Autrice: HappyFound
Dannazione! La giornata non può che peggiorare!
Sono stato un imbecille, non c'è dubbio!
Spero soltanto di svegliarmi e ritrovarmi sudato, con il respiro affannoso nel mio letto. In fondo, non ci credo neppure io
Ieri sera, in farmacia, ho fatto il disinvolto; ho girovagato tra gli scaffali, ho preso un flacone di colluttorio, delle capsule per andare di corpo, uno spazzolino e infine quello per cui ero venuto. Che strano gioco di parole! Non ho chiuso occhio, tutta la notte, continuavo a rigirarmi, mi sono alzato,non so più quante volte, per andare a fumare, mi sono arreso quando il pacchetto fu vuoto. Allo specchio non mi riconosco, le occhiaie sono più pronunciate del solito. Non importa.
Se solo non fossi stato così stupido!
Stamattina sono uscito presto di casa per andare da lei. Sì, lei. La creatura più bella del pianeta, mi sta aspettando. Mi chiedo ancora cosa ci abbia trovato in me, sono un rottame, malmesso, dimenticato da Dio.
Ho rischiato due volte di sbandare. Dannata pioggia!
Il mio compagno di viaggio si sposta sul sedile ad ogni curva.
Finalmente trovo posto, parcheggio e spengo il motore. Vado a piedi al primo distributore di sigarette, smanetto con la maledetta tessera sanitaria e dopo un paio di tentativi, ottengo ciò per cui ho pagato.
Mi incammino verso casa sua. Ogni passo pesa come come un macigno.
Suono.
Mi apre e salgo a piedi, sperando di prendere tempo, ma so già che non servirà a niente.
I suoi sono andati a lavorare, lei ha lasciato la porta socchiusa. La trovo lì, sul divano, lo sguardo perso nel vuoto. Sta aspettando la mia busta. Non pensavo di arrivare a questo, ma siamo entrambi qui, e, purtroppo non si può evitare, l'inevitabile. La saluto con un cenno del capo, richiudo la porta dietro di me.
Lei fissa il pacchetto che ho in mano: "Dai, via il dente, via il dolore, giusto?"
Lo prende e corre in bagno.
Vado in terrazza, tiro fuori l'accendino, il pacchetto di sigarette, ne sfilo una e me la porto alla bocca. Faccio fuoco, la punta si incendia quando comincio ad aspirare. Un tiro, due tiri, al terzo lei è al mio fianco. "Quanto dobbiamo aspettare?" chiedo. E spero! Prego non so quale Dio che tutto rimanga immutato. "Due minuti." La sua voce è strozzata. Ha gli occhi lucidi.
Sappiamo entrambi come finirà.
Abbiamo sperato fino alla fine, ma forse, non è servito a niente.
"Speriamo bene!" mi aveva detto. E io ci spero ancora!
Lo ha sempre ripetuto, fino alla noia, eppure la speranza che qualcosa potesse cambiare, non è servita.
Non serve a niente. Mai.
Quel che è fatto, è fatto.
Se solo non fossi stato imprudente! Non è la prima volta che succede, ma non può andare sempre bene.
"Speriamo bene!" mi ripete.
Poi corre a prendere il bastoncino, io butto via il mozzicone consumato a metà. Faccio un respiro profondo poco prima di rientrare in casa.
"Allora?" chiedo speranzoso.
"Guarda tu." Con un dito copre le finestrelle, ha gli occhi chiusi. Lo sposta piano, nella prima la linea è netta, e non è male, almeno il test funziona; nella seconda due linee nette segnano il nostro futuro!
Eccola lì, la speranza di un nuovo domani!
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Concorso scrittura {ISCRIZIONI CHIUSE}
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