Autrice: laragazza_silenziosa, buona fortuna!
Pensavo di non superare la notte da quanti colpi ho ricevuto e dal sangue che giace sul pavimento.
Il mio corpo ha resistito, ma mi fa un dolore immenso, dappertutto.
La mia pelle è in fiamme, costellata di lividi violacei.
Ma passiamo alle novità, forse ho trovato un modo per uscire.
Sarà pericolosissimo dato che non so quanta gente o meglio quanti vampiri ci siano oltre quella porta.
Sabato non ho dormito tutta la notte e mi son messa ad ispezionare, ancora. Ho guardato quasi tutti i registri. Sotto la lettera M c'è ne stava uno senza nome, è stato il primo che ho preso. Dentro ci ho trovato uno strano oggetto. Ma l'unica cosa che mi basta sapere è che è appuntito e affilato. Posso usarlo come arma, le probabilità che io riesca sono davvero poche, ma non importa.
Devo essere libera, rischierò anche la vita per questo.
Questa mattina appena ho aperto gli occhi e visto di non esser morta, mi son sentita più forte. Ho ideato il mio piano proprio in quel momento.
Ma per farlo devo essere piú forte fisicamente, quindi dovrò aspettare e sperare di non ricevere altri regalini di Pasqua.
Lo sento che funzionerà.
Voglio uscire da qua, voglio vedere i miei genitori.... Voglio sapere cosa è successo al mio Steven.
Solo io posso scoprirlo.
Sono l'unica che può e deve farlo.
Steven presto ti aiuterò.
-Margot.
***
La porta si apre in un grande scricchiolio, una persona incappucciata entra. Non vedo il suo volto, vedo che non mostra le mani, tenendole dietro la schiena. Continuo a guardarlo. Avanza verso di me, indietreggio fino a che la mia schiena tocca il muro. Mostra il contenuto delle sue mani portandole avanti, tiene ben saldo un pugnale d'argento. In tempo record me lo sono ritrovata addosso. Sento il pugnale entrare tra le mie costole, prima che mi arrivi dritto al cuore vedo il suo viso. Lui, é lui e sorride. Non vedo piú nulla, solo il nero. Sento risuonare una canzone nelle mie orecchie. Una canzone, la riconosco. Si, é la canzone che mi cantava la mia mamma.
Sono morta?
Apro gli occhi, é stato un sogno. Solo un brutto incubo.
Sono su un lettino di ferro, c'é un macchinario accanto a me, seguo il filo porta alla mia testa. Mi tocco, ho degli elettrodi attaccati alle tempie. Gli stacco e una scossa mi pervade il corpo. Hanno monitorato i miei sogni. Brutti bastardi. Ve la farò pagare, al costo di morire qui dentro.
Stranamente in questa stanza non mi controlla nessuno.
C'é una scrivania, vedo quella cartella senza nome, é lí sopra.
Mi sono avvicinata, ora c'é una scritta sopra.
"Sei tu la prescelta".
Non capisco, ma non importa. Devo cercare la mia arma. Vado all'ultima pagina ed eccola lí. Non l'hanno vista, strano.
La ho in mano, la tengo strettissima, sento la mia forza aumentare.
Sento di riuscirci, di farcela.
Io uscirò da qui, lo so. Mi metto accanto alla porta e come entra qualcuno gli salto addosso e gli ficco questo nel collo.
Aspetto che entri qualcuno.
Chissà quanto dovrò aspettare. Ah no.
Sento la porta aprirsi.
*boom*
Ho fatto un gran casino quando gli sono saltata addosso. C'é l'ho fatta, ora é qua. Per terra, non é morto, ma non riesce a respirare e credo morirà dissanguato.
Un allarme.
Ma che cazzo succede? Neanche il tempo di gioire che già qualcosa va male?
La porta si apre e sbatte contro il muro con un tonfo. Mi pren
Eccomi di nuovo.
Mi hanno riportato nella mia stanza e ho una manetta che mi tiene legata qua. Collega un potente e grosso tubo con il mio piede.
Ma non mi fermerò, io sono una guerriera.
Uscire da qui, a tutti i costi!
Ma stanotte é meglio non combinare altri guai.
Ci penserò domani a farlo.
Buonanotte.
E ricordatevi, mai arrendersi.
Siate liberi.
-Margot.
***
Lo vidi, era bellissimo. Era sempre uguale, stessi capelli ad incorniciargli il volto, stesso sguardo magnetico.
Lo osservavo venirmi incontro, c'erano tante persone al parco stamattina. Ma non importava, io vedevo solo lui. Lo osservavo camminare, il solito passo lento.
Si fermó a 10 cm di distanza da me. Mi sentivo tanto imbarazzata, nonostante il chiasso di quel posto affollato, il rumoroso suono del nostro silenzio lo superava.
Guardavo i suo occhi, mi sembravano una tela bianca, su cui dovevo tingere emozioni. Mi limitaí a sussurrare.
-Ciao.
Non feci in tempo a finire la parola che avvicinó il suo viso al mio e mi bació.
-Mi manchi.
Sussurró.
Avevo le idee confusissime, prima mi trattava in un modo e poi in un altro.
-Perché ora fai cosí?
Gli chiesi guardandolo negli occhi.
-Che c'é? Cosí come?
Mi chiese strano.
-Non fingere, la scorsa volta mi hai quasi aggredito e...
-E?
-Mi hai fatto diventare cosí...
Sgranó gli occhi.
-Così come?
Domandó preoccupato.
Eh si, era proprio il MIO Steven quello.
Mi scoprí il collo, rivelando i buchi.
Continuò a guardarli.
-Io non ricordo di averli fatti..
Rispose con malinconia.
Mi prese la mano e mi portó in un posto piú isolato. Chiuse gli occhi e toccó il mio collo, una strana luce proveniva dalla sua pelle, un'aura celeste con varie sfumature più scuro. Lo lasciai fare non capendo. Prima di togliere la mano dal mio collo, l'aura diventó tutta blu e poi sparì.
-Ora ricordo, ho visto tutto .Non l'ho fatto volontariamente. Lo giuro. Non ti avrei mai trattato in quel modo, devi credermi..
Alzò le mani.
-Lo giuro.
Infondo io lo amavo, tantissimo.
Perché non dovevo credergli? L'amore si basa sulla fiducia no?
-Ticredo.
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