CAPITOLO 33

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MIRAGE'S POV
È possibile che questo ragazzo vada preso con le pinze?
Ancora rimugino sulla reazione che ha avuto al mio 'va tutto bene?', la sua risposta ironica e tagliente mi ha sorpresa. Passa da momenti in cui sembra essere disposto a parlare a momenti in cui è intrattabile in zero virgola due secondi e non so come trattarlo.
'Perché ti interessa saperlo?'
Scaccio immediatamente questo pensiero intrusivo dalla mia mente e continuo a mangiare in modo meccanico la mia colazione.
<<Capito Mirage?>>
Sollevo la testa e guardo mia madre con espressione confusa.
<<Scusa non ti stavo seguendo, dicevi?>>
<<Va tutto bene?>>
Mi chiede sedendosi davanti a me.
<<Sì, sono un po' stanca, tutto qua>>
Poi guardando l'orologio appeso in cucina dico:
<<Dafne mi starà aspettando fuori, meglio che vada>>
Le lascio un bacio a stampo sulla guancia prima di uscire di casa. Una volta fuori dal cancello noto la figura di Dafne appoggiata al muretto davanti casa con i suoi occhiali da sole neri calati sugli occhi nonostante non ci sia molto sole in questo momento.
<<Ciao>>
La saluto semplicemente iniziando a camminare sul marciapiede
<<Ciao anche a te. Mi potresti dire dove eri finita ieri, che tipo a mensa sei sparita>>
<<Eri troppo concentrata su Alexander per notarmi>>
<<Non è vero>>
Risponde indispettita
<<Ti ho salutato e neanche mi hai risposto e in più per tutto il pranzo non facevi che ridere con lui. Mi avevi detto che ci rinunciavi e improvvisamente vi ho trovati insieme>>
<<Ti giuro che era inaspettato>>
Si giustifica prima di proseguire
<<Stavo in corridoio alla fine della lezione e mi sono imbattuta in lui, abbiamo iniziato a parlare e non ci siamo più lasciati. Solo che nel pomeriggio di ieri ho provato a scrivergli, ma ha risposto un paio di ore dopo e in modo sommario, quindi non capisco.>>
Risponde con aria sconfitta. Non sapendo cosa dirle rimango in silenzio e continuiamo a camminare fianco a fianco dirette verso scuola. Quando arriviamo, il cortile è già gremito di studenti, ma non ci mettiamo molto a trovare il solito gruppetto.
<<Ciao>>
Ci saluta allegra Micòl accogliendomi in un abbraccio caloroso. Mentre gli altri continuano a parlare tra di loro, noto Cole seduto in disparte sul solito muretto con una sigaretta tra le labbra. Prendo un po' di coraggio e mi siedo vicino a lui e, dal momento che non mostra alcun segno di avermi notata, decido di intavolare una conversazione.
<<Ho notato che non sei un fumatore abitudinario>>

'Bel modo di iniziare una conversazione, brava'

Cerco di non ridere a questo mio pensiero che dimostra la mia incapacità di sembrare naturale e di socializzare, ma a quanto pare non basta perché lui mi guarda con un leggero cipiglio in volto che risalta il suo volto perfetto.
<<Cosa c'è di divertente in questo?>>
<<Niente è solo che...Niente un pensiero divertente>>
<<Mi stai dicendo che stai ridendo per una battuta che tu stessa hai fatto?>>
Mi domanda leggermente incredulo.
<<Forse, è un problema?>>
<<Solo se per te è un problema>>
Risponde spegnendo la sigaretta e gettandola nell'apposito cestino.

'Allora ti ha ascoltata'

Penso soddisfatta ricordandomi della volta in cui l'ho rimproverato di aver gettato la sigaretta a terra.
<<Non gradisci gli ordini, ma almeno ascolti>>
Dico riferendomi al suo gesto
<<Mi dispiace deluderti, ma non l'ho fatto per te>>
Risponde con un leggero sorriso in volto
<<Non  volevo che lo facessi per me, ma per rispetto generale>>
<<Eccoti qua ancora in veste da paladina>>
<<Ti piace?>>
Gli chiedo con aria di sfida
<<Non mi dispiace, tira fuori il lato più bello di te>>
Lo guardo confusa pronta a ribattere che neanche mi conosce, quando la campanella suona e lui si allontana senza avvertire nessuno. Scuoto la testa confusa prima di seguire a ruota gli altri. Solo in quel momento noto l'assenza di Alexander e mi chiedo se i due lo facciano apposta a mancare a turno.
Quando entro nell'aula di fisica vedo che Cole è già sistemato al suo solito posto e sono indecisa se andarmi a sedere lì, come ultimamente abbiamo sempre fatto, o cercare un altro posto. Opto per la prima, dal momento che prima o poi dovrò pur sconfiggere la mia ansia di stare troppo vicina ai ragazzi. Mi posiziono al suo fianco senza incrociare i suoi occhi e senza proferire parola.
<<A quanto pare non ti dispiace poi così tanto stare vicino a me>>
Mi dice canzonatorio e anche se non lo sto guardando so che ha quel suo mezzo sorriso stampato in faccia.
<<Ti piacerebbe>>
Rispondo guardando fissa davanti a me senza degnarlo di uno sguardo. Sento un movimento impercettibile della sedia e me lo ritrovo a pochi centimetri dal mio volto.
<<Dimmelo guardandomi negli occhi>>
La sua voce roca, il suo respiro calmo e regolare, le due perle d'acqua che si ritrova per occhi mi mandano per qualche secondo in tilt, ma mi riprendo in fretta e guardandolo fisso negli occhi a pochi centimetri dalle sue labbra rispondo.
<<Perché dovrei? Il tuo ego è già abbastanza grande e poi vorrei capire perché, tra tutte le ragazze che ti vanno dietro, dai fastidio proprio a me>>
Il sorriso sghembo che gli compare in volto lo illumina di colpo, togliendo per un attimo quell'ombra che solitamente lo avvolge.
<<Perché mi piace stuzzicare proprio te e perché mi piace come reagisci>>
Detto ciò si sistema sulla sedia soddisfatto e con un sorriso stampato in faccia, viso che non mi dispiacerebbe prendere a schiaffi.
Durante la lezione facciamo a gara a chi interviene di più a lezione e lui sembra divertito dalla cosa e questo mi basta a continuare fino a che non finisce la lezione.
<<Ho vinto io>>
Dico soddisfatta portando avanti la bambinata.
<<Solo perché ti ho fatta vincere io>>
Replica sicuro di sé
<<Ti piacerebbe>>
In risposta si lascia andare a una piccola risata sincera, che mi lascia incantata per quanto è bella e rara.
<<Sai che quando sorridi sei più bello?>>
Gli domando di getto senza darmi il tempo di rifletterci e infatti il minuto dopo me ne pento e avampo completamente e per nascondermi lascio che i capelli mi ricadano in viso e inizio a sistemare le mie cose pronta a fuggire.
<<Tu che mi fai un complimento. Mi sa che oggi è proprio una bella giornata e alla fin fine tanto timida non sei>>
<<Non sono timida, solo introversa ed estroversa allo stesso tempo>>
Rispondo di getto alzandomi dalla sedia.
<<Scusa eh non volevo scaldarti>>
Ribatte mantenendo quel sorriso che dovrebbe far vedere più spesso. Forse potremo diventare amici un giorno.
<<Mi passi il tuo quaderno di scienze?>>
Chiede poco dopo a mia sorpresa.

'Ti sorprendi per così poco'

<<Ce l'ho nel mio armadietto>>
Rispondo semplicemente
<<Andiamo allora>>
<<Lo sai che a lezione c'erano tua sorella e Alexander vero?>>
<<Sì, ma voglio i tuoi di appunti >>
Mi dice sollevandosi in tutta la sua altezza che però non mi intimorisce visto che la differenza di altezza non è poi così tanta. Insieme, sotto lo sguardo attento di alcune ragazze, usciamo dall'aula diretti verso il mio armadietto. Diverse ragazze gli lanciano delle occhiatine innamorate e io mi perdo a capire come mai non le degna neanche di uno sguardo. Quando arriviamo al mio armadietto, avvolti dal chiacchiericcio del corridoio, gli passo il mio quaderno.
<<Riportamelo integro>>
Gli dico a mo' di ammonimento.
<<Un maniaco dell'ordine come me che non sta attento. Mi deludi Reyes>>
Dice divertito.
<<Mi chiamo Mirage se non l'avessi capito>>
Un'altra risata gli sgorga dal petto riscaldandomi il cuore. Sembra che in lui sia rimasta traccia del  bambino bisognoso di cure che deve essere stato una volta.

'Sei tu quella che ha bisogno di cura visto che stai fantasticando sul nulla più totale'

<<Ci vediamo>>
Mi dice infine prima di voltarsi e allontanarsi con in mano il mio quaderno, lasciandomi davanti al mio armadietto accostato.

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