MarisaCelentano

50 4 0
                                    

Autrice: MarisaCelentano

Mi sveglio aprendo gli occhi di scatto.
9 Giugno 2015, ultimo giorno del mio ultimo anno di scuola.
Dopo 5 anni dietro quei banchi posso finalmente lasciare il mio posto a qualcun altro; qualcuno che riderà di quel professore buffo così come facevo io, qualcuno che si nasconderà proprio come facevo io per evitare un'interrogazione.
Qualcuno che troverà le mie scritte sui banchi e magari le cancellerà per fare spazio alle sue.
Qualcuno che ruberà quello che è sempre stato il mio posto per iniziare un avventura simile alla mia.
E mi sento scippata, con una facilità da far quasi paura, qualcuno prenderà il mio posto ma non potrà fare altrimenti e io non potrò impedirlo.
Dopo quasi 1000 giorni di scuola siamo giunti alla fine, forse un po' mi mancheranno quelle quattro mura e ancor di più i miei compagni, quelli con cui ho riso e pianto, quelli con cui mi sono disperata perché noi eravamo sempre quelli più ''sfigati''; quelli coi professori più tosti e i più odiati.

Oggi però voglio che sia diverso, oggi voglio cambiare il finale di questi 5 anni di scuola; voglio trovare quel coraggio che in tutti questi anni mi è sempre mancato, oggi, Gabriele, me lo prendo.
L'ho visto per la prima volta il primo giorno di scuola quando con quell'aria un po' smarrita ho messo piede per la prima volta in quell'istituto che poi è diventato come una seconda casa.
La prima volta che l'ho visto ho incrociato le dita e sperato che fosse in classe con me, magari seduto nel banco dietro o in quello avanti; ma non è successo.
Gabriele frequenta la 5B, io sto nella C e in cinque anni di scuola non ho mai avuto il coraggio di rivolgergli la parola.
Lui era quello più conosciuto, quello che quando camminava nei corridoi salutava tutti, io quella che se ne stava sempre sulle sue.
Lui aveva sempre la testa in aria e mille progetti, è il rappresentante di istituto e ha una novità ogni giorno; io ho i piedi ben saldi a terra, i sogni li lascio a casa.
L'ho visto sempre come un obiettivo impossibile e non ho mai avuto il coraggio di parlargli per davvero anche se qualche volta abbiamo scambiato qualche parola grazia a Marco, il mio migliore amico.
Ma oggi voglio cambiare, oggi si respira aria di cambiamento.

Tiro fuori la maglietta più bella e quel jeans strappato che tanto adoro, le mie converse bianche ci sono e lo zaino è pronto.
Metto un velo di trucco e prendo una brioches al volo.
Ci sono. Sono pronta.

Oggi la scuola è un delirio, sono tutti emozionati, oggi l'esame non spaventa nessuno, a quello ci penseremo domani; per ora godiamoci la sensazione di questa fine tanto attesa quanto malinconica.
In classe mia ci sono tutti, oggi non manca nessuno; tutti ad occupare i soliti posti; in questa classe il tempo sembra non passare mai.
Facciamo un po' di baldoria ma passiamo la maggior parte del tempo a riempire palloncini che alla fine della giornata volano in tutte le direzioni.
Sono bagnata dalla testa ai piedi ma non mi lascio scappare l'occasione.
''Gabriele, verresti un momento con te?'' gli dico con voce tremante.
Mi segue fino ai giardinetti dietro la scuola e mi fissa sorridente.
''Devo dirti una cosa...'' inizio a parlare ma non avuto modo di finire quella frase.
Gabriele si avvicina lentamente a me poggiando le sue labbra sulle mie, all'inizio il bacio è lento, delicato; un bacio che ha paura di osare.
Quando le mie labbra rispondono al contatto con le sue, il bacio si fa più appassionato fino a che non ci stacchiamo ansimanti.
''Scusami se ho aspettato tanto, se avessi saputo che sarebbe andata così mi sarei fatto avanti prima.''
E continua a baciarmi, senza lasciarmi il tempo di replicare, Gabriele ha aspettate come me; dopo tutto non siamo poi così diversi.
Ma va bene così.

E sarebbe andata davvero bene così se solo fosse stata la verità.
Quel mattino del 9 Giugno 2015 ho raccolto tutto il coraggio che avevo e l'amore represso di quei 5 lunghi anni, ma Gabriele non c'era.
Gabriele era altrove.
E sbaglia chi dice ''meglio tardi che mai''; tardi è solo tempo sprecato.
Eppure l'ho sentito fin dentro alle ossa quel bacio non dato, quella passione soffocata che non ha mai trovato modo di liberarsi.  

Concorso scrittura {ISCRIZIONI CHIUSE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora