CAPITOLO 9

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COLE'S POV

Il lieve bussare alla porta mi costringe a svegliarmi dal sonno profondo in cui ero immerso

<<Avanti>>

Pronuncio stanco sollevandomi dalla mia posizione prona per assumerne una da seduto.

<<Buongiorno Cole>>

Mi saluta Margaret con il suo solito sorriso radioso mentre entra nella mia camera per poi richiudere la porta alle sue spalle.

<<Tuo padre ti vuole in ufficio>>

<<Adesso?>>

Domando voltandomi verso la portafinestra da cui filtrano deboli raggi di luce

<<Che ore sono?>>

<<Quasi le cinque>>

Mi risponde lei facendo scorrere il suo sguardo nella mia stanza prima di portare la sua attenzione su di me.

<<Grazie>>

Le dico infine, sollevandomi dal letto mentre lei lascia la stanza senza aggiungere altro.

'Mio padre che vuole parlare con me a quest'ora, non si proietta niente di buono' penso mentre cerco di sistemare i miei capelli ribelli. In silenzio scendo le scale diretto nell'ufficio di mio padre, dove, senza bussare, entro. È impegnato in una chiamata perciò mi siedo in silenzio su una delle sedie davanti alla scrivania e mi metto ad ascoltare la conversazione in corso, anche se posso sentire solo la sua parte.

<<Senti oggi sarò assente per buona parte della mattinata, quindi mi aspetto che ci siano quattro uomini che si occupino di Chantel e Micòl>>

Si mette in ascolto prima di replicare dicendo:

<<Sì, se escono di casa le seguite, se rimangono dentro casa assicuratevi che non entri nessuno di non identificato. Chiaro?>>

E con questo interromente la chiamata  voltandosi nella mia direzione.

<<Cole>>

Esordisce tranquillo come se avesse captato la mia presenza già da trmpo, nonostante fossi stato silenzioso per tutto il tempo e nonostante fosse assorto nella chiamata. Con tutta la calma che lo caratteriza si siede sulla sua sedia per poi appoggiare i gomiti sulla scrivania e iniziare a giocare con l'anellino che ha sul mignolo.

<<Oggi ho delle cose da fare e da concludere>>

Dice fissando i suoi occhi verdi nei miei.

<<Vorrei che tu venissi con me tanto per iniziare ad abituarti a quello che sarà poi il tuo futuro>>

Mantengo un espressione serafica dal momento che non sono turbato dalle sue parole visto che mi aspettavo che la cosa prima o poi sarebbe successa.

<<Ti do venti minuti per fare quello che ti serve e appena scadono questi minuti ti voglio pronto, fuori dal cancello>>

Detto ciò mi fa segno con la testa di lasciare la stanza. Mi alzo senza dire niente e mi dirigo verso l'esterno. Salgo le scale ancora stanco dalle poche ore di sonno di cui ho potuto usuffruire. Afferro le mie cose e mi dirigo in bagno per fare una doccia veloce e approfittando del momento mi lavo anche i capelli, una volta finito afferro uno dei tanti completi di cui dispongo e mi vesto in fretta. Decido anche di indossare l'orologio da polso che Micòl mi ha regalato un paio d'anni fa. Mi dirgo poi al piano di sotto, in cucina, per bere qualcosa prima di uscire e appena entro noto che Margaret ha già posizionato un bicchire di caffè fumante e un paio di barrette energetiche. Quando avverte la mia presenza si volta e punta la sua attenzione su di me.

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