MIRAGE'S POV
<<Ehi Mirage che ti prende?>>
Mi domanda Arthur posando la matita sul banco.
<<Niente>>
Rispondo ritornando alla realtà e appoggiandomi allo schienale della sedia.
<<Niente non credo, sei taciturna e non hai smesso di scarabbocchiare su quel povero quaderno>>
Sospiro rendendomi conto dei grandi scarabocchi che ho realizzato sul quaderno e mi fermo rivolgendo il mio sguardo sugli occhi di Arthur che sembra realmente preoccupato.
<<Solo un brutto voto>>
Dico minimizzando la cosa, anche se in questo momento vorrei urlare e piangere allo stesso tempo, ma sarebbe un comportamento infantile per quelle persone che non sanno cosa significhi essere in perenne lotta con la propria mente.
<<Un brutto voto? Tu?>>
Chiede sorpreso, ruotando completamente il busto verso di me mentre la sua chioma bionda segue il movimento della sua testa.
<<Già>>
Rispondo abbassando lo sguardo cercando di trattenermi dal piangere. Questa giornata sembra non voler giungere alla fine e l'insegnante di inglese non si è ancora presentato in classe.
<<Sai che può capitare vero?>>
Cerca di rassicurarmi addolcendo la voce.
<<Certo>>
Rispondo mostrando un sorriso tirato.
<<E poi non avrai problemi a recuperare, quindi stai tranquilla. Capita anche ai migliori>>
Mi dice facendomi l'occhiolino per poi voltarsi verso l'insegnante che ha appena fatto il suo ingresso nell'aula causando l'abbassamento e poi la fine delle chiacchiere dei compagni di corso.
<<Buongiorno>>
Ci saluta prima di iniziare la sua lezione a cui riesco a prestare ascolto solo in parte mentre i pensieri nella mia testa iniziano a dilatarsi in maniera quasi insopportabile. Pensavo di aver vinto la mia battaglia contro la mia testa, ma a quanto pare questa lotta interiore non ha mai fine esistono solo delle tregue più o meno lunghe e la tregua tra me e la mia mente a quanto pare è terminata e mi toccherà sopportarne gli affondi violenti.
<<E con questo la lezione per oggi è finita>>
Annuncia l'insegnante alzandosi dalla cattedra.
<<Vieni a mensa con me?>>
<<No, mangerò fuori>>
Rispondo laconica riponendo le mie cose nello zaino.
<<Vuoi compagnia?>>
<<No, grazie vai pure con i tuoi amici>>
Gli dico cercando di nascondermi dietro un sorriso per niente vero.
<<Sai per me non è un problema, mi diverto a stare con te>>
<<Ti rovinerei l'umore>>
<<Non è un problema, sono abbastanza felice da poter resistere al tuo malumore>>
Scherza regalandomi un sorriso radioso che riesce a strapparmi un sorriso
<<Lo so, immagino. Oggi però preferisco stare sola>>
<<Va bene, ma per qualsiasi cosa mi chiami e ti raggiungo>>
<<Grazie>>
Rispondo sinceramente sorpresa dalla sua disponibilità fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti e dal modo in cui riesce a strapparmi un sorriso anche nei momenti del genere. Quando usciamo le nostre strade si separano e mentre mi dirigo verso l'uscita vengo raggiunta da Dafne
<<Ciao Mirage >>
Mi saluta allegra
<<Ciao>>
Dico cercando di nascondere ogni traccia di tristezza.
<<Che fai non vieni a mensa?>>
<<Non oggi. Preferisco mangiare fuori>>
<<Ah...Beh>>
<<Non c'è bisogno che tu venga>>
La rassicuro consapevole del fatto che non ha tanta voglia di venire fuori a patire il freddo.
<<Va bene. Ci vediamo dopo allora>>
<<Sì>>
Le dico salutandola mentre si allontana nella direzione opposta seguendo la massa che si sta dirigendo verso la mensa. Quando esco fuori sono costretta a stringermi maggiormente nel mio giacchetto per via del vento che tira. Come mi aspettavo le panchine sono vuote perciò me ne trovo una e mi ci siedo afferrando le cuffiette dal mio zaino e il panino che mi porto sempre dietro per qualsiasi evenienza. Quando finisco di mangiare mi alzo e mi dirigo a passo lento verso l'entrata della scuola facendo scorrere lo sguardo dal cielo nuvoloso al vasto appezzamento di terreno della scuola privo di qualsiasi traccia di erba se non in qualche punto. Nel momento in cui entro dentro la scuola lascio un sospiro di sollievo dovuto al cambio di temperatura che mi riscalda in pochi minuti. Decido di andare direttamente alla prossima lezione quando arriva un messaggio da un numero sconosciuto.Sconosciuto [14:10]: ci vediamo all'uscita fuori scuola
La mia mente pensa subito a Cole, ma poi mi ricredo dicendomi che non è possibile che mi abbia scritto per via del fatto che non ha il mio numero. Ignoro il messaggio e mi dirigo nella palestra per la lezione di pallavolo e stranamente ci trovo Stacey.
<<Che ci fai qui?>>
Le domando sorpresa notando che non c'è nessuno
<<Volevo fare uno scherzo a Miley>>
Dice ridacchiando tra sé e sè, scuoto la testa divertita prima di dirigermi verso il mio armadietto.
Le ultime ore di scuola passano in fretta e alla fine delle lezioni mi sento nettamente meglio soprattutto per il fatto che mi sono sfogata un po' giocando a pallavolo. Una volta fuori dalla scuola mi incammino verso i cancelli, ma il mio sguardo si posa su Cole appoggiato al muretto che appena mi nota fissa il suo sguardo su di me. Per un motivo o per un altro cambio rotta e mi avvicino a lui.
<<Immagino tu abbia letto il mio messaggio >>
Dice calmo senza preamboli.Allora era veramente lui
Penso mentre il mio cuore fa una piccola capriola di felicità
<<Già>>
<<E non ti sei degnata di rispondere>>
<<Non sapevo fossi tu>>
Rispondo immediatamente, leggermente irritata per non so quale ragione.
<<Ti voglio portare in un posto, ti accompagno a casa così ti cambi e poi ci andiamo>>
Corruccio leggermente lo sguardo prima di dirgli
<<Non so te carissimo, ma a casa mia si invita una persona. Tu invece hai già organizzato tutto dando per scontato il mio consenso>>
<<Esattamente>>
Risponde con sguardo divertito
<<Io con uno che fa così non ci esco>>
Rispondo pronta ad andarmene, ma vengo prontamente afferrata per il braccio e in pochi istanti mi ritrovo con il viso a pochi centimetri dal suo.
<<Io non sono una persona qualunque e poi quali ragioni avresti per rifiutare?>>
<<Fammici pensare>>
Dico puntellandomi il mento con l'indice fingendo di pensarci sopra
<<Tanti, anzi troppi>>
<<Sentiamo un po'>>
Mi sfida avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. Mantengo per qualche minuto il contatto visivo prima di interromperlo e dichiarare sconfitta.
<<Allora vieni Reyes?>>
<<Sì, ma vorrei che iniziassi a chiamarmi per nome>
Gli dico staccandomi dalla sua presa.
<<Bene>>
Dice semplicemente riportando il suo sguardo verso la porta d'ingresso della scuola. Seguo il suo sguardo pronta a vedere qualche ragazza uscire, ma invece sta guardando Micòl che scende velocemente le scale.
<<Eccomi>>
Poi accorgendosi della mia presenza mi abbraccia.
<<Da quanto tempo. Vieni con noi? Ti accompagniamo volentieri a casa>>
<<Sì>>
Dico semplicemente non rivelandole che me lo aveva già proposto Cole. Insieme, Cole davanti , io e Micòl a pochi passi di distanza ci incamminiamo verso la macchina che si trova dall'altra parte della strada fuori dal cancello. Cole si posiziona davanti mentre io e Micòl ci sediamo dietro. Appena la macchina si avvia una visiera si innalza tra noi e Cole e l'autista.
<<Vorranno parlare di affari>>
Mi rassicura Micòl tranquilla
<<Affari?>>
Le domando confusa
<<Niente di importante, comunque io e Alex ci siamo, finalmente,messi insieme>>
<<Davvero?>>
Le chiedo sorpresa
<<Sì, finalmente il mio fratellone burbero ci ha dati la sua benedizione>>
<<E perché prima no?>>
Chiedo volendo sapere di più riguardo al modo di comportarsi di Cole
<<Non lo so>>
Risponde con una semplice alzata di spalle.
<<Fatto sta che sono super felice che finalmente possiamo stare insieme. Perché sei sparita ultimamente ?>>
<<Mh...ho avuto da fare>>
Rispondo impreparata, cambio poi argomento non volendo rivelarle che l'ho evitata per via di suo fratello. Per il resto del viaggio si lamenta della quantità di cose che deve studiare e quando arriviamo davanti alla mia abitazione faccio per scendere ma la visiera scura si abbassa e il viso di Cole ricompare davanti a me
<<Ti vengo a prendere tra poco. Vestiti comoda con scarpe comode e portati da bere>>
Lo guardo dubbiosa, ma annuisco senza voltarmi nella direzione di Micòl che sarà sicuramente sorpresa.
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FATE
RomanceCosa succede se il destino è più forte di qualsiasi nostro tentativo di cambiarlo? I nostri protagonisti saranno costretti a fare i conti con la realtà dei fatti.