Autrice: MammaesmeSalvatore
Un urlo squarciò il cielo del Pianeta Immobile.
La regina delle Terre dell'Alba, grande ventre e molti seni, aveva partorito una nuova creatura.
Sorpresa da un dolore mai provato, guardò il nuovo nato.
"Da che terra viene il suo seme?" domandò alla sua ancella.
"Mia Signora, non ho mai visto nulla del genere" rispose la piccola schiava dalle sei braccia.
"Vai dal messaggero e comandagli di presentarsi al mio cospetto" le ordinò.
Il messaggero apparve, le grandi ali nere chiuse in un inchino.
"Comanda, mia Regina: dove devo recarmi?"
"Ho partorito questa creatura: tu che viaggi attraverso le Terre del Pianeta Immobile, sai dirmi da dove proviene il suo seme?"
"Mia Signora, non ho mai visto una siffatta creatura."
"Parti e interpella i Signori delle Terre Immutabili" ordinò.
Il Messaggero partì per la sua missione.
La strana creatura emetteva suoni misteriosi.
La Regina chiese all'ancella di cullarlo ma il nuovo nato non smetteva di modulare strani vagiti.
"Da quale misteriosa Terra sarà mai giunto questo essere?" si domandava la Signora, guardando il rosa del cielo immoto.
Il primo Signore a presentarsi fu il Soldato dalle Cento Lame, dalla Terra dei Vulcani.
"Mia Signora, in cosa posso servirti?"
Le mani di acciaio scintillante si aprirono al cospetto della Regina, il volto chiuso in un elmo brunito.
"Dimmi Guerriero sfavillante, hai forse donato tu il seme che mi ha fatto partorire questa creatura?"
Il Signore della lava guardò l'estraneo e scosse la testa.
"Mia Signora, il piccolo ha mani soffici e un volto roseo. Non è il mio seme che ha lo generato".
Detto questo, se ne andò.
Il piccolo essere non trovava pace.
"Cosa vorrà mai questo piccino?" si domandava la Regina, scrutando le sfumature violacee dell'orizzonte.
Il secondo Signore ad accorrere fu il Guardiano dalle Sette Orecchie, dalla Terra del Vento Silenzioso.
"Mia Regina, ho udito la tua chiamata. In cosa posso servirti? Ascolterò le voci del Pianeta Immobile per te, se lo vorrai".
"Ascolta la mia voce, Guardiano. E' tuo il seme che ha generato questa creatura?"
Il guardiano, che tutto udiva, appoggiò una delle sue orecchie alla bocca dell'essere.
"Mia Signora, il piccolo ha orecchie piccole e non parla la lingua degli Alisei. Non è il seme che ti ho mandato ad averlo creato".
Senza proferire altre parole, il Guardiano volò via nel vento.
La creatura cambiò la sua voce: il flebile lamento si tramutò in un urlo acuto.
Con un lampo improvviso, apparve la Strega degli Abissi.
"Perché mi hai disturbata? E cos'è questo stridio, mia Regina?" chiese la Signora delle Terre Sommerse.
"Questo essere sconosciuto è nato dal mio ventre. Mi hai mandato tu il seme da cui è stato generato?"
La Strega allungò le sue mani pinnate.
"Mia Signora, il piccolo non ha squame e il respiro è caldo come il sole delle Terre della Luce. Non è il mio seme ad averlo procreato".
In un tuono roboante, la strega scomparve.
Le urla della creatura si fecero strazianti.
La Regina decise di accoglierlo tra le sue braccia carnose e lo strinse al petto dai molti seni.
Il piccolo avvolse le labbra attorno ad un capezzolo scoperto e si quietò.
Bussando alla porta, si presentò il Maestro dai Dieci Occhi, Signore delle Terre delle Notte Perpetua.
"Ho letto la tua missiva, mia Regina. Cosa vuoi che cerchi per te?"
"Maestro che tutto vedi, è forse tuo il seme che ha concepito quest'individuo?"
Il Vecchio Sapiente osservò l'essere con ognuno dei suoi occhi.
"Mia Signora, il piccolo ha solo due occhi e piccole ciglia a contornarli. Non è della mia specie" affermò prima uscire guardingo.
La Regina guardò la creatura.
Aveva chiuso i piccoli occhi e respirava tranquilla.
"Chi sei, minuscolo essere?" si domandò la Regina, incantata dalla pace di quel sonno.
Avvolto dal fuoco, apparve il Re delle Terre del Tramonto.
I capelli fiammeggianti illuminarono la stanza .
"Mia Signora, ho disubbidito alle leggi del Pianeta Immobile per raggiungerti. Ordinami chi trascinare oltre l'orizzonte e senza indugio lo incenerirò per te".
"Mio amato, mio opposto. Ho dato alla luce questo sconosciuto. È forse sangue del tuo sangue?"
"Quanto vorrei che fosse possibile mia adorata. Tu ben sai che io non posso generare ma solo distruggere. Tu sei inizio ed io fine. Quel piccino non può essere mio".
Con un ultimo raggio scarlatto il Re se ne andò.
La regina pianse lacrime di rugiada che bagnarono il volto del piccolo addormentato.
Da una di esse apparve la Fata delle Terre Incantate. Il corpo etereo lasciava trasparire un grande organo pulsante e l'occhio, al centro del volto, scavava in fondo all'anima di ogni creatura.
"Mia Regina, vedo che il mio dono ti è giunto".
"Dunque è tuo il seme che nel mio ventre ha dato vita a questo essere?"
"Sì, Mia Signora, anche se il piccolo non è della mia specie. Il seme viene dal passato e noi delle Terre incantate lo abbiamo solo conservato".
"A che terre appartiene, dunque?"
"A tutte. I suoi Padri fermarono il Pianeta, migliaia di anni fa, e solo un Umano potrebbe farlo ricominciare a girare intorno al proprio asse ".
Un ultimo lieve palpito e la Fata si dissolse.
Con un vagito leggero il bambino conquistò l'amore della Regina stupita.
Il cielo cambiò impercettibilmente colore e una vertigine colse gli abitanti delle Terre Immutabili.
Qualcosa stava cambiando.
Era una forza nuova ed antica.
Quell'essere, quell'amore, erano il nuovo motore del Mondo.
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Concorso scrittura {ISCRIZIONI CHIUSE}
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