ne stanno al caldo in mensa>>

<<Non sono io quello che ha insistito per venire>>

<<Forse>>

Ormai passare del tempo con lui è divenuta una bella abitudine, è un ragazzo bello e simpatico, la cui presenza può illuminare un'intera stanza.

<<Ohi, ti sei imbambolata a guardare quanto sono bello?>>

<<Assolutamente no>>

Dopo esserci congelati fuori ritorniamo dentro la scuola e le lezioni scorrono velocemnte, mentre io sono ritornata a sedermi al fianco di Cole con il quale mi ritrovo a gareggiare per chi risponde a più domande dei professori. Finite le lezioni, ci incontriamo all'esterno dove lo trovo intento a parlare con Micòl e Alexander.

<<Ciao Mirage>>

Mi saluta allegra Micòl stringendomi in un abbraccio che non mi fa altro che piacere.

<<Noi andiamo, ci vediamo stasera fratellino>>

Dice poco dopo allontanandosi mano a mano con Alexander.

<<Sono davvero carini insieme>>

Dico guardandoli con aria sognante.

<<Dici?>>

<<Perché non lo credi?>>

Alza le spalle come a voler passare oltre alla domanda.

<<Sei geloso?>>

Gli chiedo mente ci dirigiamo verso la sua macchina

<<Perché dovrei se ho te e poi il mio è istinto protettivo>>

Si giustifica allungando il passo per aprirmi la portiera.

<<Ti voglio portare in un posto oggi>>
Mi dice dopo poco voltandosi nella mia direzione
<<E dove?>>
<<È una sorpresa, ti porto a casa così ti cambi e poi passiamo da me>>
Annuisco non vedendo l'ora di imbarcarmi in questa nuova avventura.

FATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora