Autore: King_Wolf
Alzi la mano chi almeno una volta, per un valido motivo, ha pronunciato con la voce del pensiero, quelle parole che al solo suono dell'ultima, fa accendere una fiamma al centro del cuore.Alzi la mano chi ha lottato per un qualcosa di importante.Alzi la mano chi si è visto strappare dalle mani l'unica cosa per cui ha dovuto soffrire per amare, ma si è consolato con l'ultima parola.Alzi la mano chi ha indossato un abito verde in un momento importante. Alzi la mano, anzi no, si alzi in piedi chi ha già associato il concetto alla parola.Io in piedi mi alzai quella mattina, si, e alzai la mano. Davanti a me si trovavano dieci persone, non vi dico cosa c'era dietro, non mi era permesso guardare, anzi girarmi. Quella mattina purtroppo non ero vestito di verde, probabilmente fu l'ironia della sorte ma in quell'istante non c'era nulla che mi avrebbe salvato. I miei polsi erano consumati dalla stretta del metallo. Faceva male. Doveva, mi ripetevo. Le mie braccia, più le guardavo e più saliva l'amarezza di non poter più intravedere i miei splendidi tatuaggi, sommersi da innumerevoli cicatrici e residui di sangue. Ricordo che di fronte a me il volto di una ragazza bellissima, mi fissava, anzi, mi parlava con lo sguardo. Sembra ridicolo, ne sto parlando come se fosse un'estranea, invece l'estraneo ero io per lei. Le parole del giudice scorrevano lungo i miei occhi, ma non le riuscivo ad afferrare, io mi ero perso negli occhi di quella ragazza. Eppure, adesso che scrivo, ricordo che proprio che i suoi occhi avevano fatto ritrovare me stesso, fino a dodici anni fa, ovvio.Adesso è cresciuta mi dicono. Io non l'ho più vista da quel giorno. Quale giorno? Quello che sto raccontando a me stesso, adesso, con un foglio di carta e una penna quasi senza inchiostro. Alzai la mano, sentivo l'osservare di tutta quella gente, e soprattutto i suoi occhi. E parlai, si parlai per un'ultima volta prima della sentenza finale. Cosa dissi in quel momento per filo e per segno non l'ho ricordo tutto, perdonatemi. Ma la cosa più importante, si quella, quella la ricordo. Ad un certo punto dissi:- La mia vita è scritta qui, sul mio corpo. I momenti più importanti che ho vissuto amando ogni singola emozione che provai erano scritte, disegnate sul vestito dell'anima. Ma a un certo punto della vita, tutte quelle emozioni mi sono state tolte ricevendo ripercussioni gravi fisiche da quella che voi chiamate giustizia, o peggio ancora legge! Se sono qui, indossando l'abito arancione, le manette e di fronte a voi tutti a parlare dimostra che non sono stato un buon esempio. Giusto, pagherò. Ma sappiate un cosa, qui in quest'aula, mia figlia mi sta guardando, mi sta sentendo, ed è felice! Mi ha parlato mentre voi eravate attenti alle parole del giudice. Voi volete portarmela via, perché non sono stato un buon padre, ma vi sbagliate! Io non sono stato un buon marito! Leggete negli occhi della bambina quando le domanderete di me in un futuro. Ha solo quattro anni e voi cancellerete il ricordo di un qualcuno che le ha donato un'amore incondizionato! - Queste parole le ho conservate nel mio cuore tutti questi anni, e volete sapere il perché?Mia figlia mi ha salvato dalla vita della prigionia. Domani esco, si, dopo dodici anni! Vi dirò una cosa, anche se quella mattina non c'era nulla di buono, quegli occhioni verdi, per dodici anni mi hanno fatto vivere e andare avanti, dicendo dentro di me che il verde della speranza sarà l'ultima a morire.E' stato bello scrivere. Addio.
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Concorso scrittura {ISCRIZIONI CHIUSE}
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