_Chiaraaa__

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Autrice: _Chiaraaa__, buona fortuna!


Sta succedendo come ieri:e io ho perso il controllo:ancora e non capisco piu niente.

E i nostri nasi si toccano leggermente,e le nostre labbra..le nostre labbra ormai sono una cosa sola:si sfiorano dolcemente e si muovono all'unisono.

Cado dalla palla da basket,ma lui si abbassa e io mi alzo in punte dei piedi per continuare questo bellissimo momento.

Mi batte forte il cuore.

Mi guarda negli occhi e brillano,chissà se anche i miei hanno cambiato luce.

No,non mi sto innamorando di lui,no.

***

Intanto tremo dal freddo in silenzio.

«Piantala di tremare in silenzio!»

Mi abbraccio a Igor come stamattina.

Parliamo un po' tutti è quattro dello spettacolo

«Semplicemente..Bellissimo!» Bryan.

«Come te!»ribatte Tiffany.

«Fantastico direi!»esclamo io

«Tu,sei fantastica.»

Igor mi prende,mi abbraccia e mi appoggi al murales di corso Vittorio Emanuele.

Mi guarda negli occhi. Lo guardo anch'io.

Non capisco più niente.

Tra i nostri sguardi cade un fiocco di neve.

Nevica!

Inizia a fioccare.

Igor alza il mio mento,istintivamente metto le mani dietro al suo collo: per farlo mi sono dovuta alzare in punta di piedi.

La mia fronte si sta avvicinando ai suoi occhi:i nostri nasi e le nostre bocche a 3 cm di distanza.

«Igor!Angel!» Bryan.

Mi stacco velocemente da Igor,che paura.

***

Diluvia.

Rimango 20 secondi lì:ferma.

A pensare.

Niente.

Non penso.

Cosa ho fatto?

La nostra amicizia è persa.

Addio.

Mi manca.

L'ho perso.

Ho sbagliato.

Non dovevo.

Niente dovevo.

Devo dire la verità a tutti.

Bugiarda.

Addio migliore amico:addio le risate,addio ai segreti,addio la pizza,addio i videogames,addio le battagliea,ddio i bigliettini,addio gli sms teneri,addio le stronzate,addio ai nostri insulti sulla quale ci ridevamo,addio alle promesse,addio a tutto.

Addio.

Mi levo le scarpe (ho i tacchi) inizio a correre.Lo inseguo.Piove.

Provo a casa sua e non c'è: faccio un giro,camminando da sola.

Sola,ma veramente sola: senza niente,senza nessuno.

Non ho neanche le cuffie.

***

Vado al parco:magari è li,è stato lì che abbiamo parlato la prima volta.

A scuola non voleva parlare con nessuno,un giorno lui era uscito con sua sorella e l'aveva portata al parco,e io avevo fatto una corsetta,mi fermai al parco e lo vidi.

Ricordo che aveva i jeans fino al ginocchio perchè era ancora settembre,la maglietta a maniche corte azzurra ed era seduto nella panchina di fronte lo scivolo,io avevo una felpa bianca e i leggins neri.

Ricordo che mi sedetti vicino a lui e gli chiesi se andassimo in classe insieme per attaccare bottone e da lì iniziammo a parlare.

3 anni fa,esattamente 3 anni fa.

E' li:mi siedo vicino a lui come quel giorno.

***

Mi solleva e mi prende in braccio.

Il mio cuore manca un battito.

«Com'è?»

Mi dice avvicinando la sua fronte alla mia.

«Bellissimo»

Sorrido.

«E questo bel sorriso?Vuoi dirmi che non è fantastico?»

«No,spontaneo»

«Come questo»

Mi bacia.

Lievemente,un bacio sottile,dolce,delicatoe delicato.

«Ti amo.»

***
Mi avvologo in un accappatoio e vado ad aprire con i riccioli che mi cadono sulla schiena bagnati.Che fastidio.

Giro la maniglia senza neanche guardare e voltandomi per tornare in bagno a vestirmi,urlo per farmi sentire da Mich. «Com è andata con Denise?»

«Mispiace ma non penso che stia parlando con la persona giusta»

No. Non è vero. Dimmi che non è come penso.

Mi volto lentamente come se la persona con la quale stia parlando in questo tempo in cui mi giro possa cambiare,ma non cambia. È proprio lui.

«E tu cosa ci fai qui?»urlo imbarazzata.

Non oso immaginare il colore delle mie guance in questo momento.

Le sento infuocate.

« Vai a vestirti e ne riparliamo» ridacchia.

Mi do un'occhiata ricordandomi ancor di più che sono in accappatoio.Le mie guance sono a temperatura solare.

«Resta qui e non toccare niente» dico «E non provare a seguirmi!« dico rigirandomi verso di lui

«Non ci tengo,stai tranquilla» quel sorrisetto da maniaco non è rassicurante,e non lo sono nemmeno i suo freddi occhi. Oggi sono più chiari della prima volta che l'ho visto.

Son del color del ghiaccio,mentre quando l'ho visto a casa sua mi ricordarono il mare.

Oggi ha un paio di jeans neri strappati,una maglietta a righe e una felpa rossa,simile a quella color petrolio dell'altro giorno.

«Sei ancora qui?» mi sveglia la sua voce massiccia.

«Eh? Sia chiaro che questa sia casa mia e decido io dove andare,quanto stare e quanto prendermela comoda» che figura di merda. Un'altra scusa potevo inventarmela.

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