CAPITOLO 48

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COLE'S POV
Mentre mangia il suo viso si ravviva ancora di più e mentre è intenta a consumare il panino avvio il motore. Quando termina di mangiare decido di porgerle la domanda che mi è venuta in mente poco fa
<<Qual è il significato del tatuaggio che hai sul polso?>>
Mi guarda con sorpresa prima di afferrarsi istintivamente il polso
<<È una parola greca e significa amare, è una specie di promemoria per ricordarmi di amare>>
Dice con lo sguardo basso rivolto verso il polso coperto dalla giacca che indossa. Le faccio cenno di proseguire interessato a ciò che potrebbe dirmi.
<<Non ho avuto un bel rapporto con gli altri e soprattutto con me stessa e quindi l'anno scorso, arrivata al culmine della mia condizione di odio e diffidenza, ho deciso di tatuarmelo nella speranza che un giorno potessi rispettarlo e ora lo sto facendo. Mi relaziono un po' di più con le persone, ho addirittura una migliore amica e un amico a cui credo di voler bene e mi tratto meglio>>
Dice con un tono che esprime la speranza di una rinascita. Non rispondo non trovando le parole, ma dentro di me l'ammirazione che provo per lei aumenta.
<<Alla fine non sei così male, io lo sapevo>>
Riprende dopo diversi minuti di silenzio
<<E tu invece sei come mi aspettavo>>
<<È una cosa bella o brutta?>>
<<Non lo so>>
Dico volendo tenerla sulle spine mentre tengo lo sguardo fisso sulla strada costeggiata da alberi.
Dopo una lunga conversazione su tematiche più leggere arriviamo davanti alla sua abitazione dove parcheggio la macchina davanti al cancello e lei non sembra andare di fretta, infatti non accenna a scendere.
<<Grazie>>
Dice dopo alcuni minuti di silenzio attorcigliandosi le mani che io afferro prontamente e inizio ad accarezzare. Rimaniamo in quella posizione per un po' prima che si decida a scendere e con un caloroso saluto si allontana, lasciando il suo profumo impregnato nella macchina.
Qualsiasi cosa ci sia tra noi in questo momento mi fa stare bene e anche se è egoista da parte mia non ho intenzione di lasciarla andare.
Questa volta guido alla mia solita velocità e in poco tempo riesco ad arrivare a casa. Il cielo si è ormai oscurato e quando entro in casa percepisco una sensazione di gelo che so perfettamente essere causato da mio padre.
<<Cole>>
Mi saluta Margaret sbucando dalla cucina
<<Ciao Margaret>>
La saluto posandole un bacio sulla gote leggermente arrossata. Questo mio gesto sembra coglierla di sorpresa e infatti mi chiede:
<<Tutto bene?>>
<<Sì>>
Rispondo semplicemente, poi, come ricordandosi di una cosa, il suo sguardo si indurisce e mi avverte che mio padre mi sta aspettando in ufficio. Sospiro pesantemente mentre mi preparo ad affrontare la conversazione con lui. Busso alla porta e senza attendere il permesso entro e trovo mio padre intento ad osservare dei fogli posizionati ordinatamente sul tavolo.
<<Finalmente sei arrivato. Sai che ore sono? Dovevi fare l'allenamento di autodifesa e invece scopro che non eri neanche a casa>>
Mi raggelo sul posto ricordandomi dell'allenamento saltato e mi maledico di essere stato così distratto. Penso subito ad una scusa che non possa farlo arrabbiare ulteriormente
<<Dove sei stato?>>
<<Mi stavo allenando con Alexander e mi sono totalmente scordato dell'appuntamento>>
<<Lo sai vero che se hai intenzione di succedermi non puoi avere queste dimenticanze>>

Io non ho intenzione di succederti, penso mentre sento la rabbia montarmi sotto la pelle.

<<Inoltre, ultimamente a cena sei molto distratto, non è che ti sei innamorato?>>
Solitamente il tono dei genitori quando toccano questo tema è più dolce il suo invece è carico di disprezzo e veleno.
<<No>>
Rispondo tenendo lo sguardo fisso su di lui, consapevole del fatto che non sono innamorato di lei, ma il mio è solo senso di piacere dovuto alla sua compagnia, almeno credo.
<<Lo sai che per me non è un problema, prima te ne trovi una, prima te la sposi e prima ti darai un erede>>
Dice giocherellando con l'anello che porta al mignolo. Serro la mascella irritato dalle sue parole che provano quanto sia insensibile e legato ai suoi piani. Rimango in silenzio mentre lui si alza e si avvicina a me
<<Spero che me la farai conoscere, magari tu ancora non sai che sei totalmente preso da lei, ma gli occhi, figlio mio, sono un libro aperto che con il tempo ho imparato a leggere e interpretare molto bene o altrimenti non potrei ricoprire il mio ruolo>>
Dopo avermi dato una pacca sulla spalla mi invita ad uscire e a capo chino percorro le scale diretto nella mia stanza dove mi getto immediatamente sotto la doccia.
Non sono innamorato di lei
Non sono innamorato di lei
Non sono innamorato di lei
Mi ripeto mentre il ricordo delle sue labbra sulle mie e della sua voce mentre si racconta mi riaffiorano alla mente.
Non ho intenzione di coinvolgerla nei miei casini, ma ho sinceramente bisogno di lei per stare meglio e riuscirò a proteggerla e a stare bene senza problemi.

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